Enna. La “street art” colora la città

Viale delle Olimpiadi, via Salvatore Mazza, via Civiltà del Lavoro: per lo più sono lì che si muovono silenziosi e in compagnia delle loro bombolette spray. Sono i graffitari ennesi che, autorizzati dal Comune, si sono “impossessati” degli enormi muri antiestetici in cemento armato, di cui Enna bassa è ricca, per esprimere la propria arte. Ad essere uniti da questa passione per la “street art”, ovvero arte di strada, non sono solo giovani maggiorenni, ma anche ragazzini, tutti vogliosi di lasciare un segno, una loro personale testimonianza. Qualche giorno fa, abbiamo intervistato in via Civiltà del Lavoro un writer, così vengono chiamati i graffittari, mentre stava completando un graffito su un muro. Si chiama Luigi Vasco, 21 anni, studente universitario presso la facoltà di ingegneria a Catania.

Come ti è nata questa passione? “Sin da piccolo ho avuto la passione per il disegno e spinto da mia mamma che ama la pittura e dipinge ho cercato un mio campo. Ero attratto dai graffiti, disegni per me incomprensibili, che con il passare degli anni ho cercato di approfondire. Da qui la passione, lo studio, l’evoluzione, tale da ampliare il mio campo d’azione. Quindi, non solo muri, ma anche tele. Tra l’altro ho esposto alcune mie opere alla Galleria Civica di Enna. Ma la mia passione, però, rimane quella del graffito che, si badi bene, non ha una fonte di guadagno, ma solo spese: una bomboletta spray costa all’incirca 3 euro e 50 centesimi”.

Come siete organizzati qui a Enna? “Abbiamo costituito una associazione che si chiama Open Your Mind (Apri la tua mente). Tramite l’associazione abbiamo ottenuto dei permessi dal Comune per dipingere determinate aree della città. Aderiscono alla nostra associazione anche ragazzini e questo per evitare che possano andare in giro a sporcare prospetti o quant’altro. Quindi, offriamo anche a loro spazi e l’occasione di esprimersi, legalmente, trasformando muri antiestetici in colorati murales. Non vogliamo che questa forma di creatività urbana espressa in murales e graffiti degeneri in vandalismo, anche perchè voglio ricordare che si rischia il penale”.

La gente generalmente vi vede come dei grafomani che imbrattano e basta, perchè? “Si è vero, molto spesso però si tende a generalizzare. In alcuni casi, lo ammetto, chi critica la nostra arte ha anche ragione perchè molti ragazzi potrebbero risparmiarsi di scarabocchiare pareti, chiese, edifici pubblici. I messaggi di amore con il cellulare penso che rendano meglio e arrivino prima. Voglio dire che i sentimenti nei confronti di chi si ama si possono esprimere diversamente e con più efficacia senza bisogno di sporcare i muri. Al contrario, non ritengo invece vandali i graffettari dei murales che danno colore dove c’è solo il grigio del cemento armato o ravvivano muri degradati della città. Il graffito è una tecnica di pittura come tante altre. Se viene fatto in determinate aree, con determinati progetti e temi a volte è una vera e propria opera d’arte”.

Quali sono i temi più ricorrenti? “Sono quelli attuali come la legalità, il futuro, la crisi, la vivisezione. Ma anche i personaggi che si sono distinti nella vita”.

Pietro Lisacchi