ASP Enna: AIDS non è una malattia vinta

AIDSMauro Sapienza, infettivologo dell’ASP di Enna, fa il punto della situazione:

”Secondo i dati del Centro operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in Italia resta costante il numero delle nuove diagnosi di Hiv che nel 2013 sono state 3.806 e aumenta l’età mediana della diagnosi che è 39 anni per i maschi e 36 per le femmine e più della metà delle nuove diagnosi avviene in fase avanzata quando i linfociti CD4 sono già bassi o quando sono già comparsi i primi sintomi.

Aumentano le diagnosi nei maschi che fanno sesso con maschi tra gli italiani, che costituiscono quasi la metà delle nuove diagnosi tra gli italiani mentre tra gli stranieri è quella eterosessuale la modalità di trasmissione più frequente. Stabile ancora il numero dei casi di AIDS, che nel 2013 sono stati 1.016. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2013 sono maschi nel 72,2% dei casi.

L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti). Nel 2013, la maggioranza delle nuove diagnosi di HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’83,9% di tutte le segnalazioni (maschi eterosessuali 26,00% e femmine eterosessuali 18,5% MSM 39,4%).

Nel 2013, il 24% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate in Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna. Nel 2013, il 41,9% delle persone con una nuova diagnosi di HIV ha eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV-correlati, il 27,6% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 15,1% per controlli specialistici legati alla riproduzione sia nella donna che nel partner (gravidanza, parto, interruzione volontaria della gravidanza e procreazione medicalmente assistita).

Nel 2013, le regioni con l’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia e il Piemonte. L’incidenza più bassa è stata osservata in Calabria. Nella maggior parte delle regioni l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sembra avere un andamento stabile, anche se in alcune (Piemonte, Toscana, Abruzzo, Calabria) sembra essere in aumento e in altre si osserva un andamento in diminuzione (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trento, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Sardegna). Non se ne parla più, ma il contagio da HIV è tuttora in agguato.

E’ indispensabile l’implementazione di campagne nazionali sui principali media, rivolte al pubblico e anche ai medici e finalizzate a riaprire il dibattito sul virus e ribadire l’importanza della prevenzione. L’ HIV non è più preso in considerazione: non solo non è più trattato come un’emergenza, ma nemmeno preso in considerazione come malattia in sé.

Semplicemente per l’opinione pubblica non esiste quasi più: non ne discute, non lo ritiene rilevante, non cerca più informazioni sul virus e soprattutto sulle forme di prevenzioni attuabili. L’attenzione delle persone è ridotta ai minimi termini e questo apre la porta a nuove infezioni da Hiv. Nuove emergenze come quella dell’Ebola distolgono l’attenzione da informazioni fondamentali. Eppure da quando HIV è apparso nel mondo, nel 1982, sono 75 milioni le persone contagiate e 36 milioni i morti; Ebola è insorto nel 1976 e ha contagiato, come indicano diverse fonti, circa 20 mila persone causando 7 mila vittime”.

Ma HIV può essere fermato, perché – continua Sapienza – ci sono gli strumenti per prevenire il contagio e le cure per tenere sotto controllo la carica virale, garantendo al contempo una buona qualità della vita. L’Aids è diventata una malattia cronica grazie ai trattamenti di cui oggi possiamo disporre, ma non può per questo passare in secondo piano . I dati dimostrano una scarsissima attenzione e sono preoccupanti. Sono troppe le persone che per timore del risultato non si sottopongono al test. L’informazione è una delle armi più efficaci per fermare il diffondersi dell’infezione da HIV. E’ fondamentale che siano rese disponibili notizie accurate sull’efficacia dei mezzi di prevenzione, primo fra tutti l’uso del preservativo nei rapporti sessuali, sia eterosessuali che omosessuali. Ma è anche importante che le persone sappiano che, nel caso si espongano al rischio di contrarre l’infezione, è indispensabile effettuare regolarmente il test HIV per poter iniziare tempestivamente la terapia che oggi garantisce una buona qualità della vita se assunta per tempo e correttamente”.