Piazza Armerina. Doppia intimidazione, corona di fiori all’ingresso di impresa e fuoco distrugge rimorchio

Piazza Armerina. Una corona di fiori davanti al cancello di ingresso dell’azienda e un rimorchio andato a fuoco all’interno di un capannone. Torna nel mirino con un doppio atto intimidatorio la ditta di materiale edile Edil Beton di contrada Bannata, già fatta oggetto di un atto intimidatorio lo scorso gennaio, quando alcuni colpi di pistola vennero sparati di notte sul parabrezza di una betoniera parcheggiata all’interno del cantiere. La corona di fiori, del tipo di quelle utilizzate per i funerali, è stata trovata ieri mattina con fiori abbastanza freschi, quindi il gesto intimidatorio dovrebbe risalire alla scorsa notte.
Un chiaro messaggio di morte fatto recapitare sulla barra tubolare che si trova non molto distante dalla statale 117 Bis, vicino ai boschi di Santa Caterina. Il cantiere dell’azienda nell’ultimo periodo non sembra essere in funzione, come confermano gli investigatori. Per questo commissariato di polizia e Squadra Mobile di Enna non sarebbero per ora in grado di indicare con precisione a quanto risalirebbe il secondo episodio intimidatorio, quello dell’incendio di un rimorchio parcheggiato dentro il capannone. In realtà le fiamme non sarebbero state particolarmente intense e non avrebbero coinvolto il resto dell’azienda.
Anzi si sarebbero spente da sole. E quindi non avrebbero attirato l’attenzione degli automobilisti che percorrono ogni giorno la vicina strada statale 117 Bis. Sul posto la polizia ha chiamato una squadra dei vigili del fuoco per avere indicazioni sia sulla natura dell’incendio che sul giorno in cui sarebbe stato appiccato. A condurre l’indagine il vice questore aggiunto Giovanni Cuciti, capo della Squadra Mobile di Enna. L’imprenditrice Maria Concetta Cammarata, amministratore unico della Edil Beton, ascoltata dagli inquirenti, non avrebbe ricevuto richieste estorsive. Anzi a quanto pare non si spiegherebbe le ragioni dell’intimidazione. Dopo l’episodio accaduto a gennaio, con i colpi di arma da fuoco indirizzati ad una betoniera, i proprietari dell’azienda avevano depositato una denuncia al Comando Compagnia dei carabinieri della città dei mosaici. Un fascicolo su quell’episodio era anche finito sul tavolo della Dda, la direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. E fino a quel momento la ditta non aveva mai subito intimidazioni di quel genere. Ma in questi nove mesi non sarebbero emersi elementi determinanti in grado di dare una svolta a quell’inchiesta. Le piste investigative sul nuovo duplice inquietante episodio, adesso, rimangono aperte a 360 gradi. Si cerca di capire quali interessi abbia potuto toccare l’attività d’impresa dell’azienda negli ultimi anni. E non è escluso che possano essere passati al vaglio anche eventuali gare d’appalto o affidamenti di lavoro effettuati negli ultimi anni nel settore dell’edilizia a livello provinciale. Dopo gli spari ai mezzi della sua azienda, lo scorso gennaio, l’imprenditrice Cammarata, disse di sentirsi «isolata da un sistema creditizio e politico che continua a non favorire la crescita», sottolineando di sentire “vicine alcune istituzioni, ma lontane altre”. Un episodio destinato a destare forte preoccupazione in un territorio come quello della provincia ennese, già attraversato da pesanti problemi sociali ed economici. Alta l’attenzione della Prefettura che appena qualche giorno fa aveva inaugurato un’associazione antiracket a Troina.

   

GDS _ ROBERTO PALERMO