Catenanuova, tappa del circuito culturale di 60 anziani al treno-museo di Villarosa e Villapriolo

Ieri, ultima tappa dell’itinerario culturale organizzato dal centro anziani di Catenanuova, retto dalla dirigente Antonietta Cuocina. Meta, la stazione ferroviaria di Villarosa e il suo Treno-museo con la vicina Villapriolo, con i piccoli musei in miniatura creati in piccole casette. Un treno dai vagoni rossi, composto da 8 vagoni, stracolmi di oggetti di diversa estrazione, il legame di una storia ennese di civiltà mineraria del passato che tocca personalmente. Una piacevole sorpresa per gli oltre 60 anziani catenanuovesi giunti in autopulman, trovarsi in una stazione ferroviaria allietata da un sottofondo musicale in filodiffusione, accolti da un ferroviere, Primo David che con la propria esperienza e la propria memoria storica, ha calamitato l’attenzione dei presenti, raccontando di fatti pregressi che miravano alla chiusura delle stazioni, quei rami secchi che oggi hanno prodotto la desertificazione logistica del tratto ferroviario Bicocca -Caltanissetta e l’azzeramento del personale impegnato. Non è stato così per Villarosa e per il capostazione Primo David, perchè già nel 1995 parte l’idea di realizzare quel treno museo, oggi diventato un luogo culturale dove le diverse età dei visitatori possono trovare la sintesi fra passato e presente. Quello di Villarosa, un connubio fra la civiltà contadina è la civiltà mineraria rivolta all’estrazione dello zolfo che, se da un lato permetteva alle famiglie di sopravvivere, dall’altro debilitava il fisico di quelli che lavoravano sotto terra, i cosidetti “carusi” che portavano alla luce il prezioso oro giallo.
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Con l’associazione culturale degli amici del treno-museo, gli otto vagoni (si dice che i tedeschi li usarono per la deportazione degli ebrei siciliani nei loro campi di concentramento) oggi sono la vetrina d’oggetti, foto e attrezzi d’epoca sapientemente raccolti nelle case del territorio: vecchie stufe, letti in lamiera, mobili d’epoca, attrezzi del contadino ma anche arredi baronali. Radio d’epoca , mobili e vestiti antichi, telegrafo, takigrafo, lanterne, macchine da cucito e molto altro ancora, oggetti che fanno parte di un circuito che ha anche coinvolto la vicina Villadoro. Un vagone è poi dedicato alla memoria ferroviaria con oggettistica, foto, materiale utilizzato per almeno 50 anni dai ferrovieri. L’ultimo vagone è stato trasformato in una vera e propria galleria, con un vecchio carrello da trasporto pieno di zolfo, le lampade con le quali i minatori scendevano in miniera e appese alle pareti, foto rarissime che ritraggono momenti della vita in miniera.

Carmelo Di Marco