Il direttore del Parco archeologico di Morgantina, l’arch. Enrico Caruso, afferma: “Cittadella è sempre stata il mio cruccio fin da quando mi sono insediato alla direzione del Parco. Mi sembrava e mi sembra inverosimile che il sito da cui prende origine Morgantina non possa essere visitato neanche dai più attenti fruitori dell’archeologia.” Ancora oggi, però, raggiungere la Cittadella è per tutti un’impresa, strade scoscese e cunette che interrompono il deflusso delle acque piovane impediscono di raggiungere il sito agevolmente con normali mezzi di locomozione. E di visitatori disposti ad affrontare i ripidi percorsi che consentono di ammirare le importanti vestigia e il più antico edificio pubblico di Morgantina, dal quale provengono le antefisse fittili policrome a forma di menade, se ne potrebbero trovare se solo fossero messi nelle condizioni di accedere al sito. “Sono davvero grato all’assessorato delle Risorse agricole e forestali ed all’Azienda foreste demaniali – continua Caruso – che in base a precise indicazioni del Governo regionale hanno con il loro lavoro disseppellito le strutture archeologiche dalle piante endemiche infestanti. Sarebbe davvero auspicabile che quest’opera non si fermasse adesso, si dovrebbero cadenzare le pulizie del sito e studiare dei progetti congiunti con il Dipartimento dei Beni Culturali per rendere anche Morgantina arcaica meta importante per la conoscenza della Sicilia. In tal senso ho già preso contatti con il direttore Nunzio Caruso, mio omonimo, per predisporre dei progetti in comune. Cercheremo di portare avanti la collaborazione”. Resta da capire come si può procedere per far sì che qualche turista più curioso si avventuri sulle pendici della Cittadella senza smarrirsi, visitando il sito che non possiede cartellonistica, per capire il senso dei muri riportati alla luce dai forestali. “Stiamo proprio aspettando l’avvio di un progetto sulla cartellonistica per Morgantina – conclude il direttore Enrico Caruso – la gara è in corso ed a giorni dovremmo conoscere la ditta che si sarà aggiudicato i lavori. Ci impegniamo fin d’ora ad inserire almeno tre pannelli che spieghino i resti dissepolti della Cittadella: l’acropoli con il suo tempio arcaico molto allungato, l’antico abitato al centro della collina con la più grande capanna preistorica dell’Età del Ferro ritrovata in Sicilia ed il santuario greco posto all’estremità est del pendio. Ma per fare questo bisogna almeno collegare i tre siti e, in tal senso, ho avuto positive assicurazioni dal responsabile della squadra Cianciolo, che ha mostrato particolare interesse verso l’antica città e si è impegnato a coinvolgere la sua amministrazione al fine di creare almeno due percorsi agevoli tra i due siti ad est e a ovest del pianoro centrale”. L’auspicabile sinergia tra le due istituzioni regionali, quindi, non può che recare buoni frutti a beneficio della collettività.
Angela Rita Palermo