Libro del prof. Mario Montalbano, ex sindaco di Villarosa tra il 1960 e il 1973

Villarosa. Se un insieme di episodi possono raccontare una vita, il libro del prof. Mario Montalbano “Fatti e ricordi di un sindaco”, presentato a “Palazzo di città” alla presenza dell’ex presidente della Regione Calogero Lo Giudice, è, a suo modo, un’autobiografia. Una “My Way” dell’ ex sindaco di Villarosa tra il 1960 e il 1973, che tra mille problemi e l’arretratezza di un paese che negli anni ‘50 “era rimasto sempre uguale come un grosso borgo contadino” e ricordi di trent’anni di “attività sociale” e “politica locale”, ripercorre un’esistenza scandita da battaglie, gioie e anche dolori come la perdita della mamma o la tragedia del ponte Cinque Archi, dove la mattina del 17 marzo 1962 “la corriera della Sais Caltanissetta – Villarosa – Enna cadde nel fiume” Salso: morirono 14 persone. “La gara di solidarietà dei miei concittadini – scrive il prof. Montalbano – fu grande e commovente”. Sono 184 racconti e fatti presentati in prefazione dalla figlia Maria Teresa, avvocato, che nell’ultima competizione elettorale alle amministrative del comune di Enna concorse alla carica di sindaco. Nei “Fatti e ricordi di un sindaco”, attraverso il racconto dei 13 anni da “Primo cittadino” e non solo c’è il bilancio di un’avventura politica e umana. Episodi che si possono leggere in fila o saltando qua e là, con l’impressione di un filo che sempre li accomuna, descritti non “secondo l’ordine cronologico in cui si sono avverati, ma secondo il gioco dell’altalena” e “quasi volando a capriccio”. E così si possono leggere le richieste di aiuto dei minatori: “Abbiamo occupato la miniera, aiutaci”; alla chiusura delle miniere del 1968/69, dove in un anno “quasi settemila persone emigrarono”. “Eravamo sull’orlo della scomparsa del nostro comune” –scrive Montalbano- da qui la “grande battaglia in consiglio comunale” e la decisone “di coinvolgere il popolo con una manifestazione generale” per chiedere “con forza alla Regione di intervenire” con la realizzazione della diga Morello e di alcune industrie (ndr si realizzò solo la diga e la Plastionica, altre sfumarono). Nei “Fatti e ricordi di un sindaco” c’è anche il compiacimento dei successi: dal rifacimento delle strade, all’edilizia scolastica, alle fognature, all’acquedotto cittadino, all’illuminazione. Ma ci sono anche i giorni del “colpo allo stomaco”, come quando un lavoratore gli si presentò esprimendo “il suo bisogno primario“: “Sono morto di fame!” – gli disse. In ultimo, l’esortazione ai giovani villarosani: “Crescete e fate crescere l’entusiasmo e contagiatevi a vicenda. Non contrapponetevi, insieme proponetevi di mettere radici nel vostro territorio, perché cominci l’alba di un nuovo giorno”.

Giacomo Lisacchi