A fare gli onori di casa e aprire i lavori è stato il presidente dell’Anmil provinciale, Vincenzo Macaluso, che dopo i saluti, nel corso del suo intervento, ha sottolineato come la celebrazione di questa giornata serva anche “per confrontarsi sulle realtà socio-economiche del nostro Paese e sulla tutela che deve essere garantita alle vittime del lavoro per una più equa e adeguata assistenza, ancor oggi legata ad una normativa obsoleta che risale al Testo Unico Infortuni del 1965 e che andrebbe completamente rivista”. “Lo spirito della Giornata – ha affermato ancora Macaluso – è rimasto invariato in oltre mezzo secolo, sebbene si sia arricchito di nuove, legittime istanze: oggi costituisce un doveroso momento di riflessione sul sacrificio di chi ha perso la vita nello svolgimento della sua professione, nonché un’occasione per rivendicare la centralità dei diritti di ogni lavoratore”.
La festa è stata l’occasione anche per non dimenticare, ad esempio, che “negli ultimi cinque anni, in Italia, si sono verificati oltre cinque milioni di infortuni sul lavoro che hanno provocato quasi 200.000 invalidità permanenti e oltre 7.000 morti”. Secondo l’ultimo Rapporto annuale 2013 reso noto dall’Inail, c’è stato un calo complessivo di circa 50mila infortuni (pari a -6%) passando da circa 745.000 casi denunciati nel 2012 a 695.000 nel 2013. Mentre un dato che preoccupa particolarmente è la crescita delle malattie professionali aumentate di ben 5.500 unità, passando dalle 46.300 patologie denunciate nel 2012 alle 51.800 nel 2013 (+11,9%). Il convegno si è concluso con un ricco e delizioso pranzo preparato per l’occasione.
Giacomo Lisacchi
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