La proposta del preside consisteva nell’adozione della settimana corta, fatta di cinque giorni settimanali, anziché sei, con riposo il sabato, ma la proposta non era stata ben accolta da genitori e insegnanti, i quali, nei giorni scorsi, si erano espressi a gran voce nelle assemblee.I genitori interessati avevano persino scritto una lettera al dirigente, spiegando le motivazioni del proprio dissenso. La rimodulazione della settimana avrebbe avuto delle ricadute anche sull’orario scolastico giornaliero, non più basato su ore da sessanta minuti, e questo avrebbe influito persino sui servizi collegati al sistemza scolastico, come trasporto, mensa ecc. Non meno importanti erano considerate le conseguenze sull’organizzazione delle famiglie, firmatarie di un patto formativo stipulato con l’istituto, nel quale era già previsto un monte ore ben preciso, dal quale i genitori non intendevano prescindere. Le perplessità dei genitori derivavano dal timore di un sovraffollamento di nozioni per l’eccessivo numero di discipline nello stesso giorno. A preoccupare erano anche: il rischio di una riduzione dell’offerta formativa; la sovrapposizione dell’orario scolastico con le attività extra-scolastiche, già programmate ed avviate; l’impatto negativo sull’organizzazione delle famiglie che lavorano il sabato. Per tutti questi motivi, i genitori degli alunni avevano espresso ferma contrarietà alla proposta e si ritengono ora soddisfatti del risultato ottenuto.
Valentina La Ferrera
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