Aveva estorto più di 8.000 ad un manovale di Troina: sottoposto a fermo un catanese
Enna-Cronaca - 10/11/2014
Gli investigatori della 3^ sezione Squadra Mobile della Questura di Enna e del Commissariato di P.S. di Leonforte, diretti rispettivamente dai Vice Questori Aggiunti dr. Giovanni Cuciti e dr. Salvatore Tognolosi, a seguito di indagini condotte in tempi ristrettissimi, hanno eseguito il provvedimento di fermo emesso dal P.M. dr. Augusto Rio della Procura della Repubblica di Enna, conducendo presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza:
– Santo Bonaccorsi, nato a Catania nel novembre 1975, ivi residente,
indagato in ordine ai delitti di cui agli artt. 110, 81 cpv. e 629 comma 2°, in relazione all’art. 628 comma 3° n. 1 c.p., per avere, in concorso con altri soggetti non ancora identificati, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, mediante minaccia consistita nel prospettare alla vittima un male ingiusto, profferendo minacce quali “buschi le botte…ti taglio tutto…ti rompo le corna…ti gonfio…ti rompo dalle legnate…ti do un colpo di coltello in faccia…ti brucio vivo…ti carico un colpo di coltello che ti mando in ospedale” ha costretto il malcapitato a consegnargli, in più tranche, la somma di 8.300,00 €, siffattamente procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno. I fatti sono stati commessi occorsi in Troina (EN) e Catania dal mese di giugno 2014 e fino ad oggi.
La vittima, ormai ridotta in totale di soggezione, era consapevole di essere caduto nella rete dell’aguzzino, il quale, con reiterate minacce, essendosi presentato come appartenente ad un gruppo criminale etneo, non solo era riuscito a farsi consegnare in più soluzioni circa 8.300, ma, non pago, aveva avanzato ulteriore richiesta di denaro, pena l’incolumità della parte offesa.
Questa, che doveva corrispondere la somma di 1.000 € ad un altro manovale di Troina per lavori edili da questi eseguiti, era stato contattato dal Bonaccorsi Santo, che, asserendo di essere un creditore di quest’ultimo, chiedeva la corresponsione di 300,00 € che il medesimo manovale avrebbe poi scontato dalla somma che doveva ancora ottenere.
Dopo avere percepito tale cifra, il Bonaccorsi, a seguito di una serie di minacce gravi, riusciva ad estorcere – in più tranche 8.300 € – dalla persona offesa, asserendo falsamente di essere stato arrestato per avere speso alcune delle banconote consegnategli dalla vittima, poi risultate false; per tale motivo, aveva la necessità di fare fronte a spese legali e personali che imputava all’estorto e che, altrimenti, non avrebbe dovuto sostenere.
Nonostante la somma indebitamente percepita, raccolta dal malcapitato grazie a prestiti elargiti da parenti o ottenuti da istituti bancari, il BONACCORSI, approfittando dello stato di soggezione in cui era riuscito a costringere il manovale, avanzava ulteriore richiesta della somma di 5.400,00 €, per altre spese personali, necessarie per fuggire in Germania.
Il termine ultimo per la consegna della somma in argomento era stato fissato al pomeriggio di venerdì 7 novembre 2014, pena violente ritorsioni.
Tali emergenze sono state acquisite tramite le indagini esperite dagli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato di Leonforte, dalle quali si è anche potuto documentare come il Bonaccorsi abbia, tra l’altro, acquisito notizie sia sulla ubicazione della abitazione della vittima che sulla sua sede lavorativa, avendo in animo la volontà di porre in essere azioni violente a suo nocumento.
In ragione di quanto sopra sintetizzato, nella mattinata del 6.11.2014 è stata depositata articolata e corposa comunicazione notizia di reato, significando che il S. Procuratore titolare del fascicolo, dott. Rio, proprio nella mattinata del 7 novembre, ha emesso fermo di indiziato di delitto a carico del Bonaccorsi Santo.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito da personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Leonforte nelle prime ore del pomeriggio del 7 novembre 2014 in Catania, luogo di residenza dell’indagato, il quale, dopo le incombenze di rito è stato associato alla casa circondariale di Piazza Lanza.