“Parleremo dell’oggi e del domani del Comune e della Comunità“ esordisce l‘autore.
“Al di là e al di sopra di ogni appartenenza – continua Paolo Di Marco – abbiamo voluto guardare oltre il quotidiano. Il presente è triste e non alimenta grandi speranze. Cambiare non è più un auspicio o una voglia ma una necessità, cosicché la consapevolezza del nuovo percorso intrapreso può essere la prima scelta giusta in uno scenario grigio e scarsamente coinvolgente“. Temi che riguardano la generalità degli enti locali:
“In questi mesi insieme al sindaco abbiamo provato a riflettere sulle conseguenze dei mancati trasferimenti, della stretta del Patto di stabilità, del volontariato, quale vero futuro delle comunità, e su altro ancora. Tutti temi che ci portano verso l’altro che verrà. Ci siamo domandati cosa ci attende e quali sono i percorsi da intraprendere per non cancellare l‘identità territoriale e culturale di una Comunità. Lo abbiamo scritto e messo nero su bianco“. Il confronto c’è stato e il libro è pronto: “Abbiamo fatto un buon lavoro? Questo non lo so. So invece che il giudizio appartiene al lettore ed è sacro. E’ bene comunque sgombrare il campo da possibili equivoci. Non abbiamo puntato a sommare un plauso in più o ad evitare una critica, nostro obiettivo è invece sollecitare il dialogo, il confronto sulla vita del Comune e della Comunità che cambia“. Paolo Di Marco conclude: “Ritengo che in assoluto uno dei primi step sia l’appropriazione da parte di cittadini e amministratori della consapevolezza del cambiamento in essere. Da li si riparte per immaginare scenari nuovi sui quali ognuno di noi, al di là del ruolo che recita, deve necessariamente trovare spazio e identità, pena la più o meno prossima scomparsa di varie realtà“.