Ma quanto nel passato avvenuto é solo “apostrofo roseo” del modo d’oggi fatto “24/24” ore di parole pronunciate, dette, urlate più o meno saccentemente e sguaiatamente in ogni luogo nessuno escluso. Un’incontinenza verbale patologica, una Babele locutoria che induce “i frostieri” a non capire nulla di ciò che accade e dunque emettere giudizi errati dei quali poi ci lamentiamo.
Accadono cose strane: un Papa che nei primi 100 giorni del suo regno pare abbia detto più cose – non entro nel merito – di tutti i suoi predecessori; una classe politica che pedissequamente ripete le stesse cose, ma allungandone sempre più ogni volta il brodo forse per amnesia delle cose già dette; una magistratura che a sentenze scritte magari dopo sei anni (é accaduto) preferisce parlare, anche sopra le righe; condannati che indirizzano video messaggi – (promozionali?) anziché chiudersi in doverosi silenzi; talk show ad ogni ora del giorno – e notte – con carri di Tespi ben coltivati da ogni conduttore e gente che interviene in diretta che neanche nell’agorà tanto avveniva.
Tutto ciò mentre il paese ha la più grande disoccupazione sopratutto giovanile degli ultimi secoli, una economia già dentro il baratro, una autorevolezza da fogna nera con ambasciatori che vanno alla Farnesina a dettare ciò che i loro paesi vogliono (e sono accontentati!) provincie eliminate ma non troppo e non dappertutto, e poi tutti indagati o da indagare. Il “silenzio d’oro”, dati i prezzi dello stesso, già alienato.
“Taci sulle soglie del bosco non odo parole che dici umane…” Ma D’Annunzio fu vate e non profeta. Peccato: l’Italia avrebbe evitato serial di umiliazioni.
Pino Grimaldi