Aidone. Consorzi comunali: finalmente se ne parla in C. C. su mozione dell’opposizione

Aidone-Municipio-chiesa-S-LeoneSu richiesta dell’opposizione, sabato 27, alle ore 17, è convocato il Consiglio Comunale, in sessione straordinaria e urgente per discute due mozioni, una della stessa opposizione sulla L.R. n. 8/14 – Istituzione dei liberi consorzi comunali e l’altra della maggioranza sul mancato inserimento, da parte della Regione, dei territori dell’ex provincia di Enna nel progetti della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI), una negligenza quanto mai sospetta se consideriamo che le quattro aree gravitano intorno ai comuni più centrali ed interni dell’isola, che però ne restano fuori. Alla faccia della definizione di interne!
Giorno 28 settembre scadono i termini ultimi per deliberare l’uscita dalla Provincia di appartenenza da parte dei Consigli Comunali, delibera che poi deve essere ratificata dal referendum popolare. È quanto è già avvenuto a Gela, Piazza Armerina e a Niscemi (in queste due ultime città le consultazioni si sono tenute domenica scorsa con risultati plebiscitari, rispettivamente 96 e 83 %), il C.C. di Butera ha votato per il sì all’unanimità dei presenti. A questo punto, con l’ingresso di Piazza Armerina e la presenza di Raddusa, Ramacca, Mineo, Mirabella Imbaccari, paesi confinanti, Aidone diventa una specie di enclave che ha tutt’intorno paesi appartenenti al nuovo consorzio, confinante con il territorio di Enna solo per un breve tratto.
Potrebbe sembrare fuori tempo massimo la richiesta dell’opposizione di discutere dell’opportunità o meno di restare nel consorzio di Enna o migrare in quello di Catania Sud che avrebbe come comune capofila Gela.
In effetti non ci sono i tempi, né c’è una richiesta formale da discutere sulla opzione se restare o uscire dal Consorzio di Enna ma, come si legge nel testo della mozione, all’Amministrazione comunale si contesta di avere preso una decisione così importante per il futuro del paese senza sentire il bisogno di interpellare la cittadinanza, senza informare su quanto stava accadendo, di avere scientemente rimosso l’argomento per non deliberare, il che vale come assenso a volere restare nella ex provincia di appartenenza. Come si dice nella mozione: “Senza l’adozione di adeguati strumenti di partecipazione la popolazione rischia di essere esclusa dalle decisioni riguardanti la vita di tutti ….. per essere efficaci, gli strumenti di partecipazione devono permettere a tutti i cittadini di incidere in qualche misura nei processi decisionali;…la consultazione dei cittadini di Aidone nell’assunzione delle scelte riguardanti la collettività è un dovere di chi è chiamato a gestire l’amministrazione del Comune, specularmente, un diritto dei cittadini”.
C’è nell’aria la possibilità che la scadenza venga in qualche modo corretta e prorogata e gli aidonesi, se questa opportunità si palesa, secondo i consiglieri di minoranza, è giusto che vengano resi partecipi e consapevoli delle due opzioni, che si apra un pubblico dibattito, perché a questo punto gli aidonesi sembra non si siano resi conto che sulle loro teste, sul loro futuro è stata presa una decisione che potrebbe anche essere la migliore, ma non è detto che sarebbe quella scelta se si avesse il modo si scegliere.


Franca Ciantia