Ospedale Leonforte. Don Minuto: “c’è forse un assessore regionale disponibile a barattare la sua residenza con un abitante di Leonforte, Assoro o Nicosia”

Leonforte. Altro duro intervento di don Salvatore Minuto, il sacerdote che si è sempre battuto per l’ospedale Fbc di Leonforte e che, anche di fronte a quanto è accaduto nei giorni scorsi, con il decesso di una donna di Gangi a Nicosia, non vuole restare inerme. «La dura realtà – esordisce don Minuto – è stata più immediata, crudelmente più tempestiva di quanto potesse esserlo ogni intento censorio di chi scrive. Oggi non resta che chiederci e chiedere a chi ci amministra, quanto ancora dovrà costare alla nostra gente questa economia, questa corsa a sanare bilanci sulla pelle degli indifesi, quanti ancora dovranno pagare con la salute o con la vita il pareggio di quei bilanci che tutte le amministrazioni hanno sconvolto in anni di pratiche nepotistiche, di ricerche di consensi elettorali, di favori a grandi elettori e gruppi di potere».
«C’è forse un assessore regionale – continua don Minuto – disponibile a barattare la sua residenza con un abitante di Leonforte, di Assoro, di Nicosia e con la certezza di non avere un elicottero funzionante (c’è il riferimento all’elipista del Fbc, i cui lavorio sono sospesi da qualche mese), in caso di emergenza, o un posto in rianimazione per se è per i propri cari in caso di bisogno? Vogliono costoro, i “nostri” servitori (deputati e quant’altri), ammettere, o meno, di aver carpito per l’ennesima volta la buona fede degli elettori promettendo, illudendo, circuendo con le blandizie degne di un saltimbanco alle fiere di paese? Cosa possono dire ai parenti dell’ennesima vittima della loro cinica speculazione? ».
Quindi riferimenti ad auto di servizio, pensioni e appannaggi di deputati e dirigenti e la frecciata al “cuore” di chi non vuole sentire: «Politica è prima di tutto etica, è irrinunciabilmente onestà, anche a costo di non essere graditi o di perdere consenso: parrebbe che nessuno tra gli eletti, oggi, sia disponibile a mettere in discussione il suo indice di gradimento, e meno che mai la sua elezione».
Ne ha per tutti don Minuto: «Viviamo una situazione di gran confusione, di mancanza di programmazione, di incapacità della politica di ascoltare le istanze e di valutare i bisogni reali della società e quanta meno voce hanno i cittadini, tanto più forte è la prevaricazione nei loro confronti. Chi pensa a loro? Me lo domando come sacerdote, da cittadino, da utente: non certo i politici, i vari Judica, i Baldari o l’attuale responsabile Termine, e meno che mai i vari assessori che si sono avvicendati al settore Sanità senza aver saputo dare organicità ad un progetto degno di tal nome». Una botta anche alla Chiesa, «per non far torto alla giustizia umana, facendo autocritica per tutte le volte che ha limitato la sua azione al campo pur importantissimo e fondamentale, dello Spirito, senza avvedersi o trascurando le necessità ed i bisogni concreti del suo gregge, come seppe invece fare più volte Gesù, per darci un esempio che spesso non abbiamo saputo cogliere».