Enna, Processo in appello per rumena accusata di infanticidio, corpicino in cassonetto della spazzatura
Enna-Cronaca - 04/10/2014
Enna. Torna in appello la tragica fine della bambina Angelica appena nata e buttata nel cassonetto della spazzatura di contrada Risicallà a pochi chilometri da Pergusa e poco distante dall’abitazione dove lavorava la madre. La Corte di Appello di Caltanissetta, infatti, ha fissato per il prossimo 24 ottobre l’udienza che dovrebbe portare alla sentenza nei confronti delle rumena Joana Marin, che è stata condannata ad 8 anni di reclusione. Sono passati 9 anni, era l’11 novembre del 2005, dalla tragica morte di Angelica, la neonata che quel giorno due poliziotti trovarono in un cassonetto della spazzatura, che portarono velocemente all’ospedale, dove i medici riscontrarono la morte. L’avvocato Paolo Patelmo ha presentato ricorso depositando una consulenza del professor Carlo Torre, molto conosciuto per essere stato perito dell’inchiesta sull’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, secondo cui Angelica, in realtà, è morta prima di venire alla luce. Su queste considerazioni di carattere scientifico l’avvocato Patelmo ha chiesto di annullare la condanna, contestando la mancanza della prova scientifica del reato: se la bimba era già morta prima di nascere non sussisterebbe alcun delitto. Il 24 ottobre c’è da discutere il ricorso dell’avvocato Gabriele Cantaro, penalista del foro di Enna, difensore dei coniugi ennesi Giovanni Scevole e Rachela Pirrera, condannati per concorso in occultamento di cadavere perché secondo l’accusa la Marin fu aiutata dai due coniugi a disfarsi del corpicino e l’accusa nei loro confronti è di concorso in infanticidio, ma da questa accusa sono usciti assolti con formula piena senza opposizione della Procura, mentre per l’occultamento del cadavere sono stati condannati ad un anno ed otto mesi con sospensione della pena.
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