“L’Ars dimostri senso di responsabilità e rinunci ai soliti trucchetti. La riforma che abolisce le Province non può essere ostaggio dei giochi della politica. In ballo c’è la credibilità della Regione siciliana”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “E’ necessario chiudere subito questa vicenda per evitare di tornare al voto per un ente, che a parole sono tutti favorevoli ad abolire. Chi è contrario dovrebbe avere il coraggio di uscire allo scoperto. Certo tagliare gli sprechi non è mai facile e le riforme sono sempre migliorabili ma adesso bisogna uscire dall’impasse. Ora si deve votare la riforma possibile e immediatamente avviare il confronto di merito su come utilizzare i lavoratori e i gestire servizi, sia quelli che erano assegnati alle Province sia i nuovi che bisognerà delegare invece ai Consorzi”.
“Quanto accaduto all’Ars, che ha stoppato ieri sera l’istituzione di città/aree metropolitane in Sicilia, è un disastro che appesantirà gli effetti sulla comunità della già pesante crisi dell’economia e della società”. A dirlo è la Cisl, che al governatore Crocetta chiede di “concentrare il proprio impegno, assieme a sindacati, imprese, Anci e a quella parte di politica che ci sta, su un’agenda di priorità sui temi dell’emergenza e dello sviluppo”. Per il sindacato guidato in Sicilia da Maurizio Bernava, “quanto accaduto a Sala d’Ercole è un vero e proprio festival dell’irresponsabilità e dell’incompetenza di buona parte della politica che, interessata solo alle proprie rendite di posizione, chiude gli occhi persino sulle opportunità che, per le aree metropolitane, arriveranno dalla nuova programmazione dei fondi Ue”. È la “degenerazione della politica”, sottolinea la Cisl, che di fatto continua a non assumere come prioritari i temi della crisi e dell’uscita della Sicilia dalla crisi. Al presidente della Regione la Cisl chiede quindi di “non restare immobile, prigioniero di un degrado politico che non aiuta”. “Assuma velocissimamente un’iniziativa di svolta dell’azione di governo – scrive – dando centralità ai temi economici e sociali”. Un passaggio necessario perché la Sicilia del lavoro, delle imprese e della sofferenza sociale, non può attendere all’infinito. Con sindacati, imprese, Anci e con la parte di politica che desidera dare un contributo, il presidente definisca un’agenda di priorità sulle emergenze, ripete la Cisl. “È quello che i siciliani si aspettano. A cominciare dall’emergenza dovuta al blocco dei pagamenti legato all’impugnativa del commissario dello Stato”. Un’agenda condivisa di priorità “sarebbe l’unica medicina – sottolinea la Cisl – capace di fermare la febbre del conflitto sociale”.