Enna. Operazione “Go Kart” 49 arresti + 2 per traffico stupefacenti, estorsioni, rapine, detenzione di armi a Catenanuova, Regalbuto e Centuripe

Disarticolate le famiglie mafiose di “Cosa Nostra” e del “clan Cappello” operanti sui comuni cerniera fra le provincie di Enna e Catania

Pista GO KART di Catenanuova

Pista GO KART di Catenanuova


49 persone sono state arrestate, nel corso della notte, per associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, rapine, detenzione di armi ed altro; altre due colti in nottata in flagranza di reato, presso l’abitazione di uno degli arrestati Michael Prestifilippo Cirimbolo), con armi e droga.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, sono state eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Enna e della Compagnia di Nicosia

Video dell’operazione “Go Kart” del 18 febbraio 2014


180214 enna go kart (30)L’ operazione oggi eseguita –a coronamento di indagini condotte dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna e della Compagnia Carabinieri di Nicosia e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanisetta– ha colpito le famiglie delle organizzazioni di stampo mafioso -“Cosa Nostra“ e “Clan Cappello”- che hanno operato in modo sanguinoso per il controllo dei Comuni al confine tra la Provincia di Enna e la Provincia di Catania, in particolare, Catenanuova, Regalbuto e Centuripe.

Malgrado una popolazione di soli 5.000 abitanti, Catenanuova è stata teatro, a partire dal 1995 circa, di sette omicidi di stampo mafioso e tre casi di lupara bianca, a seguito di contrasti interni alle organizzazioni criminali e poi tra le diverse organizzazioni.

180214 enna mafia go kartL’operazione “Fiumevecchio”, eseguita nel corso del 2011, aveva portato all’arresto per il reato di associazione mafiosa, tra gli altri, di PASSALACQUA Filippo, ritenuto capo carismatico di un’ articolazione del Clan Cappello operante a Catenanuova, che aveva assunto il controllo del paese dopo l’attentato all’uomo d’onore RICCOMBENI Prospero e dopo l’eliminazione di PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore ucciso il 15 luglio 2008. Per quest’ ultimo delitto è in corso il processo a carico del predetto PASSALACQUA Filippo e del cognato SALVO Giovanni Piero, vertice di una squadra del Clan Cappello di Catania, operante nel quartiere di Librino.

Dopo gli arresti dell’operazione Fiumevecchio, che avevano indebolito la squadra di PASSALACQUA riconducibile al Clan Cappello, i vecchi uomini di Cosa Nostra tentavano di riorganizzare la famiglia a Catenanuova. A tal fine LEONARDI Salvatore, detenuto attualmente al 41 bis, dava incarico, nei primi mesi del 2012, al cugino LEONARDI Prospero ed al cognato DRAGO Angelo, (quest’ ultimo tra gli odierni arrestati) di riportare Catenanuova sotto il controllo di Cosa Nostra. Il tentativo di LEONARDI Prospero, che già aveva preso contattati con esponenti mafiosi di altri centri, aveva avvisato alcune persone sottoposte al “pizzo” della nuova leadership e aveva intimato agli esponenti del gruppo di PASSALACQUA Filippo di ritirarsi e di lasciare alla sua organizzazione il controllo del territorio, veniva stroncato il 23.05.2012, con l’uccisione dello stesso LEONARDO Prospero ed il ferimento di DRAGO Angelo.
Nello stesso attentato si salvava fortunosamente Salvatore DI GIOVANNI, al quale il LEONARDI Prospero aveva chiesto aiuto per il suo progetto criminale.

Da quel momento la squadra criminale riconducibile al Clan Cappello prendeva il controllo assoluto del territorio.

180214 enna go kart (29)Le indagini si sono avvalse dell’apporto di due collaboratori di giustizia, MAVICA Antonino, uomo d’onore poi transitato nella squadra di PASSALACQUA Filippo, che ha iniziato a collaborare nel luglio 2012 dopo l’uccisione del cognato LEONARDI Prospero e del predetto DI GIOVANNI, che ha iniziato a collaborare la notte stessa dell’uccisone del LEONARDI Prospero. Tuttavia gran parte degli elementi di prova sono stati acquisiti grazie a numerosissime attività tecniche corredate da servizi di O.C.P. (osservazione, controllo e pedinamento) arresti in flagranza per reati in materia di stupefacenti, sequestri.

Si è evidenziata una profonda differenza tra gli interessi criminali della vecchia famiglia di Cosa Nostra e quelli della nuova organizzazione criminale di Catenanuova legata al Clan Cappello.

Cosa Nostra controllava il territorio, assicurandosi i proventi illeciti prevalentemente attraverso l’attività estorsiva ed operando solo occasionalmente nel settore degli stupefacenti.
L’articolazione costituita a Catenanuova dal clan CAPPELLO aveva inizialmente “rilevato” l’attività estorsiva di Cosa Nostra, che permetteva alla famiglia ed ai catanesi del clan CAPPELLO (in particolare della squadra di SALVO Giampiero) un introito annuo di circa trenta mila euro (in particolare le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia catanesi D’AQUINO e PETTINATI), ma progressivamente aveva spostato la sua azione sulla gestione quasi integrale del traffico di stupefacenti, che garantiva ampi profitti anche agli esponenti catanesi del clan CAPPELLO.
Negli ultimi due anni, infatti, il traffico di stupefacenti risulta essere diventato l’attività principale e maggiormente redditizia.

Tuttavia, ancora nell’estate del 2013, i vertici catanesi del clan CAPPELLO ratificavano la nomina di VENIA Salvatore quale esponente dell’associazione specificamente incaricato della attività di riscossione delle estorsioni.
In ogni caso, secondo quanto è emerso dalle indagini, l’interesse dei vertici catanesi del clan CAPPELLO non era quello di assicurarsi i proventi, peraltro presumibilmente non particolarmente ingenti delle attività estorsive sul territorio, ma quello di far sentire in maniera tangibile la presenza di un’organizzazione mafiosa capace di controllare il paese, in modo da “avere una spalla” anche a Catenanuova.

180214 enna go Kart002Il reale interesse dell’organizzazione mafiosa era quello di assicurarsi il monopolio assoluto per la vendita degli stupefacenti in un paese di confine, dove potevano arrivare acquirenti sia dai paesi della provincia di Catania sia da paesi della provincia di Enna

Attraverso “squadre” specificamente organizzate, gli esponenti di Catenanuova del Clan CAPPELLO, avvalendosi del controllo mafioso esercitato sul territorio, hanno potuto gestire lo spaccio degli stupefacenti (della marijuana e dello SKUNK in particolare) escludendo ogni “concorrenza” ed assicurandosi, con metodi mafiosi, un monopolio di fatto, che ha garantito a loro ed ai loro referenti catanesi, fornitori dello stupefacente, tutti inquadrati nel clan CAPPELLO, consistenti profitti.

In particolare nell’ambito dell’unica articolazione di Catenanuova del clan CAPPELLO, venivano organizzate due distinte squadre che trattavano gli stupefacenti; la prima faceva capo a TIRENDI Salvatore e TIRENDI Antonio (dopo l’uscita di scena di PASSALACQUA Filippo), entrambi contemporaneamente organizzatori della squadra che si occupava del traffico dello Skunk ed affiliati dell’associazione mafiosa; l’altra squadra , che si occupava anche di cocaina secondo i collaboratori di giustizia, faceva capo a PASSALACQUA Gaetano, anch’egli simultaneamente organizzatore della squadra degli stupefacenti e affiliato della stessa organizzazione mafiosa.

Nel corso delle indagini sono stati eseguiti vari sequestri di marijuana e Skunk.
In particolare nel febbraio 2013 TIRENDI Salvatore ed il figlio Carmelo venivano tratti in arresto con 2 Kg. di Skunk.

Nell’agosto del 2013 uno dei fornitori catanesi tale SAPUPPO Ignazio lasciava in un luogo convenuto nelle campagne nei pressi del kartodromo dei TIRENDI 1 Kg di marijuana all’interno di un cuscino, a disposizione della squadra finalizzata al traffico di stupefacenti, diretta in quel momento da Antonio TIRENDI.

Tuttavia i Carabinieri arrivavano prima dell’organizzazione a recuperare lo stupefacente che dunque non veniva rinvenuto dagli affiliati di Catenanuova che iniziavano a cercalo freneticamente, tentando di individuare coloro che avrebbero potuto rubarlo.

Malgrado ciò la fiducia tra i fornitori catanesi e la squadra di Catenanuova non si incrinava in nessun modo a dimostrazione di un legame criminale serio e consolidato.

Con le recenti indagini è stato possibile, da una parte, di delineare l’organico dell’articolazione del “Clan CAPPELLO” operante a Catenanuova, facente riferimento al detenuto PASSALACQUA Filippo ed attualmente dominante nel territorio, malgrado lo stato di detenzione del suo temuto capo. Dall’altra si è riusciti completare, anche grazie all’apporto dei collaboratori di giustizia di Catenanuova già citati, il quadro dei soggetti inseriti nella famiglia di “Cosa Nostra” sin dagli anni 90, alcuni dei quali già colpiti da precedenti ordinanze e da sentenze di condanna.
Su questo versante si è potuto fare luce sulla ventennale attività estorsiva posta in essere dalla famiglia di cosa nostra sin dagli anni 90; tale attività criminale era stata ereditata e fatta propria intorno al 2007 dall’articolazione del clan CAPPELLO capeggiata da PASSALACQUA Filippo.
Alcuni imprenditori, hanno ammesso, a fronte delle stringenti contestazioni, di aver pagato la messa a posto sin dagli anni 90 ai vari “Boss” che si sono succeduti (tra questi anche l’ucciso PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore). Altri, hanno negato anche perché secondo quanto emerso dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dalle attività tecniche di indagine, di fatto “vicini” alle organizzazioni criminali.

LE INDAGINI SU REGALBUTO

180214 enna go Kart005La parte dell’indagine su Regalbuto, dove è stata dimostrata l’esistenza di una articolazione consistente di cosa nostra ennese, ha preso avvio dall’azione di contrasto al traffico di stupefacenti operata dalla locale compagnia Carabinieri.
I successivi sviluppi investigativi hanno portato alla individuazione di diversi esponenti della famiglia mafiosa locale, tutti dediti oltre che al traffico di stupefacenti, anche alle estorsioni.
È stato dimostrato come gli esponenti di vertice di un tempo, identificati nelle indagini in Militello Enzo e successivamente in Raisi Salvatore, deceduto durante le indagini, siano stati sostituiti da nuove leve, tra le quali gli elementi principali sono certamente i fratelli ARCODIA PIGNARELLO Antonio e Sebastiano, e SCHILLACI Silvestro, che si sono avvalsi di numerosi soggetti con i quali venivano commesse le attività di spaccio e le estorsioni. Tra questi vanno menzionati SCRAVAGLIERI Vito, CATALANO PUMA Mario, CARDACI Samuele e PINTAUDI Davide.
Altri ragazzi sono stati utilizzati di volta in volta come manovalanza sia per lo spaccio al minuto che per la commissione di incendi.

Le attività tecniche, che hanno messo in luce i legami dell’associazione mafiosa di Regalbuto con la città di Catania e con altri centri dell’ennese, hanno portato ad accertare l’interessamento della criminalità mafiosa catanese ed in particolare di SCALIA Mario, vicino al clan Santapaola, al mercato degli stupefacenti dei paesi limitrofi della provincia di Enna.
Inevitabile, si è quindi profilato tra l’estate e la fine del 2009 il contrasto con gli esponenti del clan Cappello che avevano preso il controllo del vicino centro di Catenanuova.
Sono gli stessi collaboratori MAVICA e DI GIOVANNI a descrivere con particolari che hanno trovato ampio riscontro, un incontro per dirimere il contrasto avvenuto a Catenanuova tra uomini di cosa nostra regalbutese e i membri del clan Cappello venuti a Catenanuova, incontro avvenuto prima dell’arresto di Passalacqua Filippo, e che finisce con il lasciare il paese di Regalbuto a cosa nostra ennese, senza spargimento di sangue proprio per tale evento.

180214 enna go Kart004Alle dichiarazioni dei due collaboratori, oltre a numerosissime intercettazioni telefoniche ed ambientali, si sono affiancata da un lato le involontarie propalazioni di Leonardi Salvatore e della moglie Cicero Agata, che nei loro colloqui in carcere intercettati nel 2010 accennano esplicitamente alla situazione di Regalbuto ed ai fratelli Arcodia, e le dichiarazioni di un giovane spacciatore consumatore di Regalbuto – Minissale Alessandro – che avendo recentemente deciso di lasciarsi alle spalle i guai giudiziari già subiti ha iniziato dapprima spontaneamente, e poi in conseguenza delle minacce ricevute dagli associati, a raccontare fatti ed episodi dei quali egli stesso è stato protagonista per conto degli associati Arcodia Tony ed in particolare Schillaci Silvestro detto Silvio.

Di rilievo appare in particolare la sua confessione dell’incendio a scopo intimidatorio di un azienda di produzione di prodotti in p.v.c. per l’agricoltura, avvenuto nella notte tra il 24 ed il 25 agosto del 2011 ed ancora la confessione di altro incendio a scopo estorsivo, nonché le sue dichiarazioni circa l’attività di spaccio operata per il gruppo mafioso ed in particolare per il duo Schillaci – Arcodia Pignarello.

Riscontro di eccezionale rilievo alle sue dichiarazioni emerge in ogni caso dalle attività tecniche avviate in ordine al riferito pestaggio di altro giovane del gruppo, costretto ad allontanarsi da Regalbuto in conseguenza di contrasti legati verosimilmente al ritardo nel pagamento di partite di stupefacenti.
È certo comunque che il gruppo sin dal 2008 si occupasse tanto dello spaccio di cocaina che di sostanze come l’hashish e la marjuana.

Di particolare rilievo per la dimostrazione della finalità estorsiva dell’associazione è comunque la collaborazione prestata da alcune delle persone offese, che hanno consentito di chiudere, con le loro dichiarazioni, il quadro indiziario a carico dei personaggi di spicco dell’associazione mafiosa di Regalbuto.

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L’operazione è stata denominata “Go Kart” in quanto il centro direzionale del traffico di stupefacenti a Catenanuova da parte della squadra dei TIRENDI si svolgeva nei pressi della pista di “Go Kart” gestita dalla famiglia TIRENDI.

SOGGETTI FACENTI PARTE DELL’ASSOCIAZIONE “COSA NOSTRA” FAMIGLIA DI CATENANUOVA – GRUPPO LEONARDI SALVATORE

1. LEONARDI Salvatore, nato a Catania il 17.06.1966, in atto detenuto presso la Casa Circondariale dell’Aquila in regime dell’art. 41 bis Reg. Pen;
2. MARLETTA Salvatore, nato a Catania il 02.07.1959, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta;
3. CHISARI Salvatore, nato a Paternò (CT) il 21.03.1977, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di San Cataldo (CL);
4. RICCOMBENI Prospero, nato a Catania il 03.12.1971, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta;
5. DRAGO Angelo, nato a Siegen (D) il 17.02.1970, residente a Catenanuova (EN);
6. RUSSO FANO Sebastiano, nato a Catania il 27.02.1975, residente a Cesano Maderno (MB) .

SOGGETTI FACENTI PARTE DELL’ ARTICOLAZIONE DEL CLAN CAPPELLO OPERANTE A CATENANUOVA

1. PASSALACQUA Filippo, nato a Catenanuova (EN) il giorno 1 gennaio 1980, residente a Catania, in atto ristretto presso la Casa Circondariale di Milano Opera in regime dell’art. 41 bis Reg. Pen.;
2. PASSALACQUA Gaetano, nato a Catania il 28.09.1978, residente a Catenanuova (EN) ;
3. CARDACI Orazio, alias “favi frischi”, nato a Paternò (CT) il 10.10.1980, residente a Catenanuova (EN) ;
4. VENIA Salvatore, alias “faccia di vecchia”, nato a Catenanuova il 15.06.1962, ivi residente,
5. SACCONE Antonino, nato a Regalbuto (EN) il 06.07.1973, residente a Catenanuova (EN) ;
6. GUAGLIARDO Stefano, nato a Enna il 20.12.1983, residente a Catenanuova (EN),
7. TIRENDI Salvatore, nato a Catenanuova (EN) il 18.12.1965, ivi residente, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta;
8. TIRENDI Antonino, nato a Enna il 27.05.1990, residente a Catenanuova (EN) ;
9. TIRENDI Carmelo, nato a Catania il 27.09.1994, residente a Catenanuova (EN), celibe, già agli arresti domiciliari.

TRAFFICANTI CATANESI COLLEGATI AL CLAN CAPPELLO, FORNITORI DELLA SQUADRA DEI TIRENDI
1. FINOCCHIARO Rocco, nato a Catania il 04.12.1974, ivi residente, fioraio;
2. SAPUPPO Ignazio, nato a Catania il 17.12.1968, ivi residente,
3. CAVALLARO Sebastiano, nato a Catania il 02.01.1992, ivi residente;
4. FINOCCHIARO Alessio, nato a Catania il 29.071994, ivi residente,
5. SCALISI Antonino, nato a Biancavilla (CT) il 21.05.1988, residente ad Adrano (CT),
6. SCALISI Nicolò, nato a Adrano (CT) il 27.11.1955, ivi residente;
7. SCALISI Valerio, nato a Biancavilla (CT) il 14.07.1990, residente ad Adrano, .

ALTRI FORNITORI DELLA SQUADRA DEI TIRENDI
1. FIORENZA Mariano, inteso “Don Mario” nato a Centuripe (EN) il 25.01.1946, residente a Catenanuova (EN);

ASSOCIATI ALLE SQUADRE FINALIZZATE AL TRAFFICO DI STUPEFACENTI OPERANTI NELL’AMBITO DEL CLAN CAPPELLO A CATENANUOVA
2. FRISENNA Filippo, nato a Catenanuova (EN) il 29.12.1980, ivi residente ;
3. CAPUTA Mario, nato a Desio (MI) il 14.11.1985, residente a Catenanuova;
4. DI MARCO Prosperino, inteso “Rino” nato a Catania il 28.04.1990, residente a Catenanuova (EN) ;
5. ZAMMATARO Salvatore, alias “Turi u Nanu” nato a Catania il 21.12.1989 residente a Catenanuova (EN);
6. SPICUZZA Giacomo, nato a Catania il 18.10.1981, residente a Catenanuova (EN) .;
7. SCAFFIDI Giuseppe, alias “cocorito”, nato a Enna il 23.01.1993, residente a Catenanuova (EN) ;
8. SAITTA Davide, nato a Catania il 08.01.1989, residente a Catenanuova (EN);
9. MAUGERI Andrea, nato ad Enna il 06.01.1990, residente a Catenanuova (EN);
10. PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Michael, nato a Catania il 12.05.1990, residente a Catenanuova (EN) ;

ALTRI INDAGATI DI RAPINA ED ESTORSIONE
1. DISTEFANO Angelo, inteso Zu Angelo, nato a Paternò (CT) il 23.03.1958 ivi residente, in atto detenuto presso la Casa Circondariale Catania-Piazza Lanza,
2. CANCEMI Alessandro, nato Biancavilla (CT) il 31.07.1982, residente a Catenanuova, già agli arresti domiciliari per altra causa;
3. MAZZAGLIA Emanuele, nato a Biancavilla (CT) il 12.12.1977, residente a Belpasso,
4. MAZZAGLIA Giuseppe Carmelo, nato a Ragalna (CT) il 16.07.1960, anagraficamente residente a Iolanda di Savoia (FE), domiciliato a Santa Maria di Licodia (CT) .

FORNITORE DI ARMI
1. CARBONARO Antonino, detto Tony, nato a Paternò (CT) il 28.03.1984, residente Santa Maria di Licodia (CT),

SOGGETTI FACENTI PARTE DELL’ASSOCIAZIONE COSA NOSTRA- OPERANTE A REGALBUTO – SCHILLACI / ARCODIA PIGNARELLO
2. SCHILLACI Silvestro, nato Catania il 05.08.1981, residente Regalbuto ;
3. ARCODIA PIGNARELLO Antonio, detto “Tony”, nato Enna il 08.08.1978, residente Regalbuto (EN);
4. ARCODIA PIGNARELLO Sebastiano, detto “Seby”, nato Catania il 31.01.1977, residente Regalbuto (EN) ,
5. CARDACI Samuele, nato Catania 01.01.1984, residente Regalbuto,
6. SCRAVAGLIERI Vito, nato ad Adrano (CT) il 11.08.1984, residente Regalbuto;
7. PINTAUDI Davide, nato ad Enna il 21.5.1981, residente a Regalbuto;
8. CATALANO PUMA Mario, nato Catania il 09.09.1983, residente Regalbuto C.da Difesa s.n. in atto detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Enna.

SPACCIATORI COLLEGATI O SOTTOPOSTI AL GRUPPO SCHILLACI / ARCODIA PIGNARELLO.
1. SCALIA Mario, nato Catania il 01.10.1954, ivi residente ;
2. CHIANETTA Massimo, nato Bollate (MI) il 26.03.1971, residente Regalbuto (EN),
3. SCAGLIONE Salvatore Calogero, nato ad Adrano (CT) il 27.12.1984, residente a Regalbuto (ai domiciliari).

SOGGETTI FACENTI PARTE DI COSA NOSTRA A CENTURIPE
1. GALATI MASSARO Gianni, detto anche Giovanni, nato a Biancavilla (CT) il 31.01.1975, di fatto domiciliato a Regalbuto (EN), già detenuto presso la Casa Circondariale Catania Bicocca per altra causa;
2. GALATI MASSARO Santo, nato a Biancavilla (CT) il 22.07.1981, residente a Centuripe (EN)

Gli arrestati sono stati tradotti presso diverse carceri dell’Isola (Enna, Palermo, Augusta e Messina) ed il RUSSO FANO Sebastiano presso la Casa Circondariale di Monza, mentre ai soggetti già detenuti l’Ordinanza di Custodia Cautelare è stata notificata presso le sedi delle Case Circondariali già di rispettiva reclusione.

Capi di imputazione:
1. ARCODIA PIGNARELLO Antonio, detto Tony, nato Enna l’8.8.1978,
2. ARCODIA PIGNARELLO Sebastiano, detto Seby, nato Catania il 31.1.1977,
3. CAPUTA Mario, nato a Desio il 14.11.1985, residente a Catenanuova,
4. CARBONARO Antonino, detto Tony, nato a Paternò il 28.3.1984, residente Santa Maria di Licodia,
5. CARDACI Orazio, alias favi frischi, nato a Paternò il 10.10.1980, residente a Catenanuova,
6. CARDACI Samuele, nato Catania l’1.1.1984, residente Regalbuto,
7. CATALANO PUMA Mario, nato Catania il 9.9.1983, residente Regalbuto,
8. CAVALLARO Sebastiano, nato a Catania il 2.1.1992, ivi residente,
9. CHIANETTA Massimo, nato Bollate il 26.3.1971, residente Regalbuto,
10. CHISARI Salvatore, nato a Paternò il 21.3.1977, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Piazza Armerina;
11. DI MARCO Prosperino, inteso Rino, nato a Catania il 28.4.1990, residente a Catenanuova,
12. DISTEFANO Angelo, inteso Zu Angelo, nato a Paternò 23.3.1958 ed ivi residente, di fatto domiciliato in Paternò,
13. DRAGO Angelo, nato a Siegen il 17.2.1970, residente a Catenanuova,
14. FINOCCHIARO Alessio, nato a Catania il 29.7.1994, ivi residente,
15. FINOCCHIARO Rocco, nato a Catania il 4.12.1974 ed ivi residente,
16. FIORENZA Mariano, inteso Don Mario, nato a Centuripe il 25.1.1946, residente a Catenanuova,
17. FRISENNA Filippo, nato a Catenanuova il 29.12.1980 ed ivi residente,
18. GALATI MASSARO Gianni, detto anche Giovanni, nato a Biancavilla il 31.1.1975, residente ad Adrano, di fatto domiciliato a Regalbuto;
19. GALATI MASSARO Santo, nato a Biancavilla il 22.7.1981, residente a Centuripe,
20. GUAGLIARDO Stefano, nato ad Enna il 20.12.1983, residente a Catenanuova,
21. LEONARDI Salvatore, nato a Catania il 17.6.1966, in atto detenuto presso la Casa Circondariale dell’Aquila;
22. MARLETTA Salvatore, nato a Catania il 22.7.1959, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Sulmona;
23. MAUGERI Andrea, nato ad Enna il 6.1.1990, residente a Catenanuova,
24. PASSALACQUA Filippo, nato a Catenanuova l’1.1.1980, in atto ristretto presso la Casa Circondariale di Milano Opera;
25. PASSALACQUA Gaetano, nato a Catania il 28.9.1978, residente a Catenanuova,
26. PINTAUDI Davide, nato ad Enna il 21.5.1981, residente a Regalbuto,
27. PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Michael, nato a Catania il 12.5.1990, residente a Catenanuova,
28. RICCOMBENI Prospero, nato a Catania il 3.12.1971, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Agrigento;
29. RUSSO FANO Sebastiano, nato a Catania il 27.2.1975, residente a Cesano Maderno,
30. SACCONE Antonino, nato a Regalbuto il 6.7.1973, residente a Catenanuova,
31. SAITTA Davide, nato a Catania l’8.1.1989, residente a Catenanuova,
32. SCAFFIDI Giuseppe, alias cocorito, nato ad Enna il 23.1.1993, residente a Catenanuova,
33. SCAGLIONE Salvatore Calogero, nato ad Adrano il 27.12.1984, residente a Regalbuto,
34. SCALIA Mario, nato Catania l’1.10.1954 ed ivi residente,
35. SCALISI Antonino, nato a Biancavilla il 21.5.1988, residente ad Adrano,
36. SCALISI Nicolò, nato ad Adrano il 27.11.1955 ed ivi residente,
37. SCALISI Valerio, nato a Biancavilla il 14.7.1990 e residente ad Adrano,  in atto sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Centuripe;
38. SCHILLACI Silvestro, nato Catania il 5.8.1981, residente Regalbuto, ;
39. SCRAVAGLIERI Vito, nato ad Adrano l’11.8.1984, residente Regalbuto,
40. SPICUZZA Giacomo, nato a Catania l’1.10.1981, residente a Catenanuova,
41. TIRENDI Antonino, nato ad Enna il 27.5.1990, residente a Catenanuova,
42. TIRENDI Carmelo, nato a Catania il 27.9.1994, residente a Catenanuova,
43. TIRENDI Salvatore, nato a Catenanuova il 18.12.1965 ed ivi residente,
44. ZAMMATARO Salvatore, alias Turi u Nanu, nato a Catania il 21.12.1989,
45. VENIA Salvatore, nato a Catenanuova il 15.6.1972 ed ivi residente,
46. SAPUPPO Ignazio, nato a Catania 17.12.1968 ed ivi residente,
47. CANCEMI Alessandro, nato a Biancavilla il 31.7.1982, residente a Santa Maria di Licodia, in via Contarino n. 83, di fatto domiciliato in Catenanuova, in atto sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per altra causa;
48. MAZZAGLIA Giuseppe Carmelo, nato a Ragalna il 16.7.1960, residente a Iolanda di Savoia (FE),
49. MAZZAGLIA Emanuele, nato a Biancavilla il 17.4.1986,

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INDAGATI

CARDACI Orazio, TIRENDI Salvatore, TIRENDI Antonino e PASSALACQUA Gaetano:
A. In ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. comma I, III, IV e VI perché, unitamente ad altri soggetti in corso di identificazione, facevano parte di una articolazione, costituita e operante a Catenanuova, dell’associazione denominata “Clan Cappello”, organizzazione strutturata in “squadre” operanti in vari quartieri di Catania ed in altri centri del territorio siciliano, da qualificarsi di tipo mafioso perché gli affiliati si avvalevano concretamente della forza di intimidazione scaturente dal vincolo associativo e della situazione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere una serie indeterminata di delitti contro la persona, quali omicidi, perpetrati al fine di mantenere i rapporti di forza nel territorio, di tutelare gli stessi membri della consorteria, nonché per espandere il proprio predominio criminale; delitti contro il patrimonio (rapine, furti, estorsioni), nonché delitti di altro genere quali quelli relativi al traffico di sostanze stupefacenti.
Fatti accertati in Catenanuova dal 2007 fino al settembre 2013.

VENIA Salvatore:
A bis) In ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. comma I, III, IV e VI perché, unitamente a CARDACI Orazio, TIRENDI Salvatore, TIRENDI Antonino e PASSALACQUA Gaetano ed altri, faceva parte di una articolazione, costituita e operante a Catenanuova, dell’associazione denominata “Clan Cappello”, organizzazione strutturata in “squadre” operanti in vari quartieri di Catania ed in altri centri del territorio siciliano, da qualificarsi di tipo mafioso perché gli affiliati si avvalevano concretamente della forza di intimidazione scaturente dal vincolo associativo e della situazione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere una serie indeterminata di delitti contro la persona, quali omicidi, perpetrati al fine di mantenere i rapporti di forza nel territorio, di tutelare gli stessi membri della consorteria, nonché per espandere il proprio predominio criminale; delitti contro il patrimonio (rapine, furti, estorsioni), nonché delitti di altro genere quali quelli relativi al traffico di sostanze stupefacenti.
Con l’aggravante di cui all’art. 416 bis comma 2° di aver diretto l’associazione in qualità di “responsabile” di Catenanuova.
In Catenanuova da epoca anteriore e prossima all’agosto 2013 fino al febbraio 2014.

CARDACI Orazio, PASSALACQUA Filippo, PASSALACQUA Gaetano, GUAGLIARDO Stefano, SACCONE Antonino e PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Michael:
B. In ordine al delitto p. e p. dagli articoli 74 comma I, II, III e IV, D.P.R. 9 ottobre 1990, nr.309, e art.7 legge 203/91, per essersi associati allo scopo di commettere più delitti di cui all’art. 73 stessa legge, e specificamente per acquistare, ricevere, trasportare, offrire, mettere in vendita, cedere, vendere, distribuire, commerciare, consegnare, ed illecitamente detenere sostanze stupefacenti di tipo Delta-8- tetraidrocannabinolo (marijuana) e “cocaina” di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 della legge medesima.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis c.p., derivanti dall’appartenenza di PASSALACQUA Filippo e Gaetano all’articolazione operante a Catenanuova (EN) dell’organizzazione mafiosa convenzionalmente denominata “Clan Cappello””, nonché tutti dell’aver favorito l’attività di quest’ultima organizzazione mafiosa e della sua articolazione costituita e operante nel territorio di Catenanuova (EN).
Con l’aggravante per PASSALACQUA Filippo, CARDACI Orazio e PASSALACQUA Gaetano di avere organizzato e diretto l’attività criminosa, e per tutti dell’essere l’associazione armata.
Fatti accertati in Catenanuova per il PASSALACQUA Filippo fino alla data del suo arresto il 24.5.2011, per CARDACI Orazio da epoca imprecisata anteriore e prossima al 24.5.2011 fino alla metà del 2012, e per gli altri accertati dal 2011 al settembre 2013.

CARDACI Orazio, PASSALACQUA Filippo, PASSALACQUA Gaetano, GUAGLIARDO Stefano, SACCONE Antonino e PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Michael:
C. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 c.p. e 73 D.P.R. 309/90 perché, in concorso fra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, operando anche avvicendandosi tra loro, anche in tempi diversi senza l’autorizzazione di cui all’art. 17 D.P.R. 309/90, illecitamente acquistavano, ricevevano, trasportavano, offrivano, mettevano in vendita, cedevano, vendevano, distribuivano, commerciavano consegnavano, ed illecitamente detenevano sostanze stupefacenti di tipo Delta-8-tetraidrocannabinolo (marijuana) e “cocaina” di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 della legge medesima del predetto D.P.R.
Con l’aggravante dell’art. 7 L. 2013/91 di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis c.p. e per agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa denominata “Clan Cappello” e della sua articolazione costituita e operante nel territorio di Catenanuova (EN).
Fatti accertati in Catenanuova per il PASSALACQUA Filippo fino alla data del suo arresto il 24 maggio 2011, per CARDACI Orazio fino alla metà del 2012, e per gli altri accertati dal 2011 al settembre 2013.

TIRENDI Salvatore, TIRENDI Antonino, TIRENDI Carmelo, FINOCCHIARO Rocco, DI MARCO Prosperino, ZAMMATARO Salvatore, SCAFFIDI Giuseppe, SPICUZZA Giacomo, CAPUTA Mario, FRISENNA Filippo, MAUGERI Andrea, SAITTA Davide:
D. In ordine al delitto p. e p. dagli articoli 74 comma I, II, III e IV, D.P.R. 9 ottobre 1990, nr.309, e art.7 legge 203/91, per essersi associati allo scopo di commettere più delitti di cui all’art.73 stessa legge, e specificamente per acquistare, ricevere, trasportare, offrire, mettere in vendita, cedere, vendere, distribuire, commerciare, consegnare, ed illecitamente detenere sostanze stupefacenti di tipo Delta-8-tetraidrocannabinolo (marijuana anche nella varietà denominata SKUNK) di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 della legge medesima.
Associazione nella quale il FINOCCHIARO assumeva il ruolo di fornitore abituale – ed in alcuni casi di finanziatore – della sostanza stupefacente acquistata dal gruppo TIRENDI che ne curava lo spaccio al dettaglio sulla piazza di Catenanuova, gestendo la cassa per gli acquisti successivi, e controllando che non venisse introdotta sulla piazza di Catenanuova altra sostanza non proveniente dalle loro forniture.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis c.p., derivanti dall’appartenenza di TIRENDI Salvatore, Antonino e Carmelo all’articolazione operante a Catenanuova (EN) dell’organizzazione mafiosa convenzionalmente denominata “Clan Cappello” e inoltre dal rapporto di collaborazione degli indagati con gli esponenti del “Clan Cappello”, e per favorire l’attività di quest’ultima organizzazione mafiosa e della sua articolazione costituita e operante nel territorio di Catenanuova (EN).
Con la aggravante specifica per FINOCCHIARO Rocco, TIRENDI Salvatore e TIRENDI Antonino del reato di cui al 1° comma per aver organizzato e diretto l’associazione e per tutti dell’avere l’associazione la disponibilità di armi.
In Catenanuova (EN) dal 2011 al settembre 2013.

TIRENDI Salvatore, TIRENDI Antonino, TIRENDI Carmelo, DI MARCO Prosperino, ZAMMATARO Salvatore, SCAFFIDI Giuseppe, SPICUZZA Giacomo, CAPUTA Mario, FRISENNA Filippo, MAUGERI Andrea, SAITTA Davide:
E. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 e 73 D.P.R. 309/90 e art.7 legge 203/91, perché, in concorso fra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, operando anche avvicendandosi tra loro, anche in tempi diversi senza l’autorizzazione di cui all’art.17 D.P.R. 309/90, illecitamente acquistavano, ricevevano, trasportavano, offrivano, mettevano in vendita, cedevano, vendevano, distribuivano, commerciavano, consegnavano, ed illecitamente detenevano sostanze stupefacenti di tipo Delta-8-tetraidrocannabinolo (marijuana) e “cocaina” di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 della legge medesima del predetto D.P.R.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis, derivanti dalle circostanze descritte al precedente capo D) e per agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa denominata “Clan Cappello” e della sua articolazione costituita e operante nel territorio di Catenanuova (EN).
Fatti accertati in Catenanuova dal 2012 fino al settembre 2013.

FINOCCHIARO Rocco:
F. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., e 73 D.P.R. 309/90 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, senza l’autorizzazione di cui all’art.17 D.P.R. 309/90, illecitamente deteneva, trasportava, vendeva, offriva, cedeva, procurava, consegnava all’organizzazione di cui al capo D, in particolare a TIRENDI Salvatore, TIRENDI Carmelo, TIRENDI Antonino, in più occasioni, quantità imprecisate di sostanza stupefacente, comprese da 1 o 2 kg. di tipo “marijuana (in particolare nella varietà denominata “SKUNK”) di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 del predetto D.P.R.
Con l’aggravante dell’art. 7 L. 203/91 di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis c.p., derivanti dall’appartenenza di TIRENDI Salvatore, Antonino e Carmelo all’articolazione operante a Catenanuova (EN) dell’organizzazione mafiosa convenzionalmente denominata “Clan Cappello” e inoltre dal rapporto di collaborazione degli indagati con gli esponenti del “Clan Cappello”, e per favorire l’attività di quest’ultima organizzazione mafiosa.
In Catania e Catenanuova da ottobre 2012 fino al settembre 2013.

SCALISI Nicolò, SCALISI Antonino e SCALISI Valerio:
G. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 110 e 73 D.P.R. 309/90 perché, in concorso fra loro, senza l’autorizzazione di cui all’art.17 D.P.R. 309/90, illecitamente detenevano, trasportavano, vendevano, cedevano, procuravano, consegnavano all’organizzazione di cui al capo D), in particolare a TIRENDI Salvatore, TIRENDI Carmelo, TIRENDI Antonino, 500 grammi di sostanza stupefacente di tipo “marijuana” di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 del predetto D.P.R.
In Paternò (Catania) contrada Schettino il 29 ottobre 2012.

FIORENZA Mariano:
H. In ordine al delitto p. e p. dall’art. 73 D.P.R. 309/90 perché, senza l’autorizzazione di cui all’art. 17 D.P.R. 309/90, illecitamente coltivava, deteneva, trasportava, vendeva, offriva, cedeva, procurava, consegnava all’organizzazione di cui al capo D, in particolare a TIRENDI Salvatore, TIRENDI Carmelo, TIRENDI Antonino, cento grammi di sostanza stupefacente di tipo “marijuana” di cui alla tab. I prevista dall’art.14 del predetto D.P.R.
In Centuripe il 22 gennaio 2013.

CAVALLARO Sebastiano e FINOCCHIARO Alessio:
I. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 110 e 73 D.P.R. 309/90 e art.7 legge 203/91 perché in concorso fra loro e con altri soggetti non identificati, senza l’autorizzazione di cui all’art.17 D.P.R. 309/90, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi detenevano, trasportavano, vendevano, offrivano, cedevano, procuravano, consegnavano all’organizzazione di cui al capo D, in particolare a TIRENDI Antonino, FRISENNA Filippo e MAUGERI Andrea, in più occasioni partite, di peso compreso tra 1 o 2 Kg. di sostanza stupefacente di tipo “marijuana” (in particolare nella varietà denominata “SKUNK”) di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 del predetto D.P.R.
In Catenanuova da aprile 2013 fino a luglio 2013.

LEONARDI Salvatore, DRAGO Angelo, RUSSO FANO Sebastiano, MASSIMINO Alfio e CHISARI Salvatore:
L. In ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. comma I, III, IV e VI perché facevano parte dell’associazione denominata “Cosa Nostra” – specificamente del nucleo della “famiglia” di Enna che controllava il territorio di Catenanuova – strutturata in organismi territoriali costituiti dalle “Province”, a loro volta articolate in “famiglie” operanti unitariamente insieme con analoghe strutture insediate nel territorio siciliano, da qualificare di tipo mafioso perché i suoi appartenenti si avvalevano della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà da esso derivante per commettere delitti di ogni genere, e principalmente estorsioni, detenzione e porto di armi, danneggiamenti, nonché per acquisire in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, quali forniture per la realizzazione di opere pubbliche o private, concessione, appalti di opere pubbliche e pubblici servizi, e ancora per realizzare profitti ingiusti di vario genere per sé e per altri, e per procurare voti in occasione di consultazioni elettorali.
Con l’aggravante per tutti, dell’aver fatto parte di una associazione armata avente disponibilità di armi per il conseguimento delle finalità associative, nonché di avere finanziato le attività economiche assunte o controllate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto e il profitto dei delitti commessi.
Con l’ulteriore aggravante dell’art. 99 co I, II, III, IV e V c.p. della recidiva specifica, infraquinquennale e reiterata per LEONARDI Salvatore.
Per LEONARDI Salvatore, accertato in provincia di Enna, in epoca successiva al novembre 2010 fino al dicembre 2012.
Per DRAGO Angelo nel corso del 2012.
Per MASSIMINO Alfio nel corso degli anni novanta e fino al 2007 circa.
Per RUSSO FANO Sebastiano e per CHISARI Salvatore nel corso degli anni novanta e fino al dicembre 2012.

GALATI MASSARO Gianni e GALATI MASSARO Santo:
M. In ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. comma I, III, IV e VI perché facevano parte dell’associazione denominata “Cosa Nostra” – specificamente del nucleo che controllava il territorio di Centuripe – strutturata in organismi territoriali costituiti dalle “Province”, a loro volta articolate in “famiglie” operanti unitariamente insieme con analoghe strutture insediate nel territorio siciliano, da qualificare di tipo mafioso perché i suoi appartenenti si avvalevano della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà da esso derivante per commettere delitti di ogni genere, e principalmente estorsioni, detenzione e porto di armi, danneggiamenti, nonché per acquisire in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, quali forniture per la realizzazione di opere pubbliche o private, concessione, appalti di opere pubbliche e pubblici servizi, e ancora per realizzare profitti ingiusti di vario genere per sé e per altri, e per procurare voti in occasione di consultazioni elettorali.
Con l’aggravante per tutti, dell’aver fatto parte di una associazione armata avente disponibilità di armi per il conseguimento delle finalità associative, nonché di avere finanziato le attività economiche assunte o controllate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto e il profitto dei delitti commessi.
In Centuripe fino al settembre 2013.

M.E.:
N. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 110, 416 bis c.p. perché concorreva all’attività dell’associazione mafiosa di cui al capo A, mettendosi a disposizione prima del nucleo della famiglia di “Cosa Nostra” di Enna operante a Catenanuova e successivamente dell’articolazione costituita a Catenanuova del “Clan Cappello” di Catania, avvalendosi della sua qualità di imprenditore per fare da intermediario tra la famiglia di “Cosa Nostra” e le ditte che eseguivano i lavori nonché tra le vittime delle estorsioni con il metodo del cavallo di ritorno e gli esponenti dell’articolazione operante a Catenanuova del “Clan Cappello”, nonché finanziando economicamente le organizzazioni; avvalendosi quale contropartita dell’appoggio delle predette organizzazioni nello svolgimento della loro attività economica.
Accertato in Enna nel luglio 2011.

MARLETTA Salvatore e LEONARDI Salvatore:
O. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 629 co. I e II, in relazione all’art. 628 co. III nr.1, e 7 l. 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in concorso fra loro, con MAVICA Antonino nei cui confronti si procede separatamente e con PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore, deceduto, il LEONARDI quale mandante, MARLETTA contattando un imprenditore, effettuando la richiesta di mettersi in regola con l’organizzazione mafiosa ed iniziando l’attività di riscossione del pizzo, gli altri riscuotendo il pizzo alternandosi fra loro nei periodi di impedimento per carcerazione, facendo parte dell’associazione mafiosa denominata “Cosa Nostra” – con la minaccia, diretta …, sito in Catenanuova, derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione e dalla forza intimidatrice della stessa, di frapporre gravi ostacoli alla attività commerciale del ristorante se non si fosse “messo in regola” con la famiglia mafiosa di “Cosa Nostra” operante a Catenanuova, ed altresì, inizialmente collocando una bottiglia piena di liquido infiammabile e dei proiettili davanti al ristorante – costringevano il predetto a pagare un pizzo mensile inizialmente di 500 mila lire mensili e poi di 250 euro mensili circa, da versarsi mediamente in tre rate nel corso dell’anno, procurandosi così un ingiusto profitto un ingiusto profitto con danno per l’imprenditore.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Catenanuova dal 1997 al 2007.

PASSALACQUA Filippo e PASSALACQUA Gaetano:
P. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 629 co. I e II, in relazione all’art. 628 co. III nr.1, e 7 l. 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in concorso fra loro, con MAVICA Antonino nei cui confronti si procede separatamente e con Leonardi Prospero, deceduto il PASSALACQUA Filippo quale mandante, PASSALACQUA Gaetano riscuotendo il pizzo dopo l’arresto di MAVICA Antonino (esattamente incassando tremila euro circa nel giugno 2012), facendo parte della squadra operante e costituita a Catenanuova dell’organizzazione mafiosa “Clan Cappello” – con la minaccia, diretta un imprenditore sito in Catenanuova, derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione e dalla forza intimidatrice della stessa, di frapporre gravi ostacoli alla attività commerciale del ristorante se non si fosse “messo in regola” con la predetta organizzazione mafiosa – costringevano il predetto a pagare un pizzo mensile inizialmente di 500 mila lire mensili e poi di 250 euro mensili circa, da versarsi mediamente in tre rate nel corso dell’anno, procurandosi così un ingiusto profitto un ingiusto profitto con danno per l’imprenditore.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Clan Cappello”, in particolare della squadra operante e costituita a Catenanuova.
In Catenanuova dalla fine del 2007 al giugno 2012.

RICCOMBENI Prospero:
Q. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 629 co. I e II, in relazione all’art. 628 co. III nr.1, e 7 l. 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, facendo parte dell’associazione mafiosa denominata “Cosa Nostra” – con la minaccia, diretta a imprenditore, sito in Catenanuova, derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione e dalla forza intimidatrice della stessa, di frapporre gravi ostacoli alla attività imprenditoriale se non si fosse “messo in regola” con la famiglia mafiosa di “Cosa Nostra” operante a Catenanuova – costringevano l’imprenditore a pagare in tre occasioni somme comprese tra tre e quattrocento euro, procurandosi così un ingiusto profitto un ingiusto profitto.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Catenanuova tra il 2006 ed il febbraio 2007 circa.

PASSALACQUA Filippo:
R. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. , 110, 629 co. I e II, in relazione all’art. 628 co. III nr.1, e 7 l. 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in concorso con MAVICA Antonino, nei cui confronti si procede separatamente, facendo parte della squadra operante a Catenanuova dell’organizzazione mafiosa “Clan Cappello” – con la minaccia, diretta ad imprenditore, sito in Catenanuova, derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione e dalla forza intimidatrice della stessa, di frapporre gravi ostacoli alla attività imprenditoriale se non si fosse “messo in regola” con la predetta organizzazione – costringevano a pagare in varie occasioni nel corso dell’anno somme comprese tra tre e quattrocento euro procurandosi così un ingiusto profitto un ingiusto profitto.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Clan Cappello”, in particolare della squadra operante e costituita a Catenanuova.
In Catenanuova dalla fine del 2007 al febbraio 2011 circa.

RICCOMBENI Prospero:
S. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. , 110, 629 co. I e II, in relazione all’art. 628 co. III nr.1, e 7 l. 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in concorso con RAINERI Maurizio, deceduto, MAVICA Antonino nei cui confronti si procede separatamente e con PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore, deceduto, il RAINERI “mettendo in regola” l’impresa con l’organizzazione “Cosa Nostra”, gli altri riscuotendo il pizzo, alternandosi fra loro nei periodi di impedimento per carcerazione, facendo parte dell’associazione mafiosa denominata “Cosa Nostra” -con la minaccia, diretta a diretta due soci di due ditte/società, derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione e dalla forza intimidatrice della stessa, di frapporre gravi ostacoli alla attività imprenditoriale se non si fosse “messo in regola” con la famiglia mafiosa di “Cosa Nostra” operante a Catenanuova, ed altresì, inizialmente provocando vari danneggiamenti tra i quali l’incendio della casa di campagna in contrada Muglia – costringevano i predetti a pagare a titolo di protezione all’organizzazione mafiosa una somma fissa inizialmente pari a circa settemilioni di lire, incrementatasi negli anni fino a circa seimila euro annui, versata in più riprese in occasione delle festività, ed ulteriori somme commisurate ai lavori ottenuti dall’impresa, procurandosi così un ingiusto profitto un ingiusto profitto con danno per i due soci.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”.
In Catenanuova da data anteriore e prossima al 18 maggio 1995 fino al marzo 2013.

PASSALACQUA Filippo e P.G.:
T. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. , 110, 629 co. I e II, in relazione all’art. 628 co. III nr.1, e 7 l. 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in concorso fra loro, il PASSALACQUA Gaetano intervenendo quando esattore del pizzo tra gli ultimi mesi del 2012 ed il marzo 2013, e con PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore, deceduto, e MAVICA Antonino nei cui confronti si procede separatamente, e successivamente al gennaio 2010 e fino ad epoca anteriore e prossima al maggio 2012 con LEONARDI Prospero, deceduto, facendo parte della squadra operante a Catenanuova dell’organizzazione mafiosa “Clan Cappello” – con la minaccia, diretta a due soci di ditte società, derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione e dalla forza intimidatrice della stessa, di frapporre gravi ostacoli alla attività imprenditoriale se non avesse continuato a pagare la messa a posto, prima destinata a “Cosa Nostra”, all’organizzazione mafiosa denominata “Clan Cappello” – costringeva i predetti a pagare in varie occasioni nel corso dell’anno somme comprese tra tre e quattrocento euro “mensili”, procurandosi così un ingiusto profitto con danno.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso “Clan Cappello”, in particolare della squadra operante e costituita a Catenanuova.
In Catenanuova in epoca successiva al settembre 2007 fino ad epoca anteriore al 31 marzo 2013.

PASSALACQUA Filippo:
T.1 In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv. , 110, 629 co. I e II, in relazione all’art. 628 co. III nr.1, e 7 l. 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso con MAVICA Antonino nei cui confronti si procede separatamente, facendo parte della squadra operante a Catenanuova dell’organizzazione mafiosa “Clan Cappello” – con la minaccia, diretta ad unimprenditore edile che stava eseguendo lavori di ristrutturazione, derivante dall’appartenenza alla predetta organizzazione e dalla forza intimidatrice della stessa, di frapporre gravi ostacoli alla attività imprenditoriale se non avesse pagato in occasione delle festività la messa a posto all’organizzazione mafiosa denominata “Clan Cappello” ed in particolare la somma di duemila euro in occasione del Natale 2007 – costringeva il predetto imprenditore a pagare cinquecento euro procurandosi così un ingiusto profitto un ingiusto profitto con danno.
Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso Clan Cappello”, in particolare della squadra operante e costituita a Catenanuova.
In Centuripe nel dicembre 2007.

TIRENDI Salvatore, DISTEFANO Angelo, TIRENDI Carmelo e TIRENDI Antonino:
U. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 629 co. I e II, 628 co. III nr. 3 c.p. come richiamato dall’art. 629 co. II c.p. e 7 legge 203/91, perché, in concorso fra loro, facendo parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A), con minacce – consistite nel chiedere il pagamento della somma di 1.000,00 euro per ottenere la restituzione di un autocarro FIAT 30 intestato al coniuge, che gli era stata sottratto, prospettando, in caso di rifiuto, l’impossibilità di recuperare il predetto mezzo – costringevano a corrispondere la predetta somma di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di cui al capo A).
In Catenanuova tra il 21 ed il 23 ottobre 2012.

TIRENDI Salvatore, TIRENDI Carmelo, TIRENDI Antonino e DISTEFANO Angelo:
V. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 629 co. I e II, 628 co. III nr. 3 c.p. come richiamato dall’art. 629 co. II c.p. e 7 legge 203/91, perché, in concorso fra loro e con soggetti in corso di identificazione, facendo parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A), con minacce – consistite nel chiedere il pagamento della somma di 3.500,00 euro per ottenere la restituzione di un trattore gommato marca SAME modello Centauro 60 con, che era stato sottratto, prospettando, in caso di rifiuto, l’impossibilità di recuperare il predetto mezzo – costringevano a corrispondere la predetta somma di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di cui al capo A).
Tra Centuripe e Catenanuova tra il 24 ed il 30 ottobre 2012.

TIRENDI Salvatore, TIRENDI Carmelo, TIRENDI Antonino e DISTEFANO Angelo:
Z. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 629 co. I e II, 628 co. III nr. 3 c.p. come richiamato dall’art. 629 co. II c.p. e 7 legge 203/91, perché, in concorso fra loro e con altri soggetti in corso di identificazione, facendo parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A), con minacce – consistite nel chiedere il pagamento della somma di 5.000,00 euro per ottenere la restituzione di un trattore marca SAME con agganciata una fresa marca CELLI, che era stato sottratto, prospettando, in caso di rifiuto, l’impossibilità di recuperare il predetto mezzo – costringevano a corrispondere la somma di 3.550,00 euro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa di cui al capo A).
Tra Regalbuto, Centuripe e Catenanuova, tra il 25 ottobre ed il 2 novembre 2012.

T.S. e D.A.:
AA. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 110, 61 nr. 2 e 5, 624, 625 nr.2 c.p. e 7 legge 203/91, perché, al fine di trarne profitto, in concorso fra loro e con altri soggetti in corso di identificazione, quali mandanti ed organizzatori si impossessavano di un autocarro di un trattore marca SAME con agganciata una fresa marca CELLI, sottraendola all’interno di una azienda agricola, dove il bene era custodito, mediante effrazione, consistita nella rottura del lucchetto del cancello di ingresso, nel taglio della rete di recinzione e nella rottura della serratura del portone del magazzino.
Con le ulteriori aggravanti di aver commesso il fatto approfittando di condizioni di luogo (trattandosi di abitazione isolata) che ostacolavano la pubblica e privata difesa e per commettere il reato di cui al precedente capo.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di cui al capo A.
In Regalbuto il 25 ottobre 2012.

TIRENDI Salvatore, DISTEFANO Angelo e …:
BB. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 56, 629 co. I e II, 628 co. III nr. 3 c.p. come richiamato dall’art. 629 co. II c.p. e 7 legge 203/91, perché, in concorso fra loro e con soggetti in corso di identificazione, DISTEFANO Angelo quale mandante e organizzatore, TIRENDI Salvatore e MARLETTA Edoardo quali intermediari tra la vittima e il DISTEFANO, facendo parte TIRENDI e … dell’associazione mafiosa, compivano atti idonei – specificamente minacce, consistite nel chiedere ad una persona in corso di identificazione il pagamento della somma di 1.200,00 euro e di un ulteriore regalo per ottenere la restituzione di un pompa idraulica, che gli era stata precedentemente sottratta, prospettando, in caso di rifiuto, l’impossibilità di recuperare il predetto mezzo e di proseguire i lavori – diretti in modo non equivoco a costringere il predetto soggetto in corso di identificazione a corrispondere la predetta somma di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Non verificandosi l’evento per causa indipendenti dalla loro volontà ossia per la resistenza della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di cui al capo A).
Tra Centuripe e Catenanuova tra il 24 ed il 30 ottobre 2012.

TIRENDI Salvatore, TIRENDI Carmelo e DISTEFANO Angelo:
CC. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110, 629 co. I e II, 628 co. III nr. 3 c.p. come richiamato dall’art. 629 co. II c.p. e 7 legge 203/91, perché, in concorso fra loro e con soggetti in corso di identificazione, facendo parte dell’associazione mafiosa con minacce – consistite nel chiedere il pagamento della somma di 500,00 euro per ottenere la restituzione di un autovettura NISSAN, che gli era stata sottratta, prospettando, in caso di rifiuto, l’impossibilità di recuperare il predetto mezzo – costringevano a corrispondere la predetta somma di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto con danno della persona offesa.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di cui al capo A).
In Catenanuova tra il 20 ed 22 febbraio 2013.

CARBONARO Antonino:
DD. Dei delitti di cui agli artt. 81 cpv. 110 c.p. , 4 e 7 Legge 12 ottobre 1967 n. 895, 7 D.L. 152/91 per avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, illegalmente portato in luogo pubblico una pistola, arma comune da sparo.
In Catenanuova ed altrove nel gennaio 2013.

TIRENDI Antonino, TIRENDI Salvatore e TIRENDI Carmelo:
EE. Dei delitti di cui agli artt. 81 cpv. 110 c.p. 4 e 7 Legge 12 ottobre 1967 n. 895, 7 D.L. 152/91, per avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, illegalmente portato in luogo pubblico, una pistola, arma comune da sparo.
In Catenanuova ed altrove nel gennaio 2013.

DISTEFANO Angelo, TIRENDI Antonino, TIRENDI Salvatore e TIRENDI Carmelo:
FF. Dei delitti di cui agli artt. 110 c.p., 2 e 7 Legge 12 ottobre 1967 n. 895, 7 D.L. 152/91 per avere, in concorso tra loro, illegalmente detenuto all’interno dell’ azienda agricola di DISTEFANO Angelo, una pistola, arma comune da sparo.
In Paternò dal gennaio 2013.

SCALIA Mario, SCRAVAGLIERI Maurizio, SCRAVAGLIERI Vito, CATALANO PUMA Mario, SCHILLACI Silvestro, … , ARCODIA PIGNARELLO Antonio, ARCODIA PIGNARELLO Sebastiano, CHIANETTA Massimo e … :
GG. del delitto di cui all’art. 74 co. 3 e 4 D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309, 112 n. 4 c.p., 7 D.L. 152/91 per essersi associati tra loro al fine di commettere più delitti tra quelli previsti dall’art. 73 del D.P.R. 309/90, associazione in cui gli esponenti di Regalbuto acquisivano la sostanza stupefacente da SCALIA Mario e da altri fornitori e ne organizzavano la cessione a terzi in Regalbuto, operavano lo spaccio della sostanza in luoghi di ritrovo di giovani, anche in tempo di notte, procedendo altresì al reciproco scambio e rifornimento di sostanza già suddivisa in dosi, dandosi reciproco supporto nell’attività di spaccio allorché alcuno degli acquirenti non pagava, informandosi delle attività di controllo operate dalle varie forze dell’ordine.
Associazione nella quale SCHILLACI Silvestro, ARCODIA PIGNARELLO Tony, RAISI Salvatore, deceduto, e SCALIA Mario – quest’ultimo almeno fino alla primavera del 2009 – rivestivano il ruolo di promotori delle operazioni di acquisizione sul mercato di rilevanti quantitativi di sostanza stupefacente di tipo cocaina ed hashish e di organizzatori delle operazioni di cessione al minuto, di raccolta del ricavato, e di reciproca assistenza in caso di mancanza di sostanza stupefacente da cedere a terzi, ed in cui SCRAVAGLIERI Vito, …, …, CHIANETTA Massimo, SCAGLIONE Salvatore Calogero, CATALANO PUMA Mario, MINISSALE Alessandro e … assumevano nel tempo il ruolo di spacciatori al minuto, trasportatori e detentori della sostanza stupefacente cocaina ed hashish per conto dell’associazione.
Con l’aggravante dell’essere l’associazione armata avendo gli associati, ed in particolare SCHILLACI Silvestro, Tony ARCODIA PIGNARELLO, SCRAVAGLIERI Vito ed altri la disponibilità di più armi comuni da sparo, anche clandestine, lunghe e corte, e dell’esservi tra gli associati persone dedite all’uso di sostanze stupefacenti.
Con l’aggravante dell’essersi avvalsi nell’organizzazione delle condizioni di assoggettamento e di omertà di cui all’art. 416 bis c.p., e della forza di intimidazione che da tale appartenenza derivava nell’imporre ai più giovani pusher di rifornirsi dall’organizzazione pressoché in via esclusiva, anche al fine di favorire l’attività di cosa nostra mantenendo con la loro condotta il controllo del territorio e delle diverse attività criminali poste in essere dai singoli ragazzi loro assoggettati, nonché per avere associato nell’attività di spaccio soggetti ancora minorenni all’epoca del fatto.
In Regalbuto dal 2008 ad oggi con condotta in atto

ARCODIA PIGNARELLO Antonio, detto “Tony, ARCODIA PIGNARELLO Sebastiano, SCHILLACI Silvestro, …, SCRAVAGLIERI Vito, PINTAUDI Davide, CARDACI Samuele e …:
HH. del reato di cui all’art. 416 bis c.p., perché, unitamente ad altri soggetti già perseguiti – come Militello Enzo, Leonardo Gaetano ed altri – facevano parte dell’associazione di tipo mafioso denominata “cosa nostra” operante nel territorio di REGALBUTO, in cui in tempi diversi, SCRAVAGLIERI Maurizio e SCHILLACI Silvestro e ARCODIA PIGNARELLO Antonio assumevano compiti di direzione ed organizzazione dell’associazione criminale su Regalbuto, che riportandosi alla più vasta organizzazione di cosa nostra, a sua volta strutturatasi in organismi a base piramidale, costituita dalle “province”, a loro volta articolate in “mandamenti”, ciascuno dei quali composto da diverse “famiglie”, operanti unitariamente ad analoghe strutture criminali insediate in altre zone del territorio nazionale ed estero, si avvale della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà da esso derivante per commettere delitti di ogni genere – tra cui, in particolare: omicidi, estorsioni, usura, incendi, traffico di sostanze stupefacenti, rapine, traffico di armi, reati contro la persona – nonché per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche quali forniture per la realizzazione di opere pubbliche e private, concessioni, appalti di opere pubbliche, nonché per realizzare ingiusti vantaggi di vario genere e per procurare voti in occasioni di consultazioni elettorali.
In particolare:
– SCHILLACI Silvestro ed ARCODIA PIGNARELLO Antonio incaricavano MINISSALE Maurizio di incendiare un capannone;
– PINTAUDI Davide invitava, recandosi presso un esercizio commerciale, per conto di ARCODIA PIGNARELLO Antonio e di non meglio precisate persone di Catania a mettersi a posto;
– SCHILLACI Silvestro e SCRAVAGLIERI Vito tentavano identico approccio nei confronti di titolare di impresa;
– CARDACI Samuele conduceva MINISSALE Salvatore ad incendiare un camion nei pressi di Gagliano Castelferrato all’interno di un cantiere;
– SCRAVAGLIERI Vito, BARBERIO Luca e MINISSALE Alessandro incendiavano una Alfa Romeo 147, in Enna;
– SCHILLACI Silvestro ordinava a MINISSALE Alessandro l’incendio di una Ford Mondeo.
Fatti accertati nei Comuni di Regalbuto (EN), Catenanuova (EN) Enna e Catania nel periodo tra il marzo 2008 e il 31.12.2012

ARCODIA PIGNARELLO Antonio, SCHILLACI Silvestro e MINISSALE Alessandro:
II. Del reato di cui agli artt. 61 n. 2 e 5, 110, 624, 625 n. 7 c.p. 7 D l. 152/91 per essersi impossessati, al fine di trarne profitto e di commettere il reato che segue, agendo il MINISSALE come autore materiale e gli altri come mandanti, dell’autovettura marca Lancia, modello Y10, colore bordeaux, che successivamente veniva dato alle fiamme al fine di occultare eventuali tracce e di garantirsi l’impunità per il reato che segue.
Fatto avvenuto in Regalbuto tra le ore 21.30 del 24.08.2011 e le ore 07.00 del 25.08.2011.

LL. Del reato p. e p. dall’art. 61 n. 2 e 5, 81 cpv., 110, 423 c.p. 7 D l. 152/91 per avere al fine di incutere timore ed indurre il titolare ed amministratore unico di società a cercare protezione, cagionato l’incendio del capannone ove erano posizionati gli impianti mediante versamento di liquido infiammabile su un pannello elettrico da cui l’incendio si diffondeva al capannone ed ai macchinari ivi posizionati.
Fatto avvenuto tra le ore 02.00 e le ore 03.00 del 25.08.2011 in c.da Monte di Regalbuto con l’aggravante dell’aver agito con metodo mafioso.

SCHILLACI Silvestro e SCRAVAGLIERI Vito:
MM. Del reato di cui agli artt. 56, 81 cpv. 110, 629 cpv in relazione al 628 co. 3 c.p., 7 D l. 152/91 per avere, avvicinato e prendendolo sottobraccio titolare di ditta, dicendogli che doveva “…dare una mano per aiutare dei suoi amici”, e lo SCRAVAGLIERI Vito, anch’egli dalla vittima ben conosciuto, chiedendogli “come era finita con quel discorso poiché doveva recarsi a Catania per riferire a degli amici” compiuto atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere, mediante la minaccia implicita contenuta nel messaggio apparentemente di aiuto, a versare ad entrambi per gli scopi dell’organizzazione alla quale riferivano a “Catania”, somme di denaro non quantificate, non riuscendo nell’intento per l’opposizione della vittima che si recava a sporgere denunzia di quanto accaduto.
In Regalbuto tra il febbraio ed il maggio 2012 con l’aggravante dell’aver agito con metodo mafioso.

PINTAUDI Davide e ARCODIA PIGNARELLO Antonio:
NN. Del reato di cui agli artt. 56, 81 cpv. 110, 629 cpv. in relazione al 628 co. 3 c.p. 7 D l. 152/91 per avere, presentandosi in due occasioni presso un commerciante, persona da lui conosciuta, ed invitandolo a versare la somma di 2.000,00 euro ad un non meglio precisato gruppo di persone che riferivano a Catania, ed ammettendo con un cenno di assenso alla domanda della vittima che dietro la richiesta vi era Tony ARCODIA, nonché affermando che a Regalbuto già tutte le imprese edili pagavano, nonché che in caso contrario c’era il rischio di eventi spiacevoli per la sua persona ed i suoi beni, compiuto atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere a versare all’organizzazione mafiosa operante a Regalbuto la somma di euro 2000,00.
In Regalbuto in epoca antecedente e prossima al 30.12.2010, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso e con l’aggravante dell’aver agito con metodo mafioso.

ARCODIA PIGNARELLO Antonio, SCHILLACI Silvestro, CHIANETTA Massimo e SCAGLIONE Salvatore Calogero:
OO. Del reato di cui agli artt. 110, 61 n. 2, 582, 585 in relazione all’art. 576 n. 1 c.p. 7 D.L. 152/91 per avere, al fine di indurre … a rispettare le disposizioni impartitegli in relazione al compimento di attività criminose ed in ogni caso per intimorirlo nei confronti dell’associazione, nonché a riversare loro i proventi dello spaccio di stupefacenti operato dal medesimo con sostanza fornita dal gruppo facente capo a SCHILLACI e ARCODIA PIGNARELLO, i quali agivano quali mandanti, ed agendo il CHIANETTA Massimo e lo SCAGLIONE quali esecutori, provocato – pestandolo selvaggiamente – lesioni personali giudicate guaribili in giorni 20 s.c. e segnatamente la frattura della V, VI e VII costa in corrispondenza dell’arco medio e la frattura della IX costa posteriormente.
Con l’aggravante per tutti di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività della associazione stessa di cui lo SCHILLACI e l’ARCODIA erano organizzatori e promotori.
Con la recidiva specifica reiterata per il CHIANETTA e specifica per lo SCAGLIONE Salvatore Calogero
In Regalbuto in epoca antecedente e prossima al 29.6.2012

…, …, SCHILLACI Silvestro, SCRAVAGLIERI Vito e …:
PP. Del reato p. e p. dagli artt. 81, 110 c.p. 424 in relazione al 423 c.p. 7 D.L. 152/91 perché, in concorso con SCHILLACI Silvestro e ARCODIA PIGNARELLO Antonio, mandanti, e con SCRAVAGLIERI Vito e MINISSALE Alessandro, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, danneggiava appiccandovi l’incendio l’autovettura Alfa 147 tg.
In Enna il 22.9.2011

SCHILLACI Silvestro e MINISSALE Alessandro:
QQ. Del reato p. e p. dagli artt. 81, 110 c.p. 424 in relazione al 423 c.p. 7 D.L. 152/91 perché, lo SCHILLACI quale mandante al fine di imporre il potere dell’associazione mafiosa dal medesimo capeggiata ed avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p., ed il MINISSALE quale esecutore materiale danneggiavano appiccandovi l’incendio l’autovettura Ford Mondeo.
In Regalbuto il 03.07.2010

SAPUPPO Ignazio
RR. In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv., e 73 D.P.R. 309/90 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, senza l’autorizzazione di cui all’art.17 D.P.R. 309/90, illecitamente deteneva, trasportava, vendeva, offriva, cedeva, procurava, consegnava all’organizzazione di cui al capo A bis, in particolare a TIRENDI Antonino e FRISENNA Filippo, in almeno 3 occasioni, 1 kg., 500 gr. e 500 gr. di sostanza stupefacente, di tipo “marijuana (in particolare nella varietà denominata “SKUNK”) di cui alla tab. I prevista dall’art. 14 del predetto D.P.R.
Con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’articolo 416 bis c.p., derivanti dall’appartenenza di TIRENDI Antonino all’articolazione operante a Catenanuova (EN) dell’organizzazione mafiosa convenzionalmente denominata “Clan Cappello” e inoltre dal rapporto di collaborazione degli indagati con gli esponenti del “Clan Cappello”, e per favorire l’attività di quest’ultima organizzazione mafiosa.
Accertato in Catenanuova da agosto 2013 fino a novembre 2013.

CANCEMI Alessandro, MAZZAGLIA Giuseppe Carmelo, MAZZAGLIA Emanuele
SS. Per il reato di cui agli artt. 81cpv, 110, 628 comma I° e III° nr. 1 c.p., poiché in concorso tra loro, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, con violenza e minacce, consistita nel gettare a terra ed immobilizzare …, nel puntare alla gola dello stesso un grosso coltello, si impossessavano, strappandogliele da dosso, di due fedi in oro, di un orologio, di una grossa collana in oro con annessa una medaglietta in oro e di un ciondolo raffigurante il volto di Cristo, di un portafoglio contenente una banconota da 10,00 euro, di un cellulare, sottraendoli al predetto … che li aveva addosso.
Con l’ulteriore aggravante di cui all’art. 61 n. 5 di aver profittato di circostanze di luogo (aperta campagna) e di persona, avendo la vittima 79 anni, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa.
Con l’ulteriore aggravante della recidiva specifica, infraquinquennale e reiterata di cui all’art.99 commi I, II n.1 e 2, III, IV e V per MAZZAGLIA Giuseppe Carmelo e CANCEMI Alessandro.
In Catenanuova, contrada Isola di Niente, in data 5 settembre 2013.


Complimenti di S.E. il Prefetto all’Arma dei Carabinieri
Il personale del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Enna e della Compagnia di Nicosia hanno eseguito nella mattinata di oggi n. 49 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Procura della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina e spaccio di sostanze stupefacenti, nell’ambito dell’operazione denominata “Go-Kart”.
Il Prefetto Guida, nell’esprimere vivo apprezzamento, ha sottolineato come tale operazione costituisca un’ulteriore conferma della costante dedizione della Magistratura e dell’instancabile operato delle Forze dell’Ordine sul territorio della provincia di Enna nel contrasto alla criminalità organizzata.