Allarme amianto in molti edifici di Piazza Armerina

Piazza Armerina. Allarme amianto in città. Non passa giorno che non viene denunciata agli organi competenti, da parte delle comunità piazzese la presenza di eternit (materiale altamente cancerogeno contenente amianto) in strutture cittadine come la copertura dell’ex cinema Ariston, i capannoni dell’ex istituto tecnico, attiguo agli uffici comunali di via Muscarà e sui tetti di abitazioni con ancora serbatoi d’acqua dello stesso pericoloso materiale in diverse zone del cerchio urbano e nelle discariche dove ignoti abbandonano ogni tipo di questo pericolosissimo materiale.
Piazza Armerina è da tempo sotto l’occhio dei media per l’aumento di tumori per cui il diritto alla salute delle persone non è un valore negoziabile da nessuno e per nessuna ragione e per questo motivo l’amministrazione deve mobilitarsi per risolvere questo gravissimo problema. La precedente amministrazione aveva deciso, avendo trovando la somma necessaria (quantificabile all’incirca sui 400 mila euro) di abbattere l’ex cinema Ariston e di realizzare un parcheggio anche contro coloro che chiedevano la sua ristrutturazione con la realizzazione, oltre una sala cinematografica anche una sala convegni. Erano e sono idee condivisibili ma il problema rimane come smaltire il materiale cancerogeno avendo questo costi elevatissimi. La stessa situazione si verifica sulla copertura dei capannoni dell’ex Istituto Tecnico industriale confinante con la delegazione comunale del viale G. Muscarà. Bene, tocca ora alla neonata amministrazione Miroddi trovare il modo di risolvere in tempi brevi la problematica adeguandosi alla legge nazionale e l’impegno da parte del consiglio comunale nella sua interezza.
ecuperare i sette capannoni con una copertura salva vita potrebbe essere la svolta per realizzare, finalmente, un vecchio progetto: quello di un mercato coperto nel centro cittadino. E’ nota la pericolosità che arriva dalle polveri dell’eternit che inalandoli creano grossi problemi ai polmoni e gravi conseguenze.
Piero Cancarè