Nicosia: si disinfestano gli edifici fatiscenti, ma servirebbero politiche di recupero e fondi nazionali

ensanta maria maggiore2 - case abbandonateNicosia. Primi interventi per la disinfestazione di antiche edifici fatiscenti che hanno provocato la diffusione di incetti ed animali nocivi, tra i quali, recentemente le pulci che hanno finito con l’infestare anche case abitate. Il sindaco con ordinanza ha disposto che i proprietari degli immobili all’origine dell’infestazione provvedano a eliminare il problema, intimando un termine di 7 giorni trascorsi i quali, provvederà il comune caricando poi il costo ai proprietari. L’episodio dell’infestazione avvenuta in pieno centro storico, sta comunque portando a diverse segnalazioni di cittadini che vivono a pochi passi da case abbandonate e temono di ritrovarsi nella stessa situazione delle due famiglie “sfrattate dalla pulci”. Il Comune provvederà ad esaminare le segnalazioni e, dove sussistono pericoli per la salute pubblica, ordinerà ai proprietari di disinfestare gli immobili. Un problema quello degli antichi edifici abbandonati, con il quale la città deve fare i conti e che non riguarda solo fatiscenti modeste abitazioni semi diroccate ma anche antichi palazzi, la cui manutenzione ha costi sempre più inaccessibili. Il problema è frutto di decenni di abbandono e di politiche che non hanno mai puntato al recupero del patrimonio immobiliare antico che, conseguentemente è stato in parte abbandonato, compresi palazzi nobiliari chiusi e disabitati da decenni che si sono deteriorati e che soprattutto nei sottotetti e nelle cantine sono divenuti ricettacolo di uccelli, topi, ratti. La mancanza di una politica della salvaguardia e encrollo santa maria maggiorevalorizzazione, della quale colpevoli sono anche i Governi nazionali che non hanno predisposto misure facilmente accessibili ai privati, se non in rare occasioni e solo per edifici di valore storico ed architettonico, mette a rischio oggi interi quartieri che sono parte integrante della storia della città e che hanno grande valenza etnoantropologica, come Santa Maria Maggiore, Castello e Cappuccini, solo per citare i più antichi, abbandonati dai residenti perché impossibili da raggiungere con le auto. Vicoli tortuosi, scalinate e cortili, case con troppe scale che non corrispondono più ai parametri abitativi moderni e sono state semplicemente abbandonate. Nelle norme attuative del Piano regolatore si prevedevano una serie di parametri tesi proprio ad incentivare le ristrutturazioni nel centro storico, ma ad oggi tutto rimane sulla carta. Ristrutturare in questi quartieri o anche garantire la manutenzione ha costi elevati. Per prima cosa si tratta di edifici realizzati in molti casi NICOSIA: NESSUN PROGETTO PER RIQUALIFICARE L'AREA DI SANTA DOMENICAutilizzando sistemi antichi, come i solai di canne e gesso, tecnica ormai praticamente sconosciuta. Rifare un solaio con cemento però in molti casi non è possibile perchè le strutture verrebbero appesantite e rischierebbero di crollare. Inoltre trattandosi di quartieri a pianta antica l’accesso dei mezzi è difficile e quindi anche il trasporto di materiali diviene difficile e oneroso.Purtroppo l’abbandono di un quartiere innesca un meccanismo complesso di degrado perchè la mancanza di residenti comporta l’abbandono da parte dell’Ente pubblico anche delle strade, dell’illuminazione, dell’arredo urbano. In alcuni quartieri servirebbe il rifacimento di strade, selciato e scalinate a quello dell’impianto di illuminazione che in alcune stradine non viene ammodernato ormai da oltre 30 anni. Interventi infrastrutturali necessari ma i cui costi sono elevatissimi. Per realizzarli servirebbero necessariamente finanziamenti pubblici che potranno essere concessi solo se effettivamente parte la ristrutturazione delle abitazioni da parte dei privati. In una parola: il cane che si morde la coda. Risistemare aree antiche richiede enormi sforzi economici, Una possibile fonte finanziaria era rappresentata dai “contratti di quartiere” che prevedevano progetti di ampio respiro con un contributo economico dei privati a fronte di alte percentuali di finanziamenti, che però in città non sono decollati. Rimangono il problema della sicurezza per i pochi che ancora vivono in queste aree e il rischio di vedere per sempre sbriciolati pezzi fondamentali della storia della città e che testimonianze di una cultura finiscano per trasformarsi in un pericolo per la salute e l’incolumità dei cittadini.


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