Stop a bicchieri e piatti di plastica, Ddl di M5S li mette al bando in uffici, mense e scuole

Stop a cannucce, bicchieri e piatti di plastica nelle mense comunali e regionali, negli uffici pubblici e perfino nelle scuole.
Lo prevede un disegno di legge presentato in questi giorni dal gruppo parlamentare del Movimento Cinque stelle all’Ars, che mette al bando contenitori e stoviglie monouso non biodegradabili per la somministrazione degli alimenti o delle bevande “alla Regione, nei Comuni, nei consorzi di Comuni, e negli enti, istituti ed aziende soggette alla vigilanza degli stessi, compresi gli istituti scolastici ed attività commerciali”.
Il disegno di legge dice stop anche all’uso di contenitori, cannucce e stoviglie monouso non biodegradabili anche nel corso di feste pubbliche e sagre, consentendo, comunque, l’utilizzo di questi oggetti biodegradabili, dove è prevista la raccolta differenziata dei rifiuti organici.
Il progetto di legge, che vede come primo firmatario il deputato Giorgio Ciaccio, prevede l’utilizzo nelle mense e nelle manifestazioni, almeno in quelle pubbliche, di stoviglie e posate riutilizzabili, sostenendo, anche finanziariamente, le iniziative degli enti locali più sensibili che si sono già mossi in questa direzione.
“La normativa comunitaria e la legislazione nazionale – si legge nella premessa del ddl – a partire dal decreto Ronchi del 1997, hanno posto come principi base della politica di gestione dei rifiuti la prevenzione e la riduzione della loro produzione. Nonostante ciò la prevenzione rimane un concetto pressoché astratto, la cui applicazione, senza sistemi regolamentari precisi, è demandata alla sensibilità, economica più che ambientale, di produttori e consumatori”.
Da questi assunti trae le mosse il disegno di legge, che mira a ridimensionare l’ingente produzione di plastica non biodegradabile che causa un enorme impatto ambientale.
Secondo dati elaborati da “Il Sole 24 Ore” il mercato italiano dei principali prodotti “usa e getta” non biodegradabili di largo consumo in Italia, muoverebbe qualcosa come 4 miliardi di euro.
“Spero – afferma Giorgio Ciaccio – che la Sicilia si ponga come capofila per una soluzione concreta alla questione dei rifiuti che soffoca la nostra terra da anni. E’ un piccolo passo nel solco di quanto fatto in Francia, dove sono stati tassati i prodotti usa e getta. Sicuramente molti non si rendono conto del danno che si fa utilizzando ancora dei monouso derivati dal petrolio e questo non possiamo più permetterlo. Per noi, per la nostra terra e per il nostro futuro”.