All’Oasi di Troina si sono curati i sintomi ma non le cause della malattia

Troina. “Sopravvenienza attiva” è il neologismo che è stato inventato per definire quella sorta di miracolo che ha consentito ai dipendenti dell’Oasi di recuperare gran parte, ma non tutte, di quella decina di mensilità arretrare di stipendio che avanzano da tempo. Il pagamento di gran parte delle mensilità arretrate non è una cosa da poco conto, se si pensa che l’Oasi Maria SS, con i suoi 700 dipendenti, rappresenta la più grande concentrazione di lavoratori dipendenti esistente in provincia di Enna. Quel neologismo è echeggiato nell’assemblea dei dipendenti convocata dalla Cisl svoltasi ieri nella tarda mattinata. Per porre fine ad un contenzioso per interessi su prestiti che si trascinava da qualche anno, l’Oasi Maria SS e l’Unicredit hanno raggiunto un “accodo transattivo”, che ha consentito all’Oasi di recuperare le somme necessarie a pagare una parte consistente delle mensilità di stipendio arretrate. Con i soldi recuperati con quest’accordo transattivo, si sono curati i sintomi ma non le cause della malattia. Come ha spiegato il segretario aziendale della Cisl, Maurizio Sturnio, introducendo la discussione, l’assemblea dei dipendenti è stata convocata per fare il punto della situazione ed un bilancio dell’azione del Cisl nel 2013, un anno che stava per chiudersi non molto bene, ma che, per quella “sopravvenienza attiva”, per fortuna non si è chiuso male. All’assemblea sono intervenuti Angelo Pirrera e Gianfranco Di Maria della Cisl territoriale di Enna, che hanno ricordato l’impegno della Cisl, dalla segreteria aziendale alla segreteria regionale passando per quelle territoriale, nel porre con forza all’attenzione dell’assessore regionale alla sanità, Lucia Borsellino, la questione Oasi prima che se ne occupassero altri. Sia in quello che hanno detto i tre sindacalisti della Cisl sia in quello che hanno detto i dipendenti intervenuti nella discussione, che ha anno chiesto il rinnovo dei contratti fermi al 2005, si è colta una moderata soddisfazione per come si è chiuso il 2013, ma anche una certa preoccupazione per il futuro. Che l’Oasi sia un’Irccs di eccellenza per la professionalità dei suoi dipendenti e per la qualità dei servizi erogati, la Cisl ne è convinta, ma non pensa che lo sia dal punto di vista della condizione dei dipendenti per il ritardo che accumula nel pagamento delle retribuzioni. La Cisl, che non è un sindacato che ispira la sua azione ad una logica conflittuale del muro contro muro, punta all’attuazione integrale del piano di rientro concordato con l’amministrazione dell’Oasi nel mese di maggio del 2013 e all’adozione di misure utili ad evitare che si ripeta in futuro quello che è accaduto fino ad ora. Tutto ciò sarebbe possibile, se nel consiglio di amministrazione dell’associazione Oasi Maria SS fossero presenti anche i rappresentati dei dipendenti. Conoscendo la concezione che il suo fondatore ha delle relazioni sindacali, è difficile raggiungere questo traguardo, ma non impossibile. Nel Jobs act di Matteo Renzi, nel capitolo sulle regole, è indicato l’obiettivo di “realizzare una legge sulla rappresentatività sindacale e garantire la presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei consigli di amministrazione delle grandi aziende”.
Silvano Privitera