Piazza Armerina. Umidità e colombi minacciano villa romana del Casale

piazza armerina villa casale polifemoPiazza Armerina. Una rondine non fa primavera. Tuttavia, i dati relativi all’anno appena trascorso – a discapito dell’antico proverbio – potrebbero rappresentare un indizio alquanto promettente per il “clou” della stagione turistica alla Villa romana del Casale nella primavera 2014. Il sito archeologico, patrimonio dell’Unesco e fiore all’occhiello del turismo di Piazza Armerina, dal giorno dell’inaugurazione dei nuovi percorsi di visita, avvenuto il 4 luglio 2012, mese dopo mese sta rimontando per numero di visitatori, dopo il crollo avvenuto a causa della chiusura parziale degli ambienti, necessaria per eseguire i lavori di restauro, negli anni tra il 2004 e il 2011.
Dal 1989 ai giorni nostri il picco più alto di presenze alla Villa si registrò nel 2002, con quasi 500.000 visitatori, che fecero guadagnare al sito archeologico (in cui si ammirano 3.500 metri quadrati di pavimenti mosaicati, con scene di vita quotidiana, di caccia e racconti mitologici) il secondo posto dopo Pompei nella graduatoria del numero di visite ai siti archeologici italiani. Negli anni del restauro il minimo di presenze si raggiunse nel 2010 quando visitarono la Villa appena 243.978 turisti. Nel 2012, forse anche per via dell'”effetto riapertura completa”, si registrò un primo passo avanti con 310.777 presenze per giungere al dato parziale delle 325.815 presenze del 2013 a cui manca il numero di visitatori del dicembre scorso, che ancora non è stato reso noto dagli uffici regionali, ma che – sulla base di stime effettuate – potrebbe aggirarsi intorno agli 8.000, determinando un totale di circa 334.000 visitatori per il 2013.
Nonostante il freddo del periodo invernale non incoraggi le gite, dalle statistiche si evince come la visita al sito archeologico rimane comunque apprezzata anche d’inverno. Tanto più che il personale regionale (29 dipendenti, di cui 13 custodi) garantirebbe la copertura dei turni: tre al giorno con 2-3 persone fra biglietteria e vigilanza. Dall’ultima domenica di ottobre all’ultimo sabato di marzo i cancelli d’ingresso rimangono aperti dalle 9 alle 16, giorni festivi compresi. A fine ottobre è entrato in vigore il biglietto “cumulativo” del costo di 14 euro che dà diritto a visitare, entro tre giorni dall’acquisto, oltre che la Villa, anche il museo di Aidone e il sito archeologico di Morgantina. Il biglietto cumulativo è stato al centro di un vespaio di polemiche. Nato con l’obiettivo di incentivare la visita al museo di Aidone e a Morgantina, il cui numero di visitatori è di gran lunga inferiore rispetto alla Villa, è stato salutato con qualche resistenza da quanti auspicavano l’inserimento in biglietto della visita al centro storico di Piazza Armerina: da Palazzo Trigona (dove ci sono già gli uffici del Parco archeologico, in attesa dell’allestimento di un museo che dovrebbe raccogliere i reperti raccolti a Philosophiana, Montagna di Marzo e Monte Navone, oltre ad altri pezzi della Villa Romana) al museo diocesano, fino alla pinacoteca comunale. Un percorso che, secondo i piazzesi, meriterebbe una propria “autonomia” nell’offerta ai visitatori. Ma la strada del biglietto cumulativo (che partendo dalla Villa del Casale è obbligatorio, mentre chi comincia il tour da Aidone può scegliere singoli pezzi del “pacchetto), tracciata dall’assessore regionale ai Beni culturali, Mariarita Sgarlata, sembra ormai irreversibile.
La Villa romana del Casale assomiglia tanto a una casa molto grande, che per essere tenuta in ordine – a livello di manutenzione e pulizia – richiede un dispendio finanziario non indifferente. Le problematiche legate alla cartellonistica e ai percorsi di visita per i disabili sono state risolte. Rimangono i disagi relativi alla pulizia che richiederebbe la presenza quotidiana di personale altamente specializzato nella manutenzione dei mosaici.
Proprio la bellezza dei pavimenti mosaicati con scene uniche al mondo, come Ulisse nella grotta di Polifemo e le dieci ragazze in bikini, nonostante i recenti restauri, rischia di andare perduta a causa della umidità e della salinità di risalita dal terreno sottostante e dell’acidità del guano dei colombi che soggiornano sotto le nuove coperture.
Preoccupazioni hanno vissuto anche i “vicini di casa” della Villa del Casale, ossia i venditori di souvenir che lavorano presso l’area commerciale attigua al sito Unesco, le cui attività hanno risentito della chiusura parziale della Villa negli anni di restauro. Con i fondi Pit qualche anno fa si realizzò una nuova area di vendita. Ma il trasferimento delle attività dei commercianti dal mercato giornaliero, che si trova sul sedime della strada provinciale 90, sempre a pochi metri dalla Villa, non è ancora del tutto avvenuto perché l’area, su cui hanno competenza enti diversi (Comune di Piazza Armerina, Provincia di Enna, Ente Parco Archeologico), presenta tante questioni aperte: strade polverose, carenze alla rete idrica e fognaria. Difficoltà alle quali grazie a parecchi tavoli tecnici, l’ultimo svoltosi nei primi giorni del dicembre scorso, adesso si sta finalmente ovviando. I lavori che permetteranno ai venditori di souvenir la definitiva sistemazione presso l’area denominata “Pit 11” dovrebbero essere ultimati nel marzo di quest’anno.
La primavera porterà, dunque, oltre ai pullman carichi di turisti anche, si spera, una nuova serenità lavorativa a tutto l’indotto turistico piazzese – negozi di souvenir, bed&breakfast, alberghi, ristoranti, tour operator- che gravita attorno alla Villa e non solo.


Marta Furnari