Continuano i due segretari provinciali di CGIL e UIL: “Nel ritenere politicamente scorretto tale atteggiamento, intendiamo denunciare formalmente, la scarsa propensione al sistema delle relazioni sindacali di quei sindaci che si sono prestati a tale procedura. Tale procedura, peraltro, è solo un atto di populismo demagogico votato ad un becero clientelismo che accomuna, purtroppo, un’organizzazione sindacale con quegli amministratori che intendono, attraverso uno stato di difficoltà in cui versano tanti precari, far apparire il sole nel pozzo”.
Ed i rappresentanti sindacali specificano che gli “attori che hanno consumato, in pompa magna, tali percorsi conoscono bene quale è la procedura prevista dall’articolo 30 della legge regionale 5/2014, che vede, fra l’altro, coinvolto tutto il sindacato rappresentativo. Pertanto, diciamo basta a queste celebrazioni, da primi della classe, perché infastidiscono, anche, il personale dipendente che non trova assoluto coinvolgimento nella sua compiutezza”.
“Con nota congiunta chiederemo a tutte quelle amministrazioni – fanno sapere i sindacalisti – che si sono prestate a tale gioco, di rivedere gli accordi consumati e di aprire seriamente un tavolo di concertazione con la predisposizione degli atti propedeutici (piano triennale ed annuale delle assunzioni, relazione sulla situazione economico – finanziaria degli enti, notizie relative al rispetto del patto di stabilità – dotazione organica), per un confronto paritetico e serio, perché sull’argomento in questione il populismo e la demagogia non bastano”.