Troina mette in atto la filosofia dei Cittaslow

Troina Figli dell’OfficinaTroina. Con il palatenda la piazza Giacomo Matteotti è tornata ad essere quella che è stata fino agli anni 80’ del ‘900: il luogo della socialità dove ci si dà appuntamento con gli amici per passeggiare e scambiare quattro chiacchiere. Nota anche come la “piazza nuova” per distinguerla da piazza Conte Ruggero, che per contrappunto è chiamata anche “piazza vecchia”, la piazza Giacomo Matteotti è diventata un luogo dove, sotto l’accogliente e capiente palatenda allestito a spese del comune, nei giorni delle festività natalizie e di fine anno, si possono comprare i prodotti tipici della gastronomia locale e dell’artigianato femminile, incontrare le associazioni di volontariato che operano in difesa degli animali e dell’ambiente, assistere a sfilate di moda, ascoltare concerti bandistici e di gruppi musicali, come quello dei “Figli dell’Officina” di Troina, che hanno suonato insieme con il gruppo “ I Sautafossi” di Cesarò, che abbiamo avuto modo di ascoltare. L’ingresso al palatenda è gratuito. E con i tempi che corrono, già questo è di per sé una buona cosa. Il favore che quest’iniziativa del palatenda in piazza Giacomo Matteotti sta incontrando tra i troinesi il successo della notte bianca ad agosto di quest’anno lungo le vie Nazionale ed Umberto I, sollecitano alcune riflessioni e suggeriscono un modello di paese al quale Troina deve tendere, se vuole avere un futuro. Il costo di ciascuna di queste due iniziative è di gran lunga inferiore del costo dei festeggiamenti con cantanti di grido, che per qualche ora di spettacolo si portano via decine e decine di migliaia di euro, e con fuochi d’artificio che mandano in fumo in pochi minuti alcune migliaia di euro. Senza averne piena consapevolezza, o forse senza rendersene ancora conto, Troina sta sperimentando quel modello di “città del buon vivere” ideato da Cittaslow International, l’associazione fondata nel 1999 da Slow Food e da quattro sindaci di piccoli centri italiani e oggi diffusa in 25 nazioni con 150 città associate. La filosofia dei Cittaslow, di cui la notte bianca e il palatenda sono una manifestazione concreta, è quella di tradurre la lentezza in valore positivo (molta apprezzata da quelli che vivono nell’area metropolitana catanese), di mettere al centro il territorio, il saper fare locale, la memoria collettiva, il rispetto dell’ambiente naturale, del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio della comunità e dell’identità locale. Tutti ingredienti indispensabili per innescare un processo di sviluppo locale in grado di autosostenersi e non necessariamente orientato alla crescita quantitativa.
Silvano Privitera