Nel corso delle precedenti indagini archeologiche, iniziate nel 2007 grazie a fondi europei, è stato possibile mettere in luce i resti di un’area artigianale databile all’età del Rame (metà del III mill. a.C.) comprendente forni fusori e relative strumentazioni utilizzate per la realizzazione di oggetti in metallo, oltre ai resti di un vasto villaggio con capanne databile al Bronzo Antico (fine III -metà II mill. a.C.). La grandissima rilevanza scientifica del sito, con la presenza di strutture così antiche legate ad attività metallurgiche, le prime di questo genere nel Mediterraneo centrale e tra le poche mai portate alla luce in Europa, ha sollevato l’interesse del Prof. Andrea Dolfini docente di Later Prehistory presso la School of History, Classics and Archaeology dell’University of Newcastle, uno dei principali esperti di archeometallurgia nel Mediterraneo e ha portato a un accordo di collaborazione tra l’Università di Newcastle e la cooperativa Arkeos che oltre a contribuire a elevare il valore e il livello scientifico dello scavo, consentirà lo svolgimento di una serie di analisi sugli aspetti della più antica produzione metallurgica in Sicilia. A tal proposito, nei giorni dal 18 al 21 giugno è stata condotta una prospezione geomagnetica finalizzata alla localizzazione in modo non invasivo di altre aree legate ad attività metallurgica. L’avvio di tale collaborazione ha inoltre permesso di organizzare un ulteriore periodo di scavo di due settimane, già svolto a giugno (17-30 Giugno), a cui hanno partecipato in gran parte studenti dell’Università di Newcastle.