Femminicidio: serrato e proficuo confronto all’Associazione Gramsci di Troina

Troina. All’incontro-dibattito sulle cause sociali e culturali della violenza sulle donne con la prof. Graziella Priulla, organizzato dall’associazione culturale Antonio Gramsci, molti di quelli che erano presenti nell’aula Paolo VI dell’ex convento del Carmine hanno voluto esprimere le loro opinioni. Nell’incontro con la prof. Priulla si è ripetuto quello che è accaduto nelle altre manifestazioni culturali promosse dalla Gramsci sugli altri temi di grande interesse sociale: un serrato e proficuo confronto tra l’esperto che ha delle cose interessanti da dire e gli intervenuti che vogliono approfondire gli argomenti di cui si discute, contribuendo in molte occasioni ad arricchire la conoscenza collettiva.

L’argomento di cui si è parlato, quello della violenza sulle donne, più che un problema di donne, che sono le vittime, è un problema degli uomini che sono quelli che esercitano la violenza sulle donne. Certo, non tutti gli uomini maltrattano le donne, ma è purtroppo vero che siamo davanti ad un fenomeno sociale di vaste proporzioni. Nel 2012 sono state più di 120 le donne uccise dai loro mariti, compagni e fidanzati. Non è passato un giorno, in questi primi 6 mesi del 2013, che non sia rimbalzata sui giornali della carta stampata e nei telegiornali la notizia di nuove vittime di femminicidio: un vero e proprio bollettino di guerra.

Sono inquietanti i risultati dell’indagine condotta nel 2006 a livello nazionale dall’Istat sulla violenza di genere: quasi 7 milioni di italiane tra i 16 ed 70 anni hanno subito, nel corso della loro vita, una forma di violenza, fisica o sessuale, dentro e fuori la famiglia. Dai risultati di quest’indagine emerge che il rischio di subire una violenza è tanto più alto quanto più stretta è la relazione tra autore e vittima. C’è una sottovalutazione del fenomeno in Italia al punto tale che il governo italiano è stato richiamato dalle Nazioni Unite “per il suo scarso ed inefficace impegno nel contrastare la violenza maschile nei confronti delle donne…, per il persistere di tendenze socio-culturali che minimizzano o giustificano la violenza domestica…, per le attitudini a rappresentare donne e uomini in maniera stereotipata e sessista nei media e nell’industria pubblicitaria”. Di questi aspetti ha parlato la prof Priulla per la quale il contenimento della violenza maschile sulle donne passa attraverso “un necessario lavoro culturale”, rivolto soprattutto ai giovani, “per educarli a riconoscere nel mondo che li circonda che è possibile una relazione positiva tra uomini e donne, che non esistono solo viluppi malati di possesso e di potere”.
Silvano Privitera