Enna. Miniera di Pasquasia: segna il passo la bonifica

Solfato Pasquasia 1L’interrogatorio dell’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e dell’ex assessore regionale Pier Carmelo Caruso da parte del Sostituto Procuratore Francesco Rio sul disastro ambientale venutosi a creare all’interno della miniera di Pasquasia, ha messo in evidenza il fatto che, allo stato attuale, di bonifica della miniera, nonostante siano state stanziate 20 milioni di euro, non se ne parla. La novità più interessante di qualche giorno fa, è che a sorvegliare tutto il territorio della miniera di Pasquasia sono tornati i guardiani della Resais, quelli che c’erano prima, anche se la miniera continua ad essere tenuta sotto controllo dalla guardie forestali. Il problema che, non essendo iniziate le operazioni di bonifica, di fatto tutto il territorio della miniera e le zone attorno sono sotto inquinamento provocato dalla presenza di tonnellate di amianto, la cui polvere è pericolosa, e la presenza di oli cancerogeni sparso nel terreno sono pur pericolosi. In sostanza più il tempo passo più la bonifica si fa più difficile sotto tutti i punti di vista. Abbiano chiesto a Giuseppe Regalbuto, presidente delle miniere dismesse presso l’URPS qualche notizia relativamente all’ultimo sequestro della Miniera di Pasquasia e quali possibilità future ci sono per la miniera. Non bisogna dimenticare che Giuseppe Regalbuto da anni si batte non solo per la bonifica della miniera ma anche perché la miniera riprenda il suo ciclo produttivo, con riflessi positivi sul lavoro, visto che ancora ci sono almeno vent’anni di estrazione di sali potassi ma anche del magnesio, importante per l’industria aereonautica. “Pur confidando nell’operato della magistratura – ha dichiarato Giuseppe Regalbuto – il mio augurio è che la bonifica riparta immediatamente, considerato e conclamato l’alto tasso cancerogeno dell’amianto e delle numerose altre sostanze inquinanti che sono presenti nella miniera. L’elevata mortalità che è stata registrata negli ultimi anni in Sicilia e, in particolar modo nel territorio ennese, nonché le opportunità di riapertura della miniera richiedono una ripresa celere dei lavori”. La sostanza delle dichiarazioni di Giuseppe Regalbuto che invita la Magistratura inquirente a risolvere la vicenda nel più breve tempo possibile per poter iniziare queste operazioni di bonifica che non sono semplici ma piuttosto complesse perché c’è da salvaguardare la salute di coloro che dovranno effettuare questa bonifica, inoltre bisognerà incominciare a decidere, e lo deve fare la Regione, se l’attività estrattiva deve riprendere oppure no perché una ripresa significa centinaia di posti di lavoro che in questo momento sarebbero veramente di notevole importanza per i territori di Enna e Caltanissetta.



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redazione-vivienna