Operazione “Game Over”, assolti La Malfa e Stella

Erano stati arrestati nel corso dell’operazione antimafia “Game Over” e un anno fa i giudici del tribunale di Enna avevano condannato Calogero La Malfa, detto Jerry, 63 anni di Piazza Armerina, Pietro Stella, manovale di 50 anni di Raddusa, e Salvatore Stella, 50 anni pure di Raddusa a 4 anni e 8 mesi ciascuno per concorso esterno in associazione mafiosa. Venivano ritenuti dei collaboratori del presunto capo provinciale della famiglia Cosa Nostra, Salvatore Seminara, allevatore di Mirabella Imbaccari. Ora Calogero La Malfa, dipendente della Regione, e Pietro Stella sono stati assolti con formula piena in corte di appello, dopo avere subito oltre tre anni di detenzione preventiva, tra carcere e domiciliari; invece è stata confermata la condanna per il terzo imputato, Salvatore Stella. Calogero La Malfa viene difeso dagli avvocati Marco Di Dio Datola e Sergio Monaco, Pietro Stella dall’avvocato Sergio Raciti e Salvatore Stella dall’avvocato Agata Torrisi. L’operazione era stata condotta dagli agenti della squadra mobile, che, attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, avevano accertato contatti diretti tra i tre imputati e Turi Seminara, oltre che tra di loro e l’uomo di fiducia di “zio Turi”, ovvero l’aidonese Gaetano Drago. La Malfa veniva ritenuto a disposizione della famiglia mafiosa, anche dato che la sua azienda agrituristica, la “Taverna dei cavalieri erranti”, si trovava nelle vicinanze di un locale che veniva utilizzato per gestire una bisca clandestina, che era nella programmazione di Turi Seminara con la quale faceva soldi contanti ed i due Stella organizzavano materialmente la bisca. Per La Malfa e Pietro Stella ora è caduta ogni accusa. La Corte d’appello, presieduta da Sergio Nicastro, ha accolto la tesi degli avvocati difensori , in primo grado era stata anche oggetto di una deposizione fiume da parte dello stesso La Malfa, che aveva raccontato ai giudici la sua versione dei fatti . “Siamo molto soddisfatti per il nostro cliente – ha dichiarato l’avvocato Marco Di Dio Datola – perché adesso, dopo tanti anni, giustizia è fatta. La Malfa è solo un imprenditore; non è un colluso, semmai è stato vittima del sistema mafioso”. Il processo di appello si era aperto tre mesi fa con la requisitoria del pg Ferdinando Asaro, che aveva chiesto la conferma di tutte le condanne. La Corte ha ribaltato una parte sostanziosa della sentenza.