Enna. Camilleri e Giuffrè sono cittadini onorari; il saluto della città

intervento Giuffrè e sindacoÈ stata una seduta storica quella svolta al Teatro Garibaldi dove è stata conferita la cittadinanza onoraria al Prefetto Santi Giuffrè e allo scrittore Andrea Camilleri, una seduta di Consiglio che ha dato a Madre Enna due nuovi illustri figli che la città non li ha visti in culla, ma li ha stretti ed abbracciati come figli propri.
“Tutto è nato dall’idea di rappresentare al meglio la città con i suoi amici più illustri” confessa il sindaco Paolo Garofalo motivando la scelta della cittadinanza a Camilleri e Giuffrè che da Enna hanno iniziato la loro carriera: “Enna è una città onesta, calda nei rapporti, in prima linea per la legalità e le due figure ben si inseriscono in questo concetto” ha aggiunto Garofalo.
Il consueto suono della campanella ha dato inizio al Consiglio Comunale con il Presidente Bruno che ha letto la motivazione che ha portato a consegnare le due onoreficenze. Ha iniziato da Andrea Camilleri, di cui ha letto una scheda a cui è seguito un video, ed ha proseguito con Santi Giuffrè seduto in prima fila accanto alla moglie.
“Affidarsi alla memoria è d’obbligo per non scomparire” ha esordito Bruno, mentre il colpo di scena l’ha regalato il Maestro Camilleri che si è collegato telefonicamente: “Sono onoratissimo e commosso, mi dispiace non essere tra voi. È un piacere per me ricevere la cittadinanza perchè ad Enna ho vissuto anni splendidi, subito mi è piaciuta. Metà della mia cultura la devo a quelle giornate vissute nella Biblioteca a leggere i lasciti di Lanza e Savarese. Cari concittadini – ha poi concluso Camilleri – vi ringrazio e mi auguro che la nostra città possa conoscere un futuro sempre migliore e di speranza”.
I riflettori si sono, quindi, accesi sul Prefetto Giuffrè la cui emozione era ben palpabile. Nel suo intervento ha voluto ringraziare il Questore di Enna, Ferdinando Guarino, e la città svelando anche un piccolo segreto: “Prima che si parlasse della cittadinanza io e mia moglie siamo stati qui per una passeggiata in incognito ed ho vissuto e apprezzato i momenti belli della mia vita”. Santi Giuffrè, che ha associato ad Enna un “mondo di bei ricordi che sorgono spontanei arrivando qui”, ha anche ricordato il nostro ex collaboratore Emanuele Fonte che lo soprannominò il “Questore più giovane d’Italia” e l’accoglienza ricevuta al suo arrivo: “Enna mi ha dato la forza, ho sentito sempre una marcia in più, i cittadini ennesi sono stati gli azionisti del mio successo”.

Camilleri ha ammesso che ad Enna deve metà della sua cultura, mentre Giuffrè già ad Enna, da Dirigente della Squadra Mobile, dimostrò d’avere la stoffa del grande investigatore.
E da lassù, da quei mille metri d’altezza, i due hanno ricevuto un ringraziamento che è reciproco. A volergli dare risalto l’amministrazione comunale, da un’idea del sindaco Paolo Garofalo, il Consiglio Comunale e la Questura di Enna che con a capo il questore Ferdinando Guarino ha fatto da tramite con Giuffrè. “La cittadinanza onoraria rappresenta un gesto di affetto ed un riconoscimento a tutti i poliziotti che svolgono la loro attività in questo territorio, al fianco e al servizio dei cittadini” ha detto Guarino.
Per l’occasione Enna si è fatta trovare pronta e si è presentata a Giuffrè con quella peculiarità che certamente non avrà dimenticato: temperature rigide, ma calda nei rapporti personali. Al suo arrivo il Prefetto Giuffrè è stato salutato da tutti gli uomini della Polizia ed ha visitato il Truck brandizzato della Polizia Postale. La tappa successiva è stata quella del saluto dei consiglieri comunali mentre qualche minuto in più si è soffermato nella stanza “Francesco Paolo Neglia”, adiacente al Teatro, che ancora oggi conserva gli affetti del noto compositore ennese.
Il Prefetto Giuffrè ha apprezzato quanto fatto da Neglia e ha concesso anche una memoria storica ricordando “l’allora premio a lui dedicato”. Un premio ancora oggi molto richiesto ma caduto nel dimenticatoio. Ad accompagnare la visita il suono del pianoforte di Neglia affidato alle giovani mani di Claudia Belmonte e Alice Castellana. Durante la seduta del consiglio comunale ha seguito attento i lavori e a fine cerimonia ha dispensato abbraccia a tanti amici ennesi che ha ritrovato dopo tanti anni. “È proprio vero, Enna rimane unica nel suo genere, una città che si fa amare” ha detto Giuffrè ai tanti che lo salutavano.

I successi di Giuffrè
Una cittadinanza onoraria meritata ed apprezzata quella di Santi Giuffrè “il commissario Montalbano” della provincia di Enna. Felice di questa dimostrazione di affetto. “Ho apprezzato moltissimo questa onorificenza datami dal consesso civico – dichiara Santi Giuffrè – sono legato ad Enna perché qui sono cresciuto sotto tutti i punti di vista. Un impegno costante e che è stato apprezzato molto dagli ennesi, i quali mi hanno seguito con simpatia. Le esperienze maturate qui sono state importante, hanno tracciato il mio cammino”.

Salutato il questore Guarino ed il sindaco Garofalo, Santi Giuffrè ha voluto abbracciare la sua squadra Giuseppe Restivo,il suo vice, Antonio Restivo, Angelo Zoda, Vito Atanasio, Giuseppe Arancio, Francesco Giummo, Placido Rizzotti con la quale ha ottenuto risultati molti significativi.

La DdA di Caltanissetta nasce proprio a seguito delle sue operazioni antimafia. “Sono stati quattordici anni di attività intensa, pochi mezzi ma tanto entusiasmo e lavoro”, ma dal 1988 al 1990 i successi che sono stati il suo trampolino di lancio verso l’attuale posizione occupata nella Direzione Centrale della Polizia.
Santi Giuffrè arriva proprio in un periodo in cui incominciano ad emergere le famiglie mafiose di Cosa Nostra, gli Stiddari, le estorsioni nei confronti delle imprese edili, lo smercio di reperti archeologici, i lavori nella diga Olivo, i contrasti tra le famiglie che provocarono decine di morti tra Barrafranca, Pietraperzia e Piazza Armerina. Scattano le prime misure di prevenzione patrimoniali, è il primo investigatore che applica l’art. 416 bis, nei confronti di un sodalizio criminale che taglieggiava i commercianti di Piazza Armerina.

A febbraio del 1988 viene sgominata una associazione per delinquere dedita al furto ed alla ricettazione di importanti reperti archeologici, trafugati dai siti di Aidone, Piazza Armerina, Centuripe con l’esecuzione di 17 ordini di cattura ad Enna ed Italia. A marzo vengono arrestati una decina di mafiosi per dichiarazioni del primo collaboratore di giustizia siciliano Calderone.
Ad aprile arrestato a Pietraperzia il latitante boss mafioso Vincenzo Di Calogero. Ad agosto arrestato a Piazza Armerina il latitante mafioso Pietro Balsamo.
Ad ottobre arrestate 15 persone a Villarosa, dedite ad estorsioni a danno di allevatori. Nel giugno del 1990 arrestato boss ennese Gaetano Leonardo, emergente capo della famiglia di Enna, dedita all’estorsione ad imprenditori edili. Nel settembre del 1990 arrestate 12 persone tra Barrafranca e Pietraperzia, dedite ad omicidi ed estorsioni.
Il 23 marzo del 1991 il dr. Giuffrè, deposita una corposa comunicazione a carico di decine di soggetti accusati di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, operanti nell’area nord della provincia, dopo la scomparsa dei fratelli Spata di Regalbuto.
Qui nasce la Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, affidata al dottor Tinebra, e che porta all’emissione di ordinanza di custodia cautelare e parte la prima parte dell’operazione Leopardo.
Santi Giuffrè viene trasferito a Palermo a dirigere i Commissariati di Oreto, Stazione e Duomo, quindi vice direttore del Centro Operativo della Dia. Nel 2000 Questore di Caltanissetta, poi a Sassari, poi Questore di Messina nel 2005, questore di Reggio Calabria nel 2008, quindi va a dirigere la questura di Napoli, con lotta al clan dei casalesi.
Nel 2011, viene designato Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i reparti Speciali della Polizia di Stato.

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redazione-vivienna