Nicosia. Quirinale rimanda al Comune circa duemila certificati elettorali, inviati dai nicosiani per protesta per la chiusura del tribunale

tessera elettoraleNicosia. In occasione delle proteste contro la chiusura del tribunale, circa 2 mila nicosiani avevano restituito i certificati elettorali. A ottobre il Movimento per la difesa dei territori, costituito proprio durante la protesta per il tribunale, aveva consegnato alla Presidenza della Repubblica i certificati con una accorata lettera di accompagnamento, con la quale i nicosiani sottolineavano di sentirsi abbandonati dalla Stato. Nelle scorse settimane, però era trapelata la notizia che i certificati già da tempo erano stati «rispediti» al Comune, con la disposizione al sindaco di provvedere a farli riconsegnare ai cittadini (che ha un costo per il Comune). Il presidente del Mdt, Fabio Bruno, dopo avere avuto conferma della restituzione al Comune, ha scritto al presidente Giorgio Napolitano, stigmatizzando che i nicosiani si sarebbero aspettati quanto meno una risposta. «Mi preme sottolineare la gravità della mancata risposta ad una civile azione di protesta di massa – dice Bruno – da parte di cittadini che dichiarano di non voler più eleggere rappresentanti che non solo non li rappresentano ma neanche li ascoltano». La lettera è stata inviata al presidente Napolitano, ma anche ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Parlamento europeo, al ministro della Giustizia, gli stessi destinatari della lettera che spiegava le motivazioni della restituzione dei certificati elettorali. «Mai mi sarei aspettato di dovere sollecitare una risposta ad una lettera inviata dal Mdt – scrive Bruno al presidente Napolitano – a nome di 2 mila cittadini italiani, contro la soppressione del tribunale, che esprimeva il disagio della popolazione per lo stato di abbandono in cui versa il nostro territorio. A distanza di sette mesi la situazione è gravissima. Questa scellerata corsa ai tagli si fa sentire maggiormente nei piccoli centri dove lo Stato arretra di giorno in giorno e i cittadini sono chiamati a pagare le tasse. Noi non li vogliamo i certificati elettorali. Venga a rendersi conto della situazione, Presidente, o ci risponda».