Commissariamento Sicilia

accorintifasciaIl pamphlet di Pietrangelo Buttafuoco, magnifico provocatore, ha creato discussione, ha gettato un bel sasso nello stagno e, nonostante il caldo agostano, ha portato i siciliani, quelli che leggono, a parlare.
Sicilia commissariata, Sicilia da commissariare con uno svizzero, Sicilia che, come fu dopo la lunga tirannide dionigiana, ha bisogno di un Timoleonte pronto a rifondare l’ordine, il sistema…
Pensavo a Timoleonte e pensavo all’altro grande rifondatore siciliano, Federico II, ne scrivevo sui social e, tra me e me, cercavo una figura che oggi potesse impersonare l’uomo nuovo, un uomo di tale levatura morale, di tale disinteresse, di tale incorruttibile tessuto da poter assurgere al massimo seggio senza scadere nella dittatura.
Io non credo nei commissariamenti, non ci ho mai creduto, mi paiono comunque delle parentesi tese più a prolungare gli status che a risolverli. Poi, certamente, vi sono eccezioni, non posso dimenticare la ottima azione amministrativa del Commissario dottor Zaccone, proprio ad Enna, ma anche oggi, i commissariamenti delle province, i commissariamenti degli enti regionali, anche laddove affidati a esperte e volenterose mani poco hanno potuto.
E allora? Bah, gioco lo stesso, se il gioco è immaginare chi potrebbe impersonare l’odierno Timoleonte, capace di agire, con fermezza e poi tornare tranquillamente al suo orto a Corinto, mi balena un nome, un nome che potrebbe rappresentarne altri ma che è in tutto e per tutto la dimostrazione dell’esistenza di un’altra Sicilia, possibile, capace, con i piedi, e pure nudi, per terra.
Quest’uomo oggi è il sindaco della terza città dell’isola, forse della più complicata delle tre grandi: Messina. Alla sua candidatura le grandi lobbies politiche ne sottovalutarono l’impatto mediatico, ne derisero le magliettine, la barba, lo sguardo appassionato e fermo verso l’orizzonte, ne discussero le amicizie con i movimenti, con i No Ponte, i No MUOS, con i No TAV. Risero del suo convinto pacifismo, della sua diuturna lotta personale per la liberazione del Tibet, che non fa mai male intestarsi personalmente una battaglia per altri così apparentemente distanti da noi.
Quest’uomo è Renato Accorinti, colui che, appena eletto, entrò in comune a piedi scalzi, per stare appunto con i piedi per terra, a contatto con la sua Terra.
Ecco, se volete commissariare la Sicilia, datela in mano a Renato Accorinti, è Lui il mio commissario ideale. So che solleverò strali, smorfie, risatine… so che troverò disaccordi, ma sono anche certo che in cuor loro tanti, tanti siciliani saranno infine d’accordo con me.
La Sicilia ad Accorinti, Accorinti per la Sicilia!

Giuseppe Maria Amato

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redazione-vivienna