Catenanuova. L’esordio di “Terra Nostra” nel panorama culturale ennese

Catenanuova. E’ stata una piacevole sorpresa per il cronista trovarsi all’improvviso di fronte ad un passato che gli appartiene come appartiene alla generazione dei 60enni di oggi. L’avventura nasce nel mese di maggio 2013, con la raccolta di oggetti ad uso contadino, qualcuno funzionante e qualcuno no, che grazie al cultore dell’antico, Corrado Licari, pian piano riprendono luce e funzionalità fino a diventare oggi qualcosa d’importante che è l’amore e il legame con il passato e che rischia di morire se non sarà trasmesso alle nuove generazioni. Nasce così anche nella famiglia Miritello vissuta all’ombra dell’agricoltura, la gioia di scommettersi in quest’avventura, dando vita ad una nuova associazione culturale “Terra Nostra” per preservare questo patrimonio composto oggi da ben 360 pezzi che potrebbero in futuro riempire un museo contadino. Al ruolo di presidente è stato chiamato Salvatore Massimiliano, a quello di vice l’altro Salvatore, mentre i genitori Prospero e Felice assumono il ruolo di cofondatori dell’associazione. Nel ruolo di componenti, Fausta Miritello, Giorgia Miritello, Klizia, Miritello, Antonino Corallo, Corrado Licari, Antonella Passero, Nino Pinerolo, Giuseppe Pappalardo. All’ex assessore Antonella Passero il compito di coordinare la manifestazione, sicuramente in crescendo.

“Questa è la seconda edizione del “Memorial Turi Miritello“ – hanno affermato i figli Prospero e Felice, ed abbiamo potuto rilevare che in Sicilia c’è un forte legame con la famiglia e con le tradizioni, ecco perchè questa manifestazione avrà sempre un seguito negli anni a venire. La nascita di “Terra Nostra”- puntualizzano in coro Corrado Licari e la coordinatrice Antonella Passero, nasce dal desiderio di salvaguardare tutte le attività legate all’agricoltura antiche e moderne. Questo è lo scopo di questa rassegna che porterà i visitatori non più a ricordare il passato in forma astratta, ma piuttosto toccare con mano gli oggetti che nel passato furono fonte di vita ma anche una garanzia per affrontare il loro futuro con difficoltà ma anche con la speranza di riuscire a farcela”.

Carmelo Di Marco