Nicosia. La giunta affitta parte del Palazzaccio. E il Trinunale di Montagna?

Da La Sicilia del 13 agosto 2014, edizione Enna www.lasicilia.it
130906 tribunale NicosiaNicosia. La giunta ha deliberato di concedere in locazione parte del palazzo di giustizia al Commissariato di Ps. Come anticipato dal nostro quotidiano nell’edizione dello scorso 8 agosto, la giunta ha poi approvato la delibera che, a questo punto rischia di entrare in totale contrasto con il deliberato del Consiglio giudiziario della Corte d’appello di caltanissetta che ha approvato il progetto di riaprire il tribunale di Nicosia, con un circondario più vasto rispetto a quello sul quale era competente prima di essere accorpato a quello di Enna. Un “pasticcio in salsa nicosiana”, perché se è vero che per il Commissariato bisogna trovare locali diversi da quelli attuali, locali che devono avere un costo massimo per locazione di 40 mila euro all’anno, è anche vero che deliberare la concessione dell piano della Procura, degli alloggi dei magistrati e della rimessa, contrasta con il deliberato del Consiglio che parte proprio da una struttura libera, immediatamente disponibile, ed idonea ad essere sede di un grosso tribunale quale sarà, ove approvato dal ministero, il tribunale di Montagna. Un pasticcio al quale la giunta deve ora cercare di mettere rimedio al più presto, che avrebbe comunque potuto essere vitato perché il deliberato del Consiglio giudiziario è del 17 luglio e da subito si è appreso che era stato approvato il tribunale di montagna, quindi non si comprende il motivo per il quale giorno 8 agosto quando già il deliberato era stato trasmesso al ministero ed al Csm, sindaco ed assessori abbiano approvato la concessione di parte del palazzo di giustizia. Tecnicamente si pone un ostacolo alla possibile riapertura del tribunale, perché l’immobile che lo dovrebbe ospitare non si trova più nelle condizioni – vuoto e immediatamente disponibile – descritte dal consiglio giudiziario che, va ricordato, è presieduto dal presidente della Corte d’appello Salvatore Cardinale. Nell’accordo per cedere i locali al commissariato è prevista una clausola secondo la quale, qualora il tribunale dovesse riaprire c’è un impegno a lasciare i locali entro 2 mesi. Va detto che contrattualmente una clausola di questo tipo non ha alcun valore giuridico e comunque, sarebbe poco realistico pensare che in soli due mesi possano essere reperiti locali alternativi idonei ad una presidio della polizia di Stato, che non sono stati trovati in un anno. In sostanza il ministero dell’Interno potrebbe opporsi allo “sfratto” almeno fino a quando non viene reperita una nuova sede idonea. A questo punto alcuni consiglieri comunali stanno valutando di chiedere la convocazione di un consiglio comunale straordinario per votare un Odg nel quale si chiede alla giunta di annullare in autotutela la delibera di concessione dei locali fino a quando non ci sarà la decisione del ministero della Giustizia sulla riapertura o meno del tribunale. In attesa, il Comune potrebbe pagare la differenza della locazione dell’attuale sede del commissariato, rispetto ai 40 mila euro che il ministero è disposto a spendere. Una somma che potrebbe essere reperita anche semplicemente dimezzando le indennità degli assessori ed i gettoni dei consiglieri comunali. Anche se non ci sono certezze sulla riapertura del tribunale, porre ostacoli in un momento delicatissimo rimane una scelta incomprensibile e poco ponderata.

animazione 3 -Giacobbe grande