Antiche edicole votive nel territorio di Troina

troina-edicole-votiveIl lavoro di ricerca di seguito esposto ha per oggetto le “edicole votive” presenti nell’ambito del territorio di Troina, monumenti minori che non hanno la pretesa di essere delle vere e proprie opere d’arte, ma che rappresentano da secoli testimonianza di fede e devozione da parte degli stessi abitanti.

Improntata il più delle volte sulla religiosità popolare ma, anche, sulla superstizione e sul culto magico-religioso, l’”edicola votiva” o “edicola sacra”, in dialetto è denominata “santuzza”, “tribunedda” e, più raramente, “altarinu”.

Di alcune edicole, pur esistenti ancora nel tessuto urbano o in aperta campagna, se ne era persa la memoria, di altre invece, ne vengono puntualmente attese la manutenzione e gli addobbi in occasione di ricorrenze religiose. La realizzazione di cappelle o edicole dedicate a divinità era già praticata nell’area mediterranea fin dalla presenza della civiltà fenicio-punica e greco-latina, in particolare, presso i greci e, più tardi, nei diversi culti ellenistici. In epoca romana l’uso di innalzare piccoli santuari in onore di divinità aveva lo scopo di proteggere e sostenere i viandanti nel loro cammino; nel momento in cui la religione cristiana fu riconosciuta ed ufficializzata sotto l’Impero Romano, molte di quelle immagini verranno poco alla volta sostituite dal simbolismo cristiano, in particolare da immagini raffiguranti i primi martiri, il cui culto continuerà ad incrementarsi dopo l’iconoclastia bizantina e nel periodo normanno con effigi, questa volta, a carattere mariano.

Nel Medioevo venivano poste edicole votive all’ingresso e lungo le mura delle città; mentre a partire dal XVI secolo, dopo la peste che colpirà la Sicilia, si imporranno nuovi culti, in particolare quello dei santi eletti a patrono e, tra Seicento ed Ottocento, tali edicole conosceranno un periodo di grande diffusione, adattandosi in maniera armoniosa alle strutture architettoniche ed urbanistiche dei centri abitati. Ecco che il termine “edicola” deriva dal latino “aedicula”, diminutivo di “aedes”, col significato di “tempietto”.

Anche il territorio di Troina, alla pari di altre zone della Sicilia, è ancora oggi caratterizzato da una consistente presenza di edicole votive, antiche o di recente realizzazione, sia nell’ambito del centro abitato, sia nelle campagne. Parte di esse, risalenti a diversi secoli or sono, si sono salvate grazie ai costanti restauri e rimaneggiamenti da parte della pietà popolare. Le edicole che ancora sono presenti o di cui se ne ha notizia nell’ambito del territorio troinese, in base alla loro ubicazione, possono essere suddivise in “edicole votive urbane” e in “edicole votive extraurbane”.

Tra le “edicole votive urbane” sono comprese quelle inserite nel prospetto delle abitazioni private che, a volte, ricordano anche la presenza in quel luogo di una antica chiesa; in secondo luogo, quelle inserite lungo la cosiddetta “strada delle processioni”, un itinerario che solitamente, partendo dalla Matrice, si snoda ancora oggi per le vie del quartiere Scalforio, per poi raggiungere il quartiere San Basilio e risalire per il Borgo, fino a chiudersi nuovamente alla Matrice; infine, quelle poste ai margini del paese, lungo le principali uscite, oltre al cosiddetto “calvario”. Le “edicole votive extraurbane”, punti di riferimento per un’intera zona rurale, poiché luoghi di culto per la recita del rosario o di orazioni nel corso della giornata sorgono, invece, isolate nelle campagne o nei pressi di abitazioni rurali e masserie, a protezione del fondo agricolo e delle colture; esse si riscontrano pure lungo le trazzere ed in prossimità di bivi ed incroci; nei pressi di sorgenti e bevai, accanto ai ponti, a confine dell’antico territorio comunale.

In generale, tali edicole, pur essendo state il più delle volte realizzate da privati cittadini, appartengono a tutta la comunità locale, poiché rappresentano costruzioni a carattere votivo, nate da un culto spontaneo, per un bisogno di rassicurazione e costante presenza del sacro; oppure come atto di devozione e di riconoscenza per una grazia ricevuta. Pertanto, oltre al valore prettamente artistico, esse vanno interpretate, sia in chiave rigorosamente religiosa e sia in chiave antropologica.

Certamente, la funzione delle edicole votive extraurbane risulta più complessa, poiché inserite pure come precisi punti di riferimento, fin’anche indicate minuziosamente nella cartografia dell’I.G.M., fornendo spesso il nome alla località in cui sorgono. Alcune di esse recano inciso il nome del committente e spesso anche la data di realizzazione o, meglio, quella del restauro; in quest’ultimo caso è possibile leggere anche il nome del nuovo committente che ne ha curato lo stesso restauro.

Se le edicole urbane si presentano solitamente incassate nei muri esterni delle abitazioni, la forma consueta delle edicole extraurbane è, invece, quella di un parallelepipedo in conci di pietra locale, alto mediamente poco più di un metro, nella cui parte superiore vi è apposto un vano con tetto ora spiovente, ora piatto o cuspidato, ora con cupola, quasi sempre con una croce in ferro nella parte sommitale. In tale vano o “nicchia” è collocata l’effige oggetto di devozione: un bassorilievo lapideo, una statuetta in gesso o in pietra, un dipinto su intonaco o, in quelle più povere, un santino di carta. L’apertura della nicchia è quasi sempre protetta da un cancelletto in ferro battuto. In pochi casi la stessa nicchia è costituita da due vani diametralmente opposti, oppure decorata finemente e con cura da abili maestri scalpellini. Solitamente, i bassorilievi più diffusi raffigurano il Santissimo sacramento, la Madonna o la Sacra Famiglia, mentre le statuette sono il più delle volte dedicate al Santo Patrono ed a san Giuseppe.

Ancora oggi vi è l’uso, molto vivo ed attivo a Troina, di realizzare delle edicole o di ristrutturare quelle esistenti, e tale tradizione conferma, oltre ad una religiosità diffusa, anche forme di paganesimo. Un buon numero delle edicole votive presenti nel territorio urbano ed extraurbano di Troina, sono state fotografate e censite nel 1983 e, successivamente, ricensite nel corso del 2007. In alcuni casi, a distanza di quasi venticinque anni, si è riscontrato un cambiamento, a volte anche in positivo, del manufatto, poiché salvaguardato o restaurato; in altri casi, invece, si avverte un senso di squallore, poiché l’edicola si presenta abbandonata, il più delle volte ridotta a rudere o quasi del tutto scomparsa. Infatti, una delle cause di degrado di tali manufatti risulta in primo luogo il vandalismo ed il furto, sia attraverso l’asportazione delle immagini e dei bassorilievi custoditi all’interno delle nicchie, sia attraverso l’asportazione di queste ultime, le quali vanno ad alimentare il mercato clandestino dell’antiquariato e delle opere d’arti. Sono circa venticinque le edicole votive di antica realizzazione censite all’interno del centro abitato ed altrettanto quelle censite nelle campagne.

Tra le edicole votive da menzionare, poiché interessanti dal punto di vista storico ed artistico, si fa cenno ad alcune inserite nella cosiddetta “strada delle processioni”, risalenti quasi tutte al XVIII secolo; in un primo gruppo, realizzato lungo il percorso della solenne processione del Corpus Domini, è raffiguro l’ostensorio con il Santissimo Sacramento; in un secondo gruppo, invece, è presente la Madonna Addolorata, la cui processione si tiene il Venerdì Santo. Ed ancora, nel prospetto laterale della chiesa dell’Immacolata si può ammirare un pregevole ovale nel quale compare una Madonna con Bambino; mentre nel prospetto laterale della chiesa dedicata a Santa Lucia, esiste un concio di arenaria nel quale è raffigurato un angelo realizzato nel Settecento. Di buona fattura è, inoltre, una Madonna con Bambino, in procinto di allattare, statuetta incastonata in una nicchia nel prospetto di una abitazione privata nel quartiere “San Rocco”.

Dedicate al Patrono san Silvestro Monaco risultano diverse edicole, delle quali un bassorilievo presente nel quartiere “Corso”, che ha per soggetto san Silvestro in preghiera davanti al Sacramento, assistito da un angelo. Infine, una colonna seicentesca riccamente decorata e sormontata da una croce in ferro, proveniente con ogni probabilità dal cenobio basiliano di San Michele Arcangelo, si può ammirare nel quartiere “Croce”. Era presente, altresì, il cosiddetto “calvario”, ubicato in località “Tre Croci”, posto su di una collinetta in periferia dell’abitato, mèta di processioni e pellegrinaggi durante il periodo quaresimale.

Quanto alle edicole presenti nell’extra-moenia, risultano interessanti quelle poste lungo “Piano Fiera” e la trazzera “Madonna della Via”, dedicate in massima parte a san Silvestro Monaco, patrono di Troina. Una, in particolare, la più conosciuta, sorge accanto ai ruderi di una antica chiesetta basiliana. Un po’ più avanti, in contrada “Ponte”, inserita in un antico fabbricato rurale, è presente una nicchia che conserva “La discesa dello Spirito Santo”. Ma una delle più antiche edicole votive, ormai ridotta a rudere, è ubicata in località “Sotto Badia”, nel punto chiamato “Lavina”, dove fino a qualche decennio fa era esposta una tavola settecentesca in gesso con la raffigurazione di una Madonna con Bambino, oggi conservata nei locali comunali.

Diverse, infine, sono le edicole dislocate un po’ ovunque nelle campagne, nelle quali è possibile osservare dei bassorilievi in pietra locale raffiguranti la Madonna col Bambino, da sola, o accompagnata da san Giuseppe, sotto forma di Sacra Famiglia; in quest’ultimo caso la stessa edicola prende il nome dialettale di “cona” o “santuzza ‘i san Giusieppi”.

Nicola Schillaci

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