Piazza Armerina costretta a rimanere nel Consorzio di comuni di Enna

mosaici piazza armerinaDopo un lungo e travagliato iter legislativo l’Assemblea Regionale Siciliana è riuscita ad approvare il disegno di legge di riforma dell’ente intermedio siciliano. Adesso la parola passa al Commissario dello Stato Prefetto Aronica che sarà chiamato a sindacare gli eventuali vizi di costituzionalità di cui sono verosimilmente affette alcune disposizioni della riforma. A Massimo Greco, componente del gruppo regionale di studio sulla riforma delle Province poniamo alcune domande.

Finalmente la riforma delle Province tanto voluta dal Governatore Crocetta è stata approvata…

L’ARS, ancorchè a maggioranza, ha deciso di intervenire su una questione istituzionale che andava affrontata con maggiore prudenza. L’articolato così come partorito presenta numerose incongruenze sia da matita blu che da matita rossa. L’ho detto più volte e lo ripeto, una riforma di questo tipo richiedeva un legislatore qualitativamente superiore.

Dobbiamo aspettarci un’impugnativa del Commissario dello Stato?

A mio parere alcuni errori contenuti nel disegno di legge approvato non potranno passare indenni dal vaglio di costituzionalità dell’Ufficio del Commissario dello Stato. Penso a tutta la questione dei tributi di competenza provinciale paradossalmente saltata a piè pari, alle ripercussioni sugli strumenti di finanza locale dei Comuni investiti sostanzialmente di nuovi compiti, alle modalità di elezione del Presidente del Consorzio di comuni senza la previsione di un voto ponderato tra i diversi Sindaci, per non parlare delle Città metropolitane non previste, come già noto, nell’art. 15 dello Statuto siciliano.

Eppure il Governatore Crocetta parla di svolta storica…

Diceva il poeta tedesco Holderlin, ciò che trasforma lo Stato in un inferno è il tentativo dell’uomo di farne un paradiso. Penso che il Governatore Crocetta non abbia consapevolezza di ciò che è stato fatto. I nodi arriveranno al pettine molto presto, ammesso che il Commissario dello Stato non impugni tutta l’impalcatura del disegno di legge. Siamo infatti in presenza di una macedonia istituzionale di difficile, se non impossibile, attuazione. Ad esempio dei 90 Deputati nessuno si è posto il problema che i futuri Consorzi di Comuni, non essendo enti territoriali di governo, ma solamente enti strumentali dei comuni, non potranno più esercitare la funzione impositiva riferita ai tributi di competenza provinciale.

In questa confusione istituzionale il futuro Consorzio di comuni che fa capo a Enna sembra però assicurato…

L’introduzione del limite dei 150 mila abitanti per il mantenimento di un Consorzio di comuni esistente, apparentemente salva il Consorzio ennese, ma provoca un evidente vulnus di costituzionalità perché impedisce al Comune di Piazza Armerina di potere effettuare entro il prescritto semestre l’eventuale libera scelta di aderire ad un nuovo Consorzio di comuni.  Non è infatti ammessa l’adesione di un comune ad altro libero consorzio qualora, per effetto del distacco, nel libero consorzio di provenienza la popolazione risulti inferiore a 150.000 abitanti. In sostanza il distacco del Comune di Piazza Armerina, con i suoi 23 mila abitanti – circa -, porterebbe l’attuale provincia di Enna da 172.000 abitanti – circa – a 149.000 abitanti. Né la volatilità dei dati demografici che caratterizza anche l’ultimo censimento 2011 può portarci a conclusioni diverse.

E quindi che si fa?

Intanto aspettiamo il responso del Commissario dello Stato al quale mi permetterò di formalizzare nelle prossime ore alcune osservazioni da semplice cittadino siciliano, poi studieremo la legge e cercheremo di applicarla nel migliore dei modi o comunque limitando il più possibile i danni ad un territorio, quale quello della provincia di Enna, già di suo preda di crisi strutturale.