Valguarnera. Non passa la mozione di sfiducia al sindaco Leanza

Valguarnera. Non passa all’esame del consiglio la mozione di sfiducia al sindaco Leanza. L’asticella è rimasta ferma ad otto voti, ne occorrevano invece dodici. Nulla è cambiato in Aula dopo il dibattito, rispetto ad un mese fa. Nessun altro consigliere ha raccolto l’invito. La non sfiducia certifica però che il sindaco non ha una maggioranza consiliare e che i suoi stessi consiglieri di riferimento che lo hanno salvato gli hanno lanciato un monito, quello di un percorso condiviso. A votare per la sfiducia sono stati gli stessi consiglieri che l’avevano proposta: Enrico Scozzarella dell’MpA, Trovato, Gallina, Bruno e Lo Presti del PD, Interlicchia, Di Blasi e Oliveri di Voce democratica. A salvare il sindaco i quattro consiglieri del Megafono, il presidente del consiglio Arcuria, Speranza, Gangemi e Greco nonché Scarpaci eletto nel PD e Pelligra di Voce democratica, la cui votazione pro-Leanza degli ultimi due, ha sortito malumori nei rispettivi gruppi. Acceso il dibattito. A puntare inizialmente l’indice contro il sindaco è stato il capogruppo di Voce democratica Giuseppe Interlicchia che richiamando la lettera dell’ex vicesindaco Valerio Caltagirone e la mozione presentata, ha formulato l’atto di accusa: per condotta caratterizzata da gravi inosservanze dei principi di correttezza, per gravi inadempienze politico- amministrative, per continui cambi di assessori senza alcun costrutto, per rottura del rapporto fiduciario col consiglio, per egocentrismo, per aver costretto il consiglio ad aumentare le imposte comunali al massimo consentito e per tante altre cose. Ma la bagarre politica vera e propria è scoppiata tra il Megafono e il PD, il primo di riferimento al sindaco, l’altro contro. E’ andata in scena in pratica, la rappresentazione del dissenso che c’è oggi in provincia tra i sostenitori dell’area Crocetta-Lumia e dell’area Crisafulli. “Le motivazioni di confluire nel Megafono- ha detto Giuseppe Speranza a nome del gruppo- sono riconducibili all’incompatibilità nei modi di fare politica da parte della classe dirigente locale del PD” Speranza poi, pur confermando piena fiducia al sindaco, ha lasciato capire che essa non era incondizionata e gli ha chiesto a chiare lettere di iniziare ad intraprendere col gruppo che lo sostiene un percorso condiviso e non più azioni monocratiche. Chi ha ribadito il concetto precedente in modo più esplicito è stato Bruno del PD, che ha paragonato il sindaco, un tutologo, un monarca ed un amministratore unico. “Esigiamo –ha detto- il pieno rispetto del ruolo del consigliere. Non siamo mai riusciti ad entrare nel merito dei provvedimenti, abbiamo solo esercitato il ruolo di notaio”. Nel dibattito sono entrati pure Trovato e Lo Presti del PD e Scozzarella dell’MpA, che hanno criticato a vario titolo l’azione politico- amministrativa del sindaco. Il primo ha detto che comunque vada questa mozione sarà uno spartiacque. “Dobbiamo sapere e fare chiarezza all’interno del consiglio comunale chi è col sindaco e chi contro- ha detto.” Lo Presti ha rimarcato che non voterà più come nel passato atti importanti come l’anno scorso in occasione del bilancio, se non in possesso di dati precisi”. Scozzarella invece ha invitato il consiglio e l’amministrazione ad occuparsi della crisi Giudice che sta mettendo sul lastrico più di cento famiglie, allestendo un tavolo tecnico con le istituzioni regionali. Ha parlato altresì di contrada Marcato, una contrada circondata da erbacce e abbandonata al proprio destino. Rivolto a Leanza gli ha contestato inoltre di non essere stato in grado di presentare alla Regione un progetto finanziabile. Sirio di Blasi infine ha detto di sentirsi un uomo libero non vincolato alla logica dei partiti, rivolto al sindaco gli ha detto che aveva nutrito prima delle elezioni molta fiducia in lui, tanto da aver accettato ben volentieri nelle sue liste la candidatura. Ma quella fiducia è venuta poi meno giorno dopo giorno tanto da essere stato costretto a costituire insieme ad altri il movimento Voce democratica. Di rilievo pure le dichiarazioni di Marco Scarpaci e Giuliana Pelligra che da oppositori hanno votato contro la mozione. Il primo ha detto che ha poco da obbiettare su l’azione del sindaco e che alle sue istanze politiche lo ha trovato sempre disponibile; la seconda invece pur criticandolo, ha detto che preferisce un sindaco in carica ad un commissario che durerebbe un anno. Leanza nel suo intervento ha difeso il suo operato. Ha parlato di grave situazione debitoria trovata al suo insediamento, di decurtazioni di fondi da Regione e Stato (un milione e 400 annui), che sta provvedendo a risanare il Comune, di operare giornalmente in piena emergenza. Rispondendo alle accuse di essersi dimenticato del proprio programma elettorale ha risposto che lo ha attuato al 60% e ha annunciato che questa è la sua ultima esperienza di sindaco. Ha concluso poi invitando il consiglio ad una nuova stagione di collaborazione: “Voglio lasciare questo paese con i conti a posto, senza debiti e senza doverci vergognare di essere un comune inaffidabile”.
Rino Caltagirone