Troina: happening con Antonio Ingroia organizzato dall’associazione culturale Gramsci

Privitera Silvano Antonio Ingroia (2)Troina. E’ stato un vero e proprio happening l’incontro con Antonio Ingroia organizzato dall’associazione culturale Antonio Gramsci nell’aula magna dell’Iiss Ettore Majorana dove ad ascoltarlo c’erano 200 persone. In attesa che arrivasse da un momento all’altro Ingroia reduce da un convegno all’Università di Salamanca sul 500° anniversario della pubblicazione del libro “Il principe” di Niccolò Machiavelli, il pubblico, che ha gremito l’aula magna, ha ascolto il concerto di un quarto d’ora dei fratelli Adriano e Daniele Testa, che hanno suonato con il violino, e Salvo Vitale alla fisarmonica (tutti e tre fanno parte del gruppo “I figli dell’Officina”) ed ha visto il video di una ventina di ventina di minuti sul terribile biennio 1992-1993 delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui caddero i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e gli attentati di Milano, Roma e Firenze. Marinella Pacino ha letto lacune brani del famoso articolo del 1975 “Io so, ma non ho le prove”, di Pier Paolo Pasolini sulla strategia della tensione. Rosalba Vitale ha rivolto un indirizzo di saluto agli intervenuti. A introdurre l’incontro è stato Silvano Privitera, che ha descritto il contesto storico in cui sono avvenuti quelle stragi, quegli attentati e la trattativa stato-mafia per porvi fine: la dissoluzione di una classe politica di governo per effetto delle indagini della magistratura sulla corruzione (tangentopoli), il crollo dell’impunità di cosa nostra con la sentenza del maxi processo del 1987 confermata dalla cassazione nel 1992, la fine della guerra fredda e la nascita di Forza Italia. Parlando della sua esperienza di magistrato, Ingroia ha detto che la sua esperienza è quella di un magistrato che lascia la toga per dedicarsi alla politica perché ha acquisto la consapevolezza che per sconfiggere cosa nostra bisogna cambiare lo stato e per cambiare lo stato occorre cambiare la politica.
Privitera Silvano Antonio Ingroia
“La storia d’Italia dalla sua unificazione nel 1861 fino ai nostri giorni è la storia di uno stato che ha deliberatamente scelto di convivere con cosa nostra”, ha affermato Ingroia. La magistratura in Sicilia con Cesare Terranova, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ha fatto grandi passi in avanti nella lotta a cosa nostra e nell’accertamento della verità sulle stragi e gli attentati del biennio 1992-1993, ma ha dovuto subire anche delle brusche frenate. “Da sola la magistratura non ce la può fare, se non c’è una parte del paese che vuole conoscere questa verità. Mi batterò per la verità e la giustizia non più come magistrato, ma come cittadino”, ha detto in Ingroia. Tra Ingroia e il pubblico si è sviluppato un dibattito nel corso del quale sono intervenuti Pasquale Calandra, Alessandro Trovato, Franco Laudani, Giovanni Pacino, Fabio Venezia ed Emiliano La Ganga.