Il caso ha raccolto molti toni duri dai consiglieri su una vicenda già da anni annunciata come hanno ricordato i consiglieri Cardaci (Ncd) e soprattutto da Riccobene (Pd) che col suo voto contrario ha fatto pendere l’ago della bilancia verso la bocciatura del debito. Ferrari (Lista Musumeci) ha chiesto il perchè non impugnare il decreto ingiuntivo e se mai interverrà il Nucleo di valutazione, mentre Incardone (Patto per Enna) ha attaccato per la mancanza di un regolamento (la dirigente generale Buarnè ha parlato di più bozze mai però approvate) che fissi i compensi. In più casi è stato evidenziato il clima di forte astio che ruota intorno all’ufficio di avvocatura dove secondo più consiglieri andrebbero riviste molte cose, un ufficio, secondo Falzone (Pd) che costa alle casse comunali «indipendentemente che si vinca una causa o che si perda».
A dare fuoco alle ceneri era stata una mozione (poi bocciata) sulla Tarsu 2009 in cui Ferrari ha chiesto di accertare se ci sono responsabilità per eventuali danni erariali in capo a chi ha gestito il contenzioso sulla riscossione dei tributi sui rifiuti del 2009 chiedendo anche di riconoscere gli stessi privilegi a chi, non presentando ricorso, ha comunque pagato il servizio. Una sorta di equità sociale mentre Salamone (Pd) ne ha visto una propaganda elettorale e ha definito «un fatto vergognoso che oggi legittimiamo delle associazioni che per un ricorso si fanno pagare dai 60 ai 100 euro». Anche qui si è aperto un lungo dibattito sulla legittimità delle tariffe 2009 con l’assessore Di Gangi che ha fatto un excursus delle tappe intorno al servizio sui rifiuti evidenziando come ci sia sempre stata confusione. Per Di Gangi la mozione avrebbe procurato un nuovo dissesto e «poi non è detto che la tariffa del 2003 sia legittima. Chi lo assicura? ». La legittimità, hanno risposto alcuni consiglieri, arriva dalla determinazione delle tariffe da parte del Comune. Il consigliere Cardaci ancora una volta ha invece ricordato «che la madre di tutti gli errori fu quella di avere privatizzato il servizio». Di certo c’è che ormai da dieci anni la classe politica si interroga sulla legittimità o meno delle tariffe, un dubbio che ha creato una montagna di ricorsi degli utenti per un servizio che deve comunque essere pagato perché garantito.