Ripresasi dall’incidente, Frida volle far vedere i suoi dipinti a Diego Rivera, che era già un famoso pittore murale. Rivera capì subito di trovarsi di fronte un’artista di grande talento ed introdusse Frida negli ambienti politici ed intellettuali messicani. Aderì al partito comunista messicano nel 1928, diventandone una militante attiva, e nel 1929 sposò Diego Rivera. Il pittore messicano era già sposato due volte e due volte divorziato. La fedeltà coniugale non era una virtù che egli praticava. Frida questo lo sapeva e lo sposò lo stesso.
Nonostante i ripetuti interventi chirurgici subiti e i lunghi periodi di depressione attraversati, Frida non fu da meno del marito in fatto di infedeltà coniugale consumata con amanti di ambo i sessi, tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotskij, assassinato nel 1940 in Messico da agenti di Stalin.
Frida e Diego vissero per qualche tempo, ma non troppo, negli Usa. A Diego erano stati commissionati dei lavori come gli affreschi di un grande muro all’interno del Rockefeller Center di New York e al Fiera internazionale di Chicago. Nell’affresco al Rockefeller ritrasse un operaio con il volto di Lenin. Com’era facilmente prevedibile, gli incarichi gli furono immediatamente revocati.
Durante il loro soggiorno negli Usa, Frida rimase incinta. Per le sue malferme condizioni fisiche, Frida ebbe un aborto spontaneo. Ritornati in Messico, Frida e Diego decisero di vivere in case separate collegate da un ponte. I due divorziarono nel 1939 quando Frida scoprì che Diego la tradiva con sua sorella. Per Frida fu una scoperta sconvolgente, ma nel 1940 si risposò con Diego a San Francisco.
L’imputazione di una gamba nel 1953 costrinse Frida a vivere sulla sedia rotelle. Fu un durissimo colpo per Frida non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello psicologico. Non si perse d’animo e non rinunciò al lavoro e all’impegno politico. L’abuso di alcol e droga la condusse alla morte nel 1954 all’età di 47 anni.
Silvano Privitera