Precari. Per la Cisl da solo il Dl non basta, preoccupazione per i 1500 lavoratori ennese

Il fatto positivo per il Segretario Generale Territoriale della Cisl di Enna, Tommaso Guarino, è che con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Dl sulla riforma della P.A. si pone fine all’uso ed al ricorso del precariato nella pubblica amministrazione che era diventato una scorciatoia rispetto al concorso pubblico e introduce meccanismi di stabilizzazione tramite concorso per i precari delle pubbliche amministrazioni stabilendo che il contratto tipico prevalente sia il contratto a tempo indeterminato e che i contratti a termine siano eccezionali e temporanei perché temporanea è la prestazione richiesta.

Però, per Guarino, da solo il Dl non basta. Poiché senza risorse, con gli attuali vincoli di bilancio e il blocco del turn over , i risultati rischiano di essere molto deludenti, per questo occorre trovare strumenti che garantiscano l’occupazione degli oltre 150mila precari delle pubbliche amministrazioni.

Se questo Dl fosse applicato, secondo il Segretario Cisl, nell’isola e in provincia di Enna in particolare, causerebbe non la stabilizzazione ma il licenziamento, a scadenza di oltre il 60% dei precari in atto in servizio nei vari rami dell’amministrazione pubblica.

Poi la situazione del precariato, per Tommaso Guarino, in provincia di Enna è particolare, infatti fra Ente Regione e soprattutto Enti Locali ci sono circa 1500 precari. Poco più di 1000 sono precari storici, alcuni lo sono da 25 anni, la maggior parte da 15. Ci sono poi circa 500 precari recenti. Questi ultimi, secondo il decreto D’Alia, sarebbero già condannati. Ma la situazione non sarebbe migliore per gli altri. La riserva del 50% nei concorsi in Sicilia è una burla. I Comuni non hanno la pianta organica definita e quasi nessuno è in regola coi vincoli finanziari. inoltre non ci sono posizioni concorsuali aperte. In sintesi forse si potrebbero salvare un terzo dei 1500 , ma è un conto ottimistico.

Per la Cisl, siccome la Sicilia sul personale ha potestà legislativa, il governo regionale dovrà varare una sua legge ed avviare un confronto utile anche a reperire le risorse.

Per Guarino, il Governo Regionale deve confrontarsi con il sindacato ed avviare un lavoro serio di censimento ente per ente, tagliando le spese inutili ed improduttive e destinando le risorse liberate proprio alla stabilizzazione dei precari.

Dopo avere definito questo piano e i suoi tempi di attuazione, conclude Guarino, deve presentarsi a Roma con le carte in regola mostrando il suo piano e il disegno di legge che serva per attuarlo e chiedere al governo nazionale una proroga straordinaria biennale per l’attuazione progressiva del piano di stabilizzazione.