Sindacati sull’organizzazione degli ospedali e della sanità in provincia di Enna

Russo Mancuso seduti Pavone FirenzeLa fotografia della provincia di Enna per quanto riguarda l’organizzazione degli ospedali e della sanità in genere è un’immagine non certo brillante, considerata la continua diatriba tra il commissario straordinario, ormai agli sgoccioli del suo mandato, e la politica. «Nella disputa ad essere mortificato è il ruolo del sindacato e di chi lo svolge seriamente a favore dei lavoratori e della collettività escludendolo di fatto dall’operazione messa in atto – sostengono i quattro segretari provinciali di categoria di Fial, Ugl, Nursind e Sapmi-Confsal, Salvatore Mancuso Prizzitano, Giuseppe Russo, Milko Pavone e Calogero Firenze – e che riguarda soprattutto l’organizzazione del lavoro o la rimodulazione del personale che non va fatta con tutto il rispetto tra Asp e politica attraverso la stampa; questa è materia di contrattazione sindacale che rivendichiamo». «Abbiamo richiesto – affermano con documenti ufficiali alla mano – più volte, l’ultima il 15 ottobre scorso, la convocazione di un tavolo trattante anche in vista della nuova rete ospedaliera e del mantenimento dei quattro nosocomi ennesi che verranno trasformati in ospedali riuniti, ma ancora attendiamo una risposta. Così come aspettiamo che il commissario dia seguito all’accordo raggiunto il 18 novembre 2013 a seguito di una riunione convocata su nostra richiesta dal prefetto dove si era assunto l’impegno a definire entro un mese i provvedimenti relativi alla organizzazione dei servizi, dotazioni organiche e della rete ospedaliera». I quattro segretari sollevano inoltre un’altra questione: «Come mai il commissario ha ritenuto di rispondere ad un sollecito di una sigla sindacale che denunciava la carenza di personale sanitario e quindi il recupero di 50 cosiddetti imboscati? Operazione che, nonostante gli sforzi dei direttori sanitari di presidio, riteniamo del tutto fallimentare? A questo punto chiediamo al commissario o le immediate dimissioni oppure il rispetto di quello che prevede la legge, cioè ci convochi per mettere mano a quello che avevamo chiesto e concordato davanti al prefetto. Non solo, vogliamo sapere nomi e cognomi di questi pseudo-imboscati. Inoltre chiediamo: il rapporto posti letto-personale sanitario e cioè di infermieri, oss e ausiliari; i livelli occupazionali di tutti e quattro i presidi ospedalieri, anche perché riteniamo che la distribuzione del personale deve avvenire secondo i carichi di lavoro; la revisione di tutto il personale, compresi i medici, che operano nel territorio dell’Asp di Enna. Vogliamo che il commissario, prima che ci rivolgiamo alle autorità competenti, dia riscontro a questa nostra ultima richiesta del 15 ottobre e soprattutto chiarisca alla popolazione ennese quali sono le scelte di natura sanitaria che vengono fatte. E ci riferiamo in particolare a certi bandi che riguardano dei servizi che sicuramente non ci risultano di essere di prima necessità e urgenza, mentre di contro non si assume personale per mancanza di fondi per sostituire ad esempio qualche infermiera che va in permesso per gravidanza». «Vogliamo parlare con il management dell’Asp – concludono i quattro segretari – non solo del personale, delle loro spettanze economiche, ma anche dell’intero sistema sanitario ennese. Vogliamo che ci spieghino perché abbiamo reparti fotocopia visto che si parla di ospedali riuniti».

Giacomo Lisacchi





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