

Enna. I guai per Turi Seminara, l’imprenditre agricolo di Mirabella Imbaccari, ritenuto il responsabile provinciale della famiglia di Cosa Nostra, non finiscono mai, perché non solo viene accusato di operazione malavitosi, come le estorsioni, di avere un patrimonio che supera i 10 milioni di euro, ma, ora secondo i carabinieri lo stesso sarebbe responsabile di avere perpetrato una truffa nel campo dei contributi agricoli di parecchie centinaia di migliaia di euro. E’ stata la Procura di Caltagirone a chiudere nei confronti di Turi Semiara, difeso dagli avvocati Silvano Domina e Francesco Maglione, il quale viene accusato di avere ricevuto contributi comunitari da parte dell’Agenzia nazionale Agea per un valore di circa 250 mila euro e sono stati contributi ricevuti indebitamente in quanto Seminara non aveva i requisiti per averli. Questo è sicuramente un capitolo nuovo a carico dell’imprenditore agricolo di Mirabella Imbaccari, che ora dovrà dimostrare che i contributi ricevuti dall’Agea erano regolari a monte di una certificazione anch’essa regolare. Tutto, ovviamente, non ha niente a che fare con le accuse che gli muovono la Dda di Caltanissetta, che lo additano come il responsabile provinciale della famiglia di Cosa Nostra e che lo avevano portato ad essere condannato a sei anni di reclusione per associazione mafiosa, condanna che la Cassazione ha annullato, trasmettendo tutto il carteggio alla Corte di appello per la rivisitazione del processo. L’accusa della procura di Caltagirone è altra cosa in quanto si sostiene che l’azienda agricola, chiamata dai carabinieri “Grande Feudo” , che si trova tra Mirabella Imbaccari e Piazza Armerina, è cresciuta grazie ai contributi comunitari indebitamente percepiti e che raggiungono, in dieci anni, la ragguardevole cifra di circa 450 mila euro. Per i carabinieri, i tanti terreni avuti in affitto, e che gli hanno consentito di ottenere i contributi comunitari, non era stati presi con certificazione corrette, in quanto i contratti di locazione vengono ritenuti falsi, e quel che è peggio le firme delle persone proprietarie dei terreni non sapevano niente di richieste di contributo, e qualche proprietario addirittura era deceduto da tempo.