Enna. Per un imputato di truffa, applicata la messa in prova

enna tribunaleIl tribunale di Enna è tra i primi tribunali in Italia ad applicate l’istituto di “messa alla prova”, entrato nella giurisprudenza da pochi giorni. Sul piano tecnico significa che il reato dell’imputato viene cancellato e quindi l’imputato non va in carcere, ma deve ammettere di avere sbagliato e di affrontare un periodo di prova in cui deve dimostrare di essere tornato sulla retta via e quindi riabilitato. Questa novità, particolarmente interessante, è stata applicata ad un operaio ennese, G.T. imputato per truffa, difeso dall’avvocato Gaetano Giunta, dal giudice monocratico, Daniela Sedia, che ha accolto la richiesta formulata. Sinora la “messa in prova” è stata applicata solo ai minorenni, ora i campo si allarga di molto. G.T., operaio edile, che non ha alcun precedente penale, aveva acquistato del materiale edile, che non aveva pagato ed aveva raggirato il rivenditore. “Adesso – ha dichiarato soddisfatto l’avvocato Giunta – grazie alla nuova legge, entrata in vigore da pochi giorni, indagati e imputati per reati che prevedono una pena massima di quattro anni, che abbiamo commesso un reato non particolarmente allarmante, potranno accedere a un programma di messa alla prova, che consentirà non solo l’estinzione del reato ma anche la cancellazione del processo”. Questa normativa nuova è stata approvata dal Parlamento e da tempo è stata sperimentata a livello minorile, mentre ora la “messa alla prova” viene estesa agli adulti. Ovviamente riguarda i reati puniti con pene pecuniarie o al massimo con 4 anni di reclusione, ed in questi casi l’imputato può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova. “La misura – prosegue l’avvocato Giunta, illustrando il provvedimento di cui ha chiesto l’applicazione – consiste in lavori di pubblica utilità e comporta la prestazione di condotte riparatorie o risarcitorie, possibilmente con l’affidamento al servizio sociale per lo svolgimento di un programma di recupero. Se l’esito è positivo, il reato viene estinto, come se non fosse successo niente ”. Ovviamente se l’imputato sbaglia, trasgredisce o commette nuovi reati allora arriva la revoca e la possibile condanna. Questo provvedimento della messa in prova è stato inserito dal Parlamento in un pacchetto di misure, che comprende anche depenalizzazioni e i domiciliari come pena principale, per riformare il sistema sanzionatorio, e nel contempo affronta il problema dell’emergenza carceraria in Italia. Il tribunale di Enna, in questo periodo, si sta pronunziando su applicazione di novità nel campo della carcerazione, infatti pochi giorni un borseggiatore catanese, che aveva rubato in un mercato il portafogli ad una signora, è stato posto ai domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.