Troina. Silvano Privitera: Una nuova funzione del centro storico va definita all’interno di una visione del futuro del paese

Troina. Introducendo il seminario di approfondimento sul recupero edilizio, riordino urbanistico e funzioni del centro storico, organizzato dall’associazione culturale Antonio Gramsci, Silvano Privitera ha detto che, se vuole affrontare in termini realistici la questione, si deve partire dalla realtà come si è venuta a determinare negli anni: “l’abbandono del centro storico va visto in relazione all’espansione urbana e all’andamento demografico, che hanno condotto a una situazione nella quale Troina ha una popolazione di 9625 abitanti e un patrimonio edilizio, senza contare le case di campagne e quelle disabitate del centro storico, in grado di accogliere 22 mila abitanti”. In queste condizioni è difficile immaginare che i troinesi, dopo aver speso i risparmi di una vita di lavoro per costruire le nuove case nelle zone di espansione, ritornino da abitare nelle vecchie case del centro storico. Bisogna pensare a una nuova funzione del centro storico che deve tenere conto della presenza, nel cuore del centro storico, dell’Irccs dell’Oasi Maria SS, e del progetto per le aree interne da finanziare con i fondi comunitari 2014-2020 lanciato dall’ex ministro della coesione territoriale, Fabrizio Barca, che ha lasciato al nuovo ministro Carlo Trigilia. Una nuova funzione del centro storico va definita all’interno di una visione del futuro del paese, che tenga conto di questi elementi. Luciano Allegra ha mostrato delle immagini aree del centro abitato di Troina riprese negli anni. Confrontando la foto del 1939 con quelle del 1985 e del 2013, si è vista l’enorme espansione urbana del paese, che ha triplicato nell’arco di mezzo secolo la sua superficie del suo centro abitato. Allegra ha accennato a una timida tendenza a ritornare nel centro storico: “Ce ne sono di quelli che vogliono acquistare case che chiedono di sapere se nel centro storico ce ne sono che possono essere ristrutturate per renderle compatibili con i nuovi modelli abitativi. Alcuni di questi, alla fine, le acquistano e ci vanno ad abitare”.