Il Comune – in quanto soggetto leso nel novero dei reati contro l’ambiente e la salute pubblica – è infatti legittimato a ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e morali, in quanto i reati contestati risultano pregiudizievoli sotto il profilo del danno patrimoniale e dell’immagine. L’impianto – che avrebbe consentito la produzione di 1 MW di energia elettrica e 2 MW di energia termica mediante combustione di fonti rinnovabili – avrebbe dovuto sorgere in contrada “Serro Croce”, a 2 km di distanza circa dal centro abitato.