Medici sotto stress psicofisico all’ospedale di Nicosia: sindacati si rivolgono alla Commissione Europea

corte europeaNicosia. Lo Stato italiano denunciato alla Commissione Europea da due sindacati dei medici. La Fials e la Fesmed dei medici dell’ospedale Carlo Basilotta, hanno presentato l’esposto alla Commissione Europea e si riservano di chiederne la condanna davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, per le condizioni di stress psicofisico ai quali sono sottoposti a causa della carenza di personale ma, e qui sta la novità assoluta dell’iniziativa, chiedono che i risarcimenti siano destinati ad assumere nuovi medici, in modo da garantire ai cittadini la dovuta assistenza sanitaria.
L’esposto redatto dall’avvocato Giuseppe Agozzino, legale incaricato, e firmato dai medici Francesco Castelli, segretario provinciale che insieme Mario Bracco sono i responsabili dell’organizzazione sindacale Fials Medici e Paolo Trovato, segretario aziendale della Fesmed, è stato spedito alla Commissione Europea, al ministro della Salute, all’assessore regionale e ai vertici dell’Asp di Enna. I medici denunciano la grave situazione lavorativa, dove rispetto ai 10 turni mensili di pronta disponibilità per singolo medico previsti dal contratto di lavoro, ne vengono svolti anche 20 al mese. Ma come sostengono i medici sindacalisti, la circostanza che i medici siano sottoposti a turni di lavoro stressanti non conformi a legge, oltre a violare la Direttiva Europea sull’orario di lavoro, e la stessa Costituzione italiana, costituisce violazione dei “Lea”, i livelli essenziali di assistenza ai cittadini, e questo è causa di violazione ripetuta del diritto alla salute, garantito dalla Costituzione. Ciò si traduce nel rischio, che all’ospedale di Nicosia, le prestazioni mediche possano provocare danni alle persone a causa della condizione di stress psico-fisico al quale sono sottoposti i medici operanti.
«Come sindacalisti potevamo limitarci alla mera difesa delle condizioni di lavoro ma, in quanto medici, abbiamo ritenuto di svolgere la nostra azione anzitutto a difesa della garanzia di cura dei cittadini, diritto fondamentale – commenta il dott. Castelli – che nessun taglio della spesa pubblica può limitare. Lo Stato italiano e la Regione siciliana debbono trovare le risorse per assumere nuovi medici e se non lo faranno ci penserà l’Europa».
La stessa Commissione europea, infatti, ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver applicato correttamente la Direttiva sull’orario di lavoro dei medici operanti nel servizio sanitario pubblico. Da qui la richiesta alla Corte di Giustizia Europea, primo caso in Italia, da parte dei firmatari, che le eventuali somme cui dovesse essere condannata l’Italia come sanzioni per la mancata attuazione della direttiva, siano utilizzate per l’assunzione dei medici in modo da garantire l’utenza. I firmatari hanno preannunciato di ricorrere alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo. «I rischi ai quali sono sottoposti i cittadini – commenta l’avv. Agozzino – derivanti dalle condizioni di stress cui sono sottoposti i medici ospedalieri, è una chiara violazione del diritto alla vita tutelato dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, e una violazione dell’art. 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea». Proprio la Carta dell’Ue sancisce che «ogni individuo ha il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche alle condizioni stabilite dalle legislazioni e prassi nazionali». I medici hanno dichiarato di non volere alcun risarcimento ma di devolvere eventuali indennizzi alle necessarie assunzioni.
L’esposto è stato spedito anche a Jonathan Todd, il responsabile europeo della procedura di infrazione. Nell’immediato i firmatari hanno chiesto alla Commissione di effettuare un’ispezione a Nicosia e agli organi statali e regionali di adottare tutte le misure necessarie a tutela della salute ed integrità psico-fisica dei medici ed a tutela e garanzia dell’effettivo diritto alla salute e all’assistenza sanitaria dei cittadini.