Catenanuova. Il mondo contadino fra presente e passato

Catenanuova. Una cittadina che ha vissuto la civiltà contadina come forma di vita primaria, nei primi anni del 1900 e fino agli anni 70. Un pezzo di terra che con i propri frutti permetteva alle famiglie di sopravvivere, in quell’ambiente nasce la famiglia di Salvatore Miritello, padre di Prospero e Felice, due figli, oggi imprenditori nel campo delle grandi costruzioni che in questi giorni hanno voluto ridare ai catenanuovesi uno spaccato di vita contadina del passato, costituendo l’associazione «Terra Nostra». Raccolti in qualche mese, centinaia di oggetti d’uso contadino, di piccole e grandi dimensioni, ben 360, che in previsione della futura nascita di un museo, oggi fanno bella mostra di se nella via P.Umberto e in piazza Marconi, dando vita alla 8^ edizione della «Sagra del grano e del pane», il 20/21/22 settembre, ma sopratutto per dare spazio al ricordo del padre, agricoltore di umili origini, ma dalle grandi doti morali dando seguito al 1° Memorial «Salvatore Miritello», con questa seconda edizione. Profondo amore per il genitore, dai figli Prospero e Felice, ma anche amore per la terra, per il mondo contadino, per quelle cose a volte dimenticate, ma ricercate in tante masserie, lustrate pazientemente dai maestri Corrado Licari e Nicolò Fiorenza e rimessi in moto quei mezzi fermi da anni. Molte regalie a Prospero e Felice, ma anche acquisti, da parte di agricoltori catenanuovesi e non, che avevano custodito gelosamente quegli oggetti. Trovarli in vita, anche per loro è stata una piacevole sorpresa, sorpresa che è diventata curiosità anche negli studenti del comprensivo «Fermi» in visita alla rassegna, con la richiesta dei nomi e dell’utilità di quegli oggetti a loro sconosciuti. Un filo conduttore lo ha trovato Nino Pinerolo in una breve recensione scrivendo: che nonostante la trasformazione culturale odierna, l’origine della gioventù del nostro secolo appartiene ai «viddani» e alla “viddania”, radici che indissolubilmente legano il presente al passato. “La crisi occupazionale del nostro tempo – ha invece sottolineato Prospero Miritello – spesso ci porta a riflettere che una inversione di tendenza verso l’agricoltura, anche se modernizzata, potrebbe dare delle risposte ai tanti giovani ecco perchè è importante tenere un legame vivo con quel mondo che ancora ci appartiene”.

Carmelo Di Marco