Tasi Enna. Le ragioni del primo cittadino

Enna-Paolo_GarofaloEnna. Le perplessità tante, le critiche ancor di più, l’appello (non appello) del sindaco uno solo: “Ad Enna se il Consiglio comunale approvasse una aliquota Tasi inferiore all’1 per mille il comune non sarebbe nelle condizioni, pur avendo i conti a posto come previsto dal patto di stabilità, neanche di affrontare le spese obbligatorie. Il risultato sarebbe un nuovo dissesto con la ovvia conseguenza di portare le “aliquote al massimo per tutti i cittadini” e “servizi con pagamenti ad personam”.
Così è iniziato l’intervento del sindaco Garofalo nella seduta del consiglio comunale di mercoledì sera quando, in discussione, c’era il primo punto all’ordine del giorno: l’approvazione del regolamento Iuc (Imposta unica comunale). «Potrei fare una sorta di appello – ha detto – al consiglio comunale, ma non lo faccio perché l’appello ai consiglieri comunali l’hanno fatto gli elettori nel momento in cui hanno dato il loro voto e hanno chiesto di essere amministrati al meglio. L’operazione complessiva ci consente di approntare i servizi, di non andare in dissesto e di far sì che in questa città, questa è la parola d’ordine che ci siamo dati nei confronti della solidarietà, nessuno abbia fame, nessuno resti senza un tetto». Quindi, ha elencato quello che l’amministrazione si proponeva di fare nella manovra complessiva se veniva approvata la Tasi così come proposta: «L’istituzione di un fondo per famiglie disagiate per il pagamento della Tari; un fondo per le utenze non domestiche che avranno un aumento della Tari superiore al limite tollerabile; un fondo per assicurare ad alcune famiglie una dimora fissa; un fondo per il contributo del canone di locazione da parte delle famiglie disagiate; un fondo per le case date in comodato d’uso ai figli; l’istituzione di un fondo per le borse di studio per studenti universitari che hanno difficoltà ad affrontare gli studi; esenzioni e riduzioni del 20% per le abitazioni rurali e stagionali per i residenti all’estero per almeno sei mesi; esenzioni per i terreni agricoli e attenzioni particolari nei confronti dei disabili e dei portatori di handicap». «Tutto questo – ha proseguito Garofalo – si può avere solo se non entriamo in dissesto. Altrimenti dobbiamo dimenticare non solo quello che è stato predisposto, ma anche l’assistenza agli anziani, il servizio dei pulmini per i bambini, i servizi nelle scuole; dobbiamo dimenticare tutto quello che fino ad ora, lavorando con meno del 50 per cento rispetto a 4 anni fa, siamo riusciti a garantire anche grazie alla responsabilità del consiglio comunale. Io sono disponibile a pagare prezzi personali, ma la città non può pagare azioni di sciacallaggio determinati da fattori che nulla hanno a che vedere con questo consiglio comunale. Rispetto alla politica si possono avere visioni diverse, però questa sera è una giornata particolare, importante. Per quanto mi riguarda ho la coscienza a posto, ma questa città non merita di andare in disseto».
«Se atti di sciacallaggio ci sono non appartengono sicuramente alla nostra forza politica che è chiara e trasparente – ha risposto il consigliere Giovanni Contino a quanto detto dal sindaco Garofalo -. Li vada a cercare magari a casa sua all’interno del suo partito. Un partito dal quale mi aspetterei che sia un tantino più coerente e meno litigioso. Perché è la vostra litigiosità che fa saltare l’appello a questa città, le vostre faide di partito, i vostri atti di sciacallaggio che non sono certamente di chi fa una opposizione. Enna in dissesto c’è andata per un danno che ha fatto il Pd per la gestione degli ato. Noi non possiamo approvare regolamenti e tariffe a scatola chiusa con la minaccia del dissesto se non ci è stato nessun confronto e non sappiamo le motivazioni che inducono a mettere queste tasse. Voi umiliate questo consesso civico».

Giacomo Lisacchi





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