Barrafranca. Indagini a tappeto sull’omicidio di Giovanni Gulino

Barrafranca. Sarà effettuata venerdì l’autopsia sul cadavere dell’operaio forestale, Giovanni Gulino, 44 anni, ucciso martedì, intorno alle 5,30 con 5 colpi di calibro 45, mentre in macchina si stava recando al lavoro. L’incarico probabilmente sarà dato questa mattina dalla Procura della Repubblica, probabilmente allo stesso medico legale, Cataldo Raffino, che ha già fatto l’esame esterno del cadavere sul luogo del delitto, alla presenza del sostituto Paola D’Ambrosio. Dei cinque colpi sparati dal killer due sono finiti al fianco, uno alla mascella, il quarto sullo sportello, il quinto è andato a vuoto ed ha perforato lo sportello opposto. L’agguato è stato chiaramente preparato molto bene, il killer (uno solo e non due) sapeva come si muoveva Giovanni Gulino, quali erano i suoi tempi ed è intervenuto al momento giusto, scomparendo poi velocemente, magari atteso da un complice con la macchina o con una moto per allontanarsi da Barrafranca prima che scattassero i posti di blocco da parte dei carabinieri. L’omicidio è avvenuto sotto la camera da letto della sua casa. La moglie ha sentito i colpi, anzi dei rumori come ha detto ai carabinieri, è scesa subito ed ha trovato il marito agonizzante, ma ad allertare l’ambulanza del 118 è stata la figlia per cercare di portare aiuto al padre sul piano medico ed è stato il personale ad allertare i carabinieri della locale stazione che si trova a poco distanza dell’abitazione di Gulino. Il Sostituto Procuratore Paola D’Ambrosio ha interrogato la moglie per più di un’ora. Ci sono interrogativi in questo omicidio che gli investigatori, coordinati dal maggiore Giovanni Palatini e dal capitano Michele Cannizzaro, stanno valutando con attenzione e stanno operando per avere delle risposte concrete. Intanto gli interrogatori sono continuati anche ieri mattina. Nella giornata di martedì gli esperti della scientifica hanno effettuato su otto persone la prova dello “Scub” o ex prova del guanto di paraffina per accertare se queste hanno usato da recente delle armi. Gli uomini della Scientifica stanno lavorando sui bossoli della calibro 45 usata per uccidere Giovanni Gulino e per cercare di risalire all’arma. Qualche giorno fa a Pietraperzia è stato effettuato un furto in un’abitazione di armi che si trovavano in una cassaforte, che è stata portata letteralmente via, poteva esserci anche una calibro 45. La vicinanza tra furto ed omicidio però e troppo breve, quindi difficile che l’arma sia quella rubata a Pietraperzia. Si sta cercando anche di ricostruire minuto per minuto le ultime giornate di Giovanni Gulino, chi ha incontrato e dove, chi ha chiamato telefonicamente. Tornando all’omicidio, avvenuto sicuramente nel campo dello smercio della droga, potrebbe coinvolgere il gruppo avversario di Giovanni Gulino, che avrebbero deciso la sua morte. In questa lotta tra i due cartelli di spacciatori ci sono stati troppi omicidi e tentati omicidi, una vera guerra della droga come se ci trovassimo in Colombia.