“Questo significa – dice Castelli – che per esempio nei casi da trattarsi come intervento di anestesia e rianimazione, non vi è il medico anestesista di guardia, ma solo il reperibile di turno nelle ore notturne e festive. Quindi, nel caso di un paziente che deve essere trattato in emergenza, il medico di guardia del pronto soccorso, prima chiama il medico anestesista reperibile, il quale deve raggiungere l’ospedale dalla propria abitazione, con tutti i rischi connessi per il paziente per il lasso di tempo. È evidente che tale sistema crea una situazione di potenziale pericolo, in quanto i primi minuti di trattamento sono decisivi per la sopravvivenza”. Anche la situazione in ortopedia servizio dell’area chirurgica, è critica. I turni debbono prevedere necessariamente la pronta disponibilità sostitutiva e la pronta disponibilità integrativa, poiché in sala operatoria debbono essere presenti due medici ortopedici e non uno solo. “Questo significa – prosegue Castelli – che ad esempio, un paziente con frattura esposta a seguito di incidente stradale, deve essere portato subito in sala operatoria accompagnato dall’ortopedico di turno, ma manca il secondo medico ortopedico indispensabile in sala operatoria, con tutti i rischi che ne seguono”. Come sottolinea l’avvocato Agozzino alla Commissione europea è stato chiesto di aprire la procedura di infrazione contro l’Italia. “Tutte le circostanze di fatto denunciate in precedenza, ora confermate e integrate, perdurano – spiega il legale – da anni in modo sistematico e patologico all’ospedale di Nicosia, con gravissima violazione dei diritti dei lavoratori, del diritto alla salute dei cittadini e del diritto comunitario. A fronte di ciò la paventata politica dei tagli dei piccoli presidi ospedalieri del Governo è del tutto illogica e va fermata”.