Ospedale Enna. Ecodoppler aortico: lista di attesa sino a marzo 2015

malasanitàEnna. “Per effettuare un ecodoppler ai tronchi aortici deve tornare il 12 marzo del 2015”.Si è sentito rispondere così Giovanni La Valle, segretario provinciale della Funzione Pubblica della Cgil, quando ha presentato la richiesta del medico curante per la effettuazione dell’ecodoppler aortico.” Quindici mesi di attesa per un esame diagnostico così importante sono veramente troppi – ha dichiarato Giovanni La Valle –per cui deve tentare in altre strutture sanitarie oppure andare in studi a pagamento. Di tutto questo, delle tante liste di attesa nei nostri ospedali ne deve parlare con il prefetto perché i tempi di attesa sono lunghi e non giustificabili”. Ma la situazione non si ferma qui perché per una Tac non c’è disponibilità in quanto questa viene fatta solo ai ricoverati interni dei quattro ospedali ennesi; un ecografia all’addome non può essere fatta perchè l’apparecchio è guasto ed anche in questo caso bisogna recarsi altrove. Le lamentele sono parecchie e riguardano tanti settori, nonostante ci siano state recentemente delle assicurazioni che le liste di attese andavano a diminuirsi. Le lamentele hanno riguardato anche il pronto soccorso dove le attese sono tante a causa della presenza, molto spesso di un solo medico, che sicuramente non può tenere testa alle tante richieste che quotidianamente arrivano in un reparto molto importante e delicato come il pronto soccorso che deve essere uno dei reparti più efficienti di una struttura sanitaria perché un intervento tempestivo e valido potrebbe significare la salvezza di una vita. Il commissario straordinario Giuseppe Termine ha sempre sostenuto che si sta lavorando per cercare di diminuire le liste di attesa, per rendere più efficienti tutti i reparti dell’ospedale Umberto I, che è quello maggiormente più frequentato in provincia, ma in alcuni settori questo miglioramento non si è registrato e lo dimostrano il numero delle liste di attesa ed anche i tempi che risultano essere troppi lunghi con la conseguenza di invitare l’utente a rivolgersi a privati o ad altre strutture sanitarie fuori provincia.

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redazione-vivienna